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Bpm, duello a distanza tra Bonomi e Arpe in vista dell’assemblea di sabato

Si scalda la vigilia dell’assemblea – Andrea Bonomi all’attacco: “Nessun patto tra Investindustrial e gli Amici. Arpe ha qualità ma Bpm non ha bisogno di uno tsunami” – Ribatte Matteo Arpe: “Nella loro lista ci sono uomini del gruppo Ligresti, che è titolare di alcuni grandi crediti problematici. Non penso a fusioni: portano solo a riduzioni di personale”

Bpm, duello a distanza tra Bonomi e Arpe in vista dell’assemblea di sabato

Le promozioni sospette e l’eventuale concerto tra la lista degli Amici e Investindustrial in vista dell’assemblea di sabato 22, nonché il libero accesso al libro soci dell’istituto negato alla lista dei soci non dipendenti. Ecco i dossier che scottano che stasera saranno esaminati dall’ennesimo cda bollente di Bpm. Una riunione preceduta ieri dal duello a distanza tra Andrea Bonomi e Matteo Arpe, i due personaggi forti che si contendono la scena e la leadership in Bpm che ieri ha subìto in Piazza Affari un brusco ribasso in linea con il settore (in netto rialzo invece nell’apertura di oggi: +3,3% in mattinata)

“Nel nostro caso non abbiamo nessun patto con nessuna altra lista, anzi stiamo discutendo con tutte le altre liste”. Parola di Andrea Bonomi che ha convocato un incontro stampa a tambur battente per chiarire i rapporti tra la lista della “sua” Investindustrial e il listone degli Amici, ovvero chi, per ammissione dello stesso Bonomi, ha invitato il finanziere a interessarsi all’istituto di piazza Meda.

“Nessuno, né noi, né i nostri avvocati, vede alcun tipo di collegamento tra noi e gli Amici nel fatto che sono stati i primi a contattarci”, sostiene Bonomi aggiungendo di volere incontrare nuovamente nei prossimi giorni le altre liste.”Voglio essere un presidente di tutti.” E, rispetto al rivale, Bonomi dice: “Arpe ha indubbie qualità. Ma Bpm non ha bisogno di uno tsunami”. Semmai di quattrini. E Bonomi è pronto a raddoppiare l’attuale investimento di 150 milioni. In cambio chiede due posti nel consiglio di sorveglianza, presidenza compresa.

La preoccupazione del numero uno di Investindustrial dipende dalla lettera che venerdì scorso, 14 ottobre, la Consob ha inviato nei giorni scorsi una lettera al Cda e al collegio sindacale di Pop Milano (e per conoscenza a Bankitalia) chiedendo ai due organismi di esporre “le proprie considerazioni in ordine all’eventuale esistenza di collegamenti tra le liste presentate”. Con particolare riferimento “ alla rilevanza o meno – ai fini dell’attribuzione della riserva di posti alle liste presentate da organismi di investimento collettivo – di eventuali collegamenti di tali liste con quella risultata prima per numero di voti”. In sintesi, esiste il sospetto di un accordo (smentito da Bonomi) per il controllo congiunto del consiglio di sorveglianza: agli undici consiglieri della lista di maggioranza si potrebbero aggiungere i due di Investindustrial.

Intanto continua l’offensiva di Matteo Arpe, l’ariete della lista alternativa, sostenuta da Fabi e Fiba Cisl. La lista degli amici della Banca popolare di Milano ha al suo interno rappresentanti di gruppi che sono titolari di alcuni grandi crediti “problematici”, ha sottolineato Arpe. “Nella lista degli Amici di Bpm – ha detto – ci sono esponenti del di un gruppo che è titolare di alcuni grandi crediti problematici, persone che hanno incarichi nel gruppo di costruzioni a livello di collegio sindacale”. Trasparente l’allusione al gruppo Ligresti.

Nel suo road show Arpe si è anche soffermato sul suo programma per il rilancio di Bpm, a partire dal nodo dei Tremonti bond che sarà arduo rimborsare con un aumento di capitale di proporzioni ridotte. “Con il piano prima si pensava a rimborsare i Tremonti bond, ora mi sembra che invece non lo si voglia più fare. Io credo che sia meglio partire senza una zavorra e quindi restituirli. Tenere i Tremonti Bond per diminuire l’aumento di capitale significherebbe ridurre la capacità di fare credito. Bisognerebbe tenere tutto fermo per poi rimborsarli tra un anno e mezzo”, ha detto Arpe all’Assemblea dei dipendenti Bpm di Roma collegato in video conferenza.

L’ex Ad di Capitalia ha aggiunto che per la Popolare di Milano “non vedo operazioni straordinarie, nel senso di fusioni. Sono sotto gli occhi di tutti, portano solo riduzione di personale”. “Le banche italiane sono in una situazione non facile che durerà per gli anni a venire”, ha concluso.

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