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Bufera all’Aifa, Pecorelli si dimette dopo accuse su conflitto di interessi

Dopo la sospensione dello scorso 28 novembre la decisione era nell’aria, ma adesso è arrivata la conferma ufficiale: Sergio Pecorelli ha deciso di rinunciare alla carica di presidente dell’Aifa a causa dei numerosi dubbi riguardanti possibili conflitti di interesse.

Bufera all’Aifa, Pecorelli si dimette dopo accuse su conflitto di interessi

Sergio Pecorelli ha deciso di lasciare dopo sei anni la carica di presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a causa delle accuse di conflitto di interessi riguardanti i legami con le aziende farmaceutiche che producono vaccini, ma anche ruoli di vertice in società di venture capital sul mercato della farmaceutica.

Ad annunciare la notizia il ministero della Salute che attraverso una nota fa sapere che «Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin  ha accolto le dimissioni rassegnate dal professor Sergio Pecorelli da presidente del consiglio d’amministrazione dell’Aifa».

Scendendo nel dettaglio i dubbi riguardavano i contributi ricevuti (tramite una fondazione da lui guidata, la Healthy Foundation) da aziende farmaceutiche o ancora la sua presenza nell’advisory board della Principia Sgr , società che si occupa , di farmaceutica. Proprio su queste motivazioni lo scorso 28 novembre era stata decisa la sospensione di Pecorelli dall’incarico.

 Questi dubbi avevano già portato, lo scorso 28 novembre, alla sospensione di Pecorelli dall’incarico decisa dal il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, e dal ministro Lorenzin.

Ma la sua presa di posizione è stata anticipata dalle dimissioni di Pecorelli. «Il professore Pecorelli — dichiara il ministro Lorenzin — ha ritenuto di presentare le dimissioni per garantire un sereno svolgimento dell’attività dell’Agenzia Italiana del Farmaco, a cui ha dedicato impegno e passione. In questi anni ho avuto modo di apprezzare la sua professionalità ed esperienza, riconosciuta non solo in Italia ma dalla comunità scientifica internazionale. Lo ringrazio per il lavoro svolto e per il gesto di sensibilità istituzionale. Sono sicura che il professore Pecorelli avrà modo di dimostrare la totale estraneità ai fatti contestati».

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