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Cedole, banche e spread spingono al ribasso la Borsa: Piazza Affari ha perso l’1,6%

Com’era previsto, lo stacco dei dividendi ha fatto perdere terreno a molte società di Piazza Affari che ha lasciato sul campo l’1,6% – Anche la salita dello spread e la vendita di titoli bancari e assicurativi ha aggiunto una spinta al ribasso ma rispetto ai brividi della mattinata la Borsa ha verso la fine ridotto i danni – Stm, A2A e Fiat controcorrente

Cedole, banche e spread spingono al ribasso la Borsa: Piazza Affari ha perso l’1,6%

SPREAD IN TENSIONE, BANCHE SOTTO STRESS
MILANO NON RECUPERA L’EFFETTO CEDOLA

Piazza Affari non assorbe l’impatto delle cedole. Al termine della riunione l’indice Ftse Mib chiude con un calo dell’1,6 a quota 20318, di poco superiore all’ammontare dei 7 miliardi di dividendi stimato nell’1,49%.

Ma la chiusura “piatta” non deve trarre in inganno: sotto la pressione dell’aumento dello spread i titoli bancari ed assicurativi hanno subito l’effetto di una forte volatilità, con tonfi nel corso della giornata superiori al 3-4%.

Si mantiene su livelli elevati lo spread tra Btp e Bund: 181 punti base, per un rendimento del 3,14%.

Si allarga di 15 punto anche il divario tra Btp e Bonos.

Meno agitate le altre Borse europee: Francoforte + 0,36%, Parigi +0,33%. In tereno negativo Londra -0,12 e Madrid -0,42%.

Deutsche Bank perde il 2% a 30,1 euro dopo l’annuncio dell’aumento di capitale di 8 miliardi (1,7 sottoscritti dalla famiglia reale del Qatar)) ed è insieme a Commerzbank (-2,2%) la peggior blue chip del Dax di Francoforte.

Incerta la Borsa americana, nonostante le operazioni di M&A annunciate: con l’indice S&P avanza dello 0,15%, Dow Jones invariato, il Nasdaq sale dello 0,5%.

Pesano gli ultimi dati deludenti sui prezzi delle case in Cina o, ancor di più, le notizie dalla Libia, dove è in atto un tentativo di colpo di Stato da parte dell’ex generale Khalifa Haftar. Il prezzo del petrolio è in rialzo con il Brent a 119,1 dollari al barile (+0,3%).

In rialzo l’oro a 1.300 dollari l’oncia (+0,5%) grazie all’accordo tra le banche centrali per non vendere le riserve . Favorisce il rialzo anche la voce per cui il neo premier indiano Modi potrebbe levare i cvincoli all’import del metallo giallo.

Sale Pfizer +1.9% dopo il no di Astra Zeneca all’offerta di 117 miliadi di dollari.

Al contrario scende At&t -1,2% dopo la conclusione dell’acquisto sdi Direct tv, operazione da 67,1 miliardi di dollari.

Le variazioni percentuali sono falsate dallo stacco delle cedole.

Ha pesato sul sistema del credito la “concorrenza” di Deutsche Bank –2,2%: l’istituto ha annunciato un aumento di capitale per 8 miliardi, di cui solo 6,3 offerti al mercato. Una tranche da 1,75 miliardi sarà sottoscritta dalla famiglia reale del Qatar.

Tra i titoli bancari Intesa perde il 2,47% (lo 0,9 se si tiene conto del dividendo). Unicredit -3,20% (-1,54 ex cedola).

Mps, che non dà dividendo, ha contenuto lo choc delle dimissioni di Antonella Mansi allo 0,13%.

In terreno positivo Bpm +1,25% nell’ultimo giorno prima della chiusura dell’aumento di capitale.

Generali –3,75% (-1,06%). Pesa la prospettiva del collocamento della quota detenuta dal Fondo Strategico Italiano.

In tensione Eni, che comunque ha retto nonostante dle notizie in arrivo dalla Libia. Il cane a sei zampe arretra del 2,95% (invariata e si tiene conto dellas cedola). Enel -0,65%.

Bene St +2,27%.

A2A accelera nel finale di seduta in rialzo del 2,25 a 0,8225 euro. Sarà rinviato il collocamento del 5% della società da parti dei due soci di riferimento, i comuni di Milano e Brescia, in quanto il prezzo di Borsa è sceso sotto la soglia minima fissata dalla delibera, 0,87 euro. Il nuovo capo azienda sarà Luca CCamerano, ex Gdf Italia.

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