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Cinema: “L’inganno perfetto”, un capolavoro del genere

Con la regia di Bill Condon e due magistrali interpreti: Helen Mirren e Ian McKellen, il film rientra perfettamente nel genere di Tototruffa e La stangata, e vale il prezzo del biglietto – TRAILER.

Cinema: “L’inganno perfetto”, un capolavoro del genere

Giudizio dell’autore:

Risultati immagini per 4 stelle su 5

Inizia tutto con un appuntamento “al buio”, in un bar, dove due anziani vedovi cercano di ritrovare un’anima gemella e ricostruire una vita attraverso una ricerca sul Web, come avviene ormai in molte parti del mondo in diverse fasce di età. Le prime volte i protagonisti raccontano qualche piccola bugia, innocente, magari per non svelare tutto subito, per non esporsi a rischi di incontri spiacevoli e poter tornare subito indietro.

Con il passare del tempo e gli incontri che seguono, le verità e la proprie vere identità, cominciano ad emergere e dietro una apparente tranquillità si rivela un mondo e una storia drammatica, dall’esito imprevedibile. Si tratta di un film da pochi giorni nelle sale, L’inganno perfetto, con la regia di Bill Condon e due magistrali interpreti: Helen Mirren e Ian McKellen, attori fatti con uno stampo che forse è andato smarrito. 

La storia racconta le vicende di un truffatore professionista che dietro le apparenti sembianze di un tranquillo uomo di affari cela una natura criminale e violenta, inaspettata e insospettabile, proprio come un truffatore professionista dovrebbe essere e di una vittima, forse solo apparentemente tale. Si tratta di un thriller e non vi possiamo dire molto di più per non togliervi il piacere di scoprire come andrà a finire, in modo duro, amaro e sorprendentemente politico perché riporterà tutto il racconto a 60 anni prima, durante la seconda guerra mondiale in Germania, da dove i protagonisti provengono.

Il film regge tutto sul tema della menzogna, dell’inganno, del sotterfugio, dove tutto o quasi non è come sembra o come ci viene raccontato. La struttura narrativa è solida e credibile, regge tutto bene nei tempi e nei modi. È una sceneggiatura per molti aspetti teatrale (seppure in molte sequenze si avverte la sapienza di chi sa fare il grande cinema con notevole cura delle immagini). Come abbiamo scritto, i due protagonisti sono di livello molto elevato e sostengono perfettamente il ruolo.  

Nella storia del cinema, le bugie, le menzogne, l’inganno e le truffe costituiscono un tema ricorrente, un filone che ha dato grandi titoli. Ne citiamo solo alcuni, a nostro giudizio, tra i migliori: TotòTruffa, La stangata, Il genio della truffa. In questo caso però, siamo in presenza di un “inganno” storico di particolare rilevanza e drammaticità che, è verosimile, sia stato compiuto da migliaia di persone all’indomani della fine della guerra, quando molti erano più o meno colpevolmente costretti a reinventarsi una nuova vita perché forse quelle precedente in qualche modo era irrimediabilmente compromessa.  

L’inganno perfetto è un pretesto, uno spunto narrativo, dove il racconto si svolge in un dimensione solo apparentemente truffaldina che somiglia inizialmente a quel film di Nanni Loy, Pacco, contro pacco, contropaccotto dove dietro un inganno, una truffa, se ne cela subito una nuova e diversa. Ad un certo punto si assiste ad una virata sostanziale e si avvia una escalation che punta dritta alla tragedia. 

Solo per assistere ad una prova di recitazione dei due protagonisti, vale ampliamente spendere i soldi del biglietto. Se poi si aggiunge un tema che da sempre riguarda la vita delle persone, si raggiunge il risultato perfetto: il cinema racconta la storia dell’umanità attraverso le immagini e, in questo caso, ci riesce molto bene. Merita tutte le quattro stelle. 

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