Aumento della spesa pensionistica e sanitaria – ma i conti pubblici terranno – calo della forza lavoro e della crescita potenziale: sono gli effetti del calo demografico e dell’invecchiamento della popolazione, secondo la presidente dell’Upb, Lilia Cavallari, in audizione alla Commissione di inchiesta sulla transizione demografica.
Upb: 700 mila lavoratori in meno in 5 anni
Cavallari ha spiegato che “il calo della popolazione iniziato nel 2014 continuerà accompagnandosi all’invecchiamento progressivo”, che porterà la quota giovani a stabilizzarsi intorno al 24% nel medio termine. Questo avrà un effetto sulla forza lavoro: “Se mantenessimo i tassi attuali di occupazione, nei prossimi 5 anni avremmo una perdita di 700mila unità“, ha spiegato. Di conseguenza, calerebbe anche la produttività, perché la forza lavoro invecchia e già ora la classe di lavoratori più numerosa è quella dei baby boomer, cioè tra 50 e 64 anni. Le previsioni sulla crescita del potenziale sono quindi “modeste per la bassa produttività e l’andamento sfavorevole della demografia”.
Per i conti pubblici il quadro è di “sostanziale tenuta, pur con la prospettiva di un significativo aumento delle spese legate all’invecchiamento nel prossimo decennio”. Il picco dell’incidenza di tali spese sul prodotto si raggiungerebbe intorno al 2040, trainato dall’incremento della spesa pensionistica, ma dopo la spesa calerebbe sia per la piena attuazione del regime contributivo sia per il calo della popolazione. Bisognerà solo stare attenti al debito: l’Upb stima che, senza interventi adeguati, la dinamica demografica potrebbe frenarne la riduzione. “Per continuare ad assicurare la discesa del debito nel medio termine, dovrebbero essere previste verifiche periodiche delle ipotesi demografiche e assicurare che eventuali interventi in ambito pensionistico, sanitario e di assistenza non vengano finanziati in disavanzo”, spiega l’Ufficio di bilancio.
Upb: così gli anziani supereranno i lavoratori
Per contrastare le tendenze demografiche, Cavallari ha sottolineato l’urgenza di politiche attive per aumentare l’occupazione, specialmente di giovani e donne, e contrastare l’alto tasso di inattività. Fondamentale anche attrarre immigrati qualificati e trattenere i giovani italiani. “Il saldo migratorio può dare un supporto significativo al contenimento del declino demografico e ad aumentare la popolazione attiva”, scrive l’Upb nella memoria depositata in commissione. Sul fronte pensionistico, va mantenuto l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita dei requisiti anagrafici e contributivi minimi per l’accesso al pensionamento, “al fine di attenuare l’aumento dell’indice di dipendenza dei pensionati ed evitare che le pensioni risultino troppo basse, con conseguenti pressioni sugli istituti assistenziali”. Criticità emergono anche nella sanità e nell’assistenza di lungo termine, con l’esigenza di rafforzare servizi e personale.
“È importante che venga mantenuto l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita dei requisiti anagrafici e contributivi minimi per l’accesso al pensionamento al fine di attenuare l’aumento dell’indice di dipendenza dei pensionati ed evitare che le pensioni risultino troppo basse, con conseguenti pressioni sugli istituti assistenziali”: lo afferma l’Upb nella memoria presentata in commissione di inchiesta sulla transizione demografica.
“Tra il 2022 e il 2070 il rapporto della spesa pensionistica lorda sul Pil diminuirebbe di 1,9 punti percentuali. Le analisi confermano che le modifiche normative introdotte nel corso dei decenni passati, insieme all’aggancio dell’età di pensionamento all’aspettativa di vita, sono state e saranno essenziali per il controllo della dinamica della spesa”, spiega l’Upb. “Le prestazioni future saranno comparabili con quelle attuali se il mercato del lavoro sarà in grado di assicurare carriere lunghe, continuative e ben remunerate”, aggiunge.