Condividi

Brexit e sanzioni anti-Cina frenano le Borse

Le trattative sul filo del rasoio tra Ue e UK sulla Brexit tengono in ansia le Borse, su cui incombono anche altre nubi – In vista però l’accordo sul budget americano – Frena il petrolio

Brexit e sanzioni anti-Cina frenano le Borse

“Sul filo del rasoio”. Per il premier irlandese, lo stato delle trattative tra Bruxelles e Londra per evitare la Brexit segnala l’incertezza assoluta: l’uscita no deal è data 50 a 50. Sui mercati valutari la sterlina tratta in lieve calo (1,3419 sul dollaro), l’euro a 1,2133, non lontano dai massimi toccati nell’aprile del 2018. Inizia così una settimana chiave per il futuro dell’Eurozona, scandita dalla trattativa sul Recovery Fund con Polonia e Ungheria e le tensioni in Italia sul Mes. Anche oltre i confini del Vecchio Continente prevale una nota di incertezza: i mercati sono turbati dalla prospettiva delle sanzioni che in giornata Washington potrebbe adottare contro alti dirigenti cinesi in risposta alla repressione ad Hong Kong, una mossa non sgradita ai democratici.

L’Hang Seng di Hong Kong perde l’1,7%, il CSI 300 di Shanghai e Shenzen lo 0,7% d il Nikkei di Tokyo lo 0,6%. Kospi di Seul +0,2% e S&P ASX 200 di Sidney +0,5%. Passa in secondo piano la notizia del balzo delle esportazioni cinesi, salite in novembre del 21% anno su anno. L’indice MSCI Asia Pacific, che non comprende il Giappone, è in calo dello 0,2% dopo quattro giorni consecutivi di rialzo. La Borsa dell’India sale e si porta vicinissima ai massimi della storia, sospinta da flusso sempre più rilevante di acquisti dall’estero: la scorsa settimana gli afflussi netti sono saliti a 17 miliardi di dollari, livello mai visto dal 2013.

IN VISTA L’ACCORDO SUL BUDGET A WASHINGTON

Il future dell’indice S&P500 di Wall Street è in calo dello 0,2%. Venerdì Wall Street ha toccato i nuovi massimi storici, anche per effetto dell’arrivo di una nuova tranche di aiuti d’emergenza dal Congresso. Il Financial Times e altri giornali riportano che stasera un disegno di legge da 900 miliardi di dollari sarà presentato da un gruppo di senatori democratici e repubblicani. Il pacchetto, molto più piccolo di quel che avevano in mente i democratici (oltre 2000 miliardi), ma anche più piccolo di quel che aveva chiesto Joe Biden, dovrebbe contenere quasi 300 miliardi di dollari per le piccole aziende e 180 miliardi per aumentare il sussidio di disoccupazione. Ci sarebbero anche quasi venti miliardi per le compagnie aeree.

FRENA IL PETROLIO, L’ARABIA TAGLIA GLI SCONTI

Petrolio Brent in calo dello 0,5% a 49 dollari il barile. I prezzi del greggio sui massimi degli ultimi otto mesi hanno spinto l’Arabia Saudita a ridurre gli sconti di solito concessi ai suoi grandi clienti dell’Asia.

BCE: PIÙ PEPP E QE IN VISTA

I mercati sono concentrati sull’andamento del cross euro/dollaro; da gennaio la moneta unica guadagna l’8% sul dollaro, una tendenza che è andata accelerando nelle ultime sedute: l’euro, dopo aver varcato la soglia di 1,2, promette di muovere verso 1,25 (previsione di Goldman Sachs). Ma la tendenza dipenderà dalle decisioni del prossimo direttorio della Bce, fissato per giovedì 10, in cui la presidente Christine Lagarde annuncerà le misure per rilanciare la congiuntura dell’Eurozona in frenata. Gli operatori danno per certi alcuni interventi: la durata e le dimensioni del Pepp (500 miliardi in più, esteso fino a fine 2021), un rafforzamento del Qe e delle aste per i prestiti Tltro.

Ad alta tensione anche il confronto domestico sul Mes, ennesimo capitolo del confronto pro o contro Bruxelles nella politica italiana. Il premier Conte dà per scontato che alla fine si troverà un accordo che eviti la minacciata rottura ai vertici del governo. Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe varare il comitato che avrà la responsabilità di scegliere i programmi da candidare ai fondi europei: una task force con sei super manager per definire le risorse da mettere in campo per ciascuna delle sei macroaree individuate. Ma ieri sera è arrivata una brusca frenata da Italia Viva, il partito di Matteo Renzi.

MORGAN STANLEY PREMIA L’OTALIA

Sul futuro del Belpaese ha ragionato ieri Markus Guetschow, economist di Morgan Stanley, in un focus dedicato all’Italia nell’ambito dell’Outlook per il 2021 della banca americana. Guetschow rimarca che, dopo il -18% del Pil del primo semestre, il forte rimbalzo nel terzo trimestre è stato trainato proprio dal settore industriale, che ha raggiunto i livelli di febbraio nel corso dell’estate. “Nonostante la contrazione in corso negli ultimi tre mesi dell’anno, questa sorpresa al rialzo ci porta a rivedere la nostra previsione di crescita per il 2020 fino al -8,8% a/a, al di sopra della nostra stima di metà anno che vedeva un calo del 12,4% a/a”.

Giovedì e venerdì si terrà la riunione dell’Eurogruppo dedicata all’approvazione del Recovery Fund con la ratifica degli obiettivi previsti dal programma della lotta al Climate Change. Al centro del confronto il rifiuto di Polonia e Ungheria di sottoscrivere le clausole che garantiscono alcune libertà fondamentali (l’indipendenza della magistratura, ad esempio).

Oggi l’Ocse presenterà l’Osservatorio mondiale delle pensioni. Gli analisti guardano anche al rialzo dei T Bond (decennale allo 0,97%), in forte recupero nonostante le difficoltà del mercato del lavoro Usa.

TESLA NON DISTRIBUISCE LE MUTANDE PROMESSE AI SOCI

In Usa, nota divertito il Financial Times, molti investitori sono pronti a far causa a Elon Musk, che a marzo aveva promesso ai nuovi soci un paio di mutande, cioè l’unico vestito che, secondo la Cassandre, sarebbe rimasto ai soci di Tesla che, al contrario si sono arricchiti. Ma non hanno ricevuto finora le mutande promesse.

Grande attesa per l’assemblea dei soci di Walt Disney, impegnata in un complesso cambio di rotta: chiusi i parchi tematici, fermi i cinema, il colosso dell’entertainment si è concentrato sullo streaming. Da seguire anche l’adunata degli azionisti di Facebook: diversi Stati si accingono a citare il social network per violazione della normativa antitrust.

A Piazza Affari da seguire Stm, promossa venerdì da Moody’s, che ha alzato l’outlook a “positivo”, confermando sul produttore italo-francese dei chip un rating “Baa3”.

Commenta