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Brexit: studenti, imprese, turisti, lavoratori italiani. Cosa cambia

Cosa succederà agli italiani che risiedono in Uk? Cosa cambierà per studenti universitari ed Erasmus o per chi intende andare nel Regno Unito per turismo? E per le imprese? Ecco tutte le risposte

Brexit: studenti, imprese, turisti, lavoratori italiani. Cosa cambia

Il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. Alla mezzanotte del 1° febbraio la Brexit sarà realtà anche se per i prossimi mesi poco o nulla cambierà per i cittadini italiani che risiedono in Uk o che intendono mettersi in viaggio per visitare una delle sue bellissime città. Fino al 31 dicembre 2020 sarà infatti in vigore un periodo di transizione nel corso del quale Regno Unito e Unione Europea negozieranno i rapporti che intercorreranno tra loro a partire dal 2021. Fino ad allora dunque, i cittadini europei (e britannici, ovviamente) potranno continuare a circolare liberamente, seguendo le solite regole senza preoccuparsi di nulla (o quasi). Lo stop alla libertà di movimento e la nuova normativa per gli extracomunitari scatteranno invece nel 2021. 

Cosa cambierà per gli studenti, i lavoratori, le imprese e i turisti italiani che sono o che andranno nel Regno Unito?

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BREXIT: QUANTI SONO GLI ITALIANI IN UK

Secondo i dati dell’Office for National Statistics britannico sono 3,6 milioni i cittadini europei presenti nel Regno Unito. Tra loro figurano 400mila cittadini italiani registrati all’anagrafe consolare, cui occorre aggiungere altre 300mila cittadini italiani non registrati. In totale, parliamo quindi di 700mila persone.

TURISTI IN UK: LE NUOVE REGOLE

Come detto, per tutto il 2020 non cambierà nulla. I turisti italiani che intendono visitare il Regno Unito (milioni ogni anno) potranno farlo senza alcun problema, carta d’identità alla mano. Per i prossimi 11 mesi non serviranno dunque né passaporto, né visto. 

Dal 2021 invece il Regno Unito sarà a tutti gli effetti un Paese extracomunitario, alla stregua di Stati Uniti o Giappone. Chi vorrà andare a Londra o in qualsiasi altra città della Gran Bretagna dovrà dotarsi di passaporto. Non solo, sarà necessario avere anche un visto turistico che si potrà richiedere online fino a tre giorni prima della partenza e sarà valido per 90 giorni. Non si tratterà comunque di un percorso impervio, la previsione è quella di concedere dei “visti facilitati ed elettronici” che si potranno ottenere compilando un semplice modulo.

LAVORATORI ITALIANI IN UK: COSA FARE

Gli italiani che risiedono in Gran Bretagna avranno tempo fino al 31 giugno 2021 per iscriversi al Settlement Scheme, un programma che consente di restare nel Regno Unito e mantenere tutti i diritti garantiti prima della Brexit. Attenzione però, perché le regole cambiano in base al numero di anni di permanenza in Uk. Chi risiede a Londra e dintorni da più di 5 anni avrà diritto al Settle Status, vale a dire alla residenza permanente, che garantisce l’accesso alla sanità pubblica e alla sicurezza sociale. Chi invece vive nel Regno Unito da meno tempo riceverà un permesso temporaneo (pre-Settle Status). Successivamente, una volta trascorsi i 5 anni necessari, potrà richiedere la residenza permanente. Lo stesso discorso vale per chi arriverà Oltremanica entro il 31 dicembre 2020. Per registrarsi al Settlement Scheme ci sarà tempo fino al 31 giugno 2021. 

Cosa succederà a chi arriva dopo? Per il momento non ci sono certezze, anche se in base alle indiscrezioni il governo britannico favorirà l’immigrazione di lavoratori qualificati (manager, insegnanti, medici e così via) con stipendi superiori a 30mila sterline l’anno. Tutti gli altri (camerieri, baristi, commessi, ecc.) per poter risiedere nel Regno Unito dovranno avere un contratto di lavoro al momento della partenza. Alcuni imprenditori hanno già chiesto di abbassare la soglia reddituale necessaria a 26mila sterlina l’anno. 

STUDENTI: UNIVERSITA’ ED ERASMUS IN UK

Oxford, Cambridge. In Gran Bretagna ci sono alcune delle più antiche e prestigiose università del mondo che rappresentano il sogno di una vita per studenti e ricercatori. Senza contare gli studenti che ogni anno vanno nel Regno Unito, anche per brevi periodi, per studiare l’inglese. A questi ultimi servirà solo un documento d’ingresso, ma per il resto tutto dovrebbe restare com’è. 

Più difficile, e soprattutto costosa, potrebbe essere invece la vita degli universitari dopo il 2020. A meno di futuri accordi, gli studenti italiani (ed europei) diventeranno extracomunitari e potrebbero dunque veder lievitare le tasse da pagare. L’importo potrebbe salire da circa 9mila sterline l’anno a 10mila. Per le specializzazioni più elevate si potrebbe arrivare addirittura a 38mila sterline. 

Parlando invece del programma Erasmus+, l’intenzione più volte dichiarata da ambo le parti sembra essere quella di confermarlo anche oltre il 2020, ma tutto dipenderà dalle intese che saranno negoziate per i prossimi mesi. Per quest’anno comunque non cambia nulla: chi ha già in programma di andare a studiare nel Regno Unito potrà farlo senza problemi.

IMPRESE: PERICOLO DAZI

Il Regno Unito ogni anno importa moltissimi prodotti provenienti dai Paesi europei. Solo nel settore agroalimentare le importazioni valgono circa 40 miliardi di euro l’anno. L’import dall’Italia è di 3,4 miliardi, di cui circa il 30% è costituito da prodotti a indicazione geografica protetta. Senza un accordo commerciale tra Ue e Uk i prodotti provenienti dall’Unione Europea dovranno passare una dogana e pagare dazi potenzialmente elevati. Ad inasprirsi potrebbero essere anche gli adempimenti burocratici, mentre i tempi necessari a trasportare i prodotti da una parte all’altra della Manica potrebbero dilatarsi. È uno degli aspetti più preoccupanti della Brexit. 

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