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Cineturismo, vacanze all’insegna del Cinema e della Tv

Il cineturismo è ormai un fenomeno mondiale: l’industria turistica si è rsa conto che cinema e televisione possono richiamare i turisti sui luoghi dei grandi spettacoli – Da “Giulietta e Romeo” di Shakespeare a Verona a Woody Allen a Barcellona – Ospitare un film per promuovere l’economia locale – La Puglia e “Beautiful”.

Cineturismo, vacanze all’insegna del Cinema e della Tv

Si chiama “cineturismo”. Il traino del cinema è sempre più centrale all’attività turistica. E’ un fenomeno in grande crescita a livello mondiale e un’importante valvola di sfogo in tempi di crisi. La fascinazione per i luoghi raccontati è antichissima: il turismo verso Verona è iniziato con la “Giulietta e Romeo” di Shakespeare e il Lake District inglese diventò meta di viaggi già nel diciannovesimo secolo a seguito del successo dei poeti romantici inglesi, che ne decantavano i paesaggi incontaminati. Se la poesia e la letteratura hanno fatto a lungo da volano per l’industria del turismo, è stato con l’avvento del cinema e della televisione che questo fenomeno è esploso a livello mondiale. I prodotti audiovisivi infatti impongono con grande forza nella mente degli spettatori immagini di luoghi, lontani e magari fino ad allora sconosciuti  e agiscono, come riferiscono gli esperti, da veri e propri “markers” turistici. E’ grazie al cinema, per esempio, che paesaggi remoti come quelli australiani e neozelandesi sono diventati popolari presso il grande pubblico internazionale. La televisione e, in particolare, le serie televisive che creano familiarità con i luoghi, hanno pure dato un grande contributo alla “causa” turistica. 

Un fenomeno spontaneo. E’ da poco, però, che l’industria turistica si è resa conto delle potenzialità offerte da cinema e televisione. Per molto tempo, l’incremento turistico è avvenuto spontaneamente. Le comunità che ospitavano set cinematografici si rendevano conto dei vantaggi immediati in termini di incremento del giro d’affari e di nuovi posti di lavoro creati durante le riprese. Per esempio, il film “Segreti” con Michelle Pfeiffer e Jessica Lange, girato in Illinois nel 1997, ha generato introiti per 21 milioni di dollari e 183 posti di lavoro. Ha però poi alimentato anche un flusso costante di visitatori che volevano vivere di persona i luoghi della tragica storia delle sorelle Cooke. L’attrazione turistica scatta anche in film insospettabili: la pellicola “Un tranquillo week end di paura” (1972), con Burt Reynolds e Jon Voight, che narra il terribile fine settimana di un gruppo di amici alla mercé di due psicopatici, ha creato un fiorente business del turismo d’avventura sul fiume Chattooga, in Georgia, con 20mila visitatori e 3 milioni di introito all’anno.

Vantaggi a lungo termine. L’attrazione verso i luoghi dei film non è passeggera. Grazie a “I ponti di Madison County” (1995, tratto dall’omonimo libro Robert James Waller), con Meryl Streep e Clint Eastwood, la regione, secondo Doug Hawley, direttore della locale Camera di Commercio, campa dignitosamente anche in questi periodi di crisi. Secondo studi recenti, una parte dei flussi turistici verso il Wyoming è ancora dovuto a “Il cavaliere della valle solitaria”, un western del 1953 con Alan Ladd. A più di trent’anni dall’uscita nelle sale cinematografiche di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977), un quinto delle visite al Devil’s Tower National Monument sono generate dal ricordo del capolavoro di Steven Spielberg. Infine, tra il 1981 e il 1988 il turismo verso l’Australia è galoppato a ritmi del 20% di crescita anno su anno, grazie alla saga di Mad Max, con Mel Gibson, e ai tre film di “Crocodile Dandee” (1986, 1988 e 2001) con Paul Hogan.

Promozione consapevole. E’ proprio con “Crocodile Dundee” che si assiste a uno dei primi sfruttamenti consapevoli di un successo cinematografico. Subito dopo il boom planetario del primo film, l’attore Paul Hogan è stato infatti assoldato dall’ente turismo australiano per promuovere la nazione come destinazione turistica. “Throw another shrimp on the barbie”, ovvero “Metti un altro gambero sul barbecue” è diventato lo slogan di successo di una campagna pubblicitaria che ha portato frotte di visitatori nel Paese-continente. Da allora gli enti del turismo sono diventati sempre più attivi sul fronte hollywoodiano. Non è un segreto che quello australiano ha investito pesantemente nel film “Australia” (2008) di Buz Lurhman con Nicole Kidman e Hugh Jackman, che però si è rivelato un flop al botteghino. Anche nomi più blasonati dell’industria cinematografica non si tirano indietro davanti alle agenzie di promozione turistica. Woody Allen, per esempio, ha stretto un accordo economico con l’ente turismo di Barcellona per il suo film “Vicky Cristina Barcelona” (2008) girato nella città catalana. 

Un fenomeno in crescita. Molti enti del turismo cercano ora di attirare produzioni cinematografiche, consapevoli che creeranno vantaggi a breve e a lungo termine. La diffidenza popolare verso l’industria cinematografica e televisiva (celebre il caso della comunità di Avalon Beach, in Australia, che fece sloggiare la troupe della serie TV “Baywatch” perché turbava la serenità del villaggio) è ormai svanita. Un recente sondaggio in Nuova Zelanda, per esempio, indica che il 70% degli intervistati ritiene sia importante ospitare un film nella loro area per promuovere l’economia locale. Insieme a fornire location, logistica e sconti fiscali, i vari enti del turismo cercano di promuovere altre attività collegate all’industria cinematografica, come il cosiddetto “film tourism pilgrimage”, ovvero veri e propri pellegrinaggi sui luoghi delle riprese, magari con  “re-enactment”, cioè esperienze in costume che rievocano episodi o personaggi dei film più amati.

Importanza della TV. A parte il cinema, anche la Tv è parte integrante di questo fenomeno. Oggi vari enti britannici promuovono pacchetti turistici  denominati “Eastenders breaks”, dalla popolare soap opera ambientata a Londra, o “In the Footsteps of Brother Cadfael”, vagabondaggi sui luoghi delle indagini (prima libresche e poi televisive) del popolare Padre Cadfael, monaco medievale impegnato a risolvere misteri nella prima metà del dodicesimo secolo nell’Abbazia di Shrewsbury, nell’Inghilterra occidentale. A contribuire al turismo di una depressa New York post-11 settembre è stato, per esempio, un “Sex and the City Tour” prontamente allestito per approfittare della popolarità della nota serie televisiva che vede le avventure amorose e lavorative (e di shopping) di quattro amiche nella Grande Mela. Anche in Italia non stiamo a guardare. La Film Commission Puglia ha strappato un accordo con la soap opera “Beautiful” (vista in 100 Paesi, con 45 milioni di spettatori) per filmare il matrimonio tra due beniamini del pubblico,  Liam e Hope, ad Alberobello. In attesa dell’arrivo di “pellegrini”, meglio se danarosi, da tutto il mondo. 

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