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BORSE CHIUSURA 10 FEBBRAIO – Prese di beneficio sui listini azionari ma boom di Iveco (+16%)

Anche Piazza Affari interrompe il rally ma il Ftse Mib difende quota 27 mila – Spettacolare l’exploit di Iveco dopo la presentazione degli ottimi conti anche se non distribuirà dividendi – Giornata pesante per i Btp

BORSE CHIUSURA 10 FEBBRAIO – Prese di beneficio sui listini azionari ma boom di Iveco (+16%)

Tra prese di profitto e timori di recessione, l’ottava si chiude con una seduta in rosso in Europa e potrebbe rivelarsi debole anche negli Usa, dove Wall Street, già negativa ieri, prosegue al momento contrastata nella mattina americana.

Piazza Affari, che vanta un bilancio settimanale brillante, perde oggi lo 0,86% e arretra a 27.268 punti base, nonostante la performance stellare di Iveco, miglior titolo del giorno con un rialzo del 15,99%, dopo risultati 2022 e previsioni 2023 oltre le attese.

L’indice meneghino è in sintonia finanziaria con Parigi -0,82%, anche se i rapporti politici tra i due paesi scricchiolano dopo la decisione di Macron di invitare solo il leader tedesco alla cena dell’altra sera con il leader ucraino.

I ribassi sono frazionali ad Amsterdam -0,64% e Londra -0,43%, mentre sono più consistenti a Francoforte -1,45%. Il Dax risente delle vendite su Adidas (-11,33%), che hanno gettato nello sconforto tutto il settore retail. A pesare sul colosso di articoli sportivi è stata la rottura con il rapper Kanye West che si è fatta sentire sul bilancio 2022 e che graverà anche sui conti del prossimo anno. Il rosso è acceso a Madrid, -1,6%, dove Inditex (Zara) cede il 4,84%.

Oltreoceano i principali indici newyorkesi sono misti (DJ, +0,22%), dopo aver tentato, compatti, una breve incursione in territorio positivo a seguito dell’incoraggiante dato sulla fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan che a febbraio, in via preliminare, ha toccato i massimi degli ultimi undici mesi.

Dollaro in ripresa

In ambito macro l’attenzione è già proiettata sulla lettura dei prezzi al consumo Usa nel mese di gennaio, che verranno divulgati la settimana prossima. Saranno numeri utili a valutare le prossime mosse della Fed, dopo il forte rapporto sull’occupazione a stelle e strisce in gennaio e le dichiarazioni molto aggressive da parte di banchieri del Fomc, che stanno convincendo gli investitori che la stretta non si fermerà tanto preso, il picco dei tassi potrebbe andare al 5,1% e forse anche oltre.

Anche la Bce spinge sull’acceleratore e Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo, conferma che i tassi d’interesse della zona euro “devono raggiungere un livello sufficientemente restrittivo. Dobbiamo vedere che le nostre politiche vengono trasmesse all’economia. Manterremo i tassi alti fino a quando non avremo prove concrete che l’inflazione sottostante sta tornando al nostro obiettivo in modo tempestivo e duraturo”.

In un contesto in cui le scommesse tornano anche sulla Fed, il dollaro recupera terreno nei confronti dell’euro e tratta intorno a 1,066.

Giornata in altalena per lo yen: la moneta nipponica ha registrato un deciso rafforzamento alla notizia che Kazuo Ueda potrebbe essere il prossimo governatore di Banca del Giappone, per poi ritracciare quando l’accademico ha definito appropriata la politica monetaria dell’istituto.

La Russia annuncia tagli e il petrolio sale

Tra le materie prime si muove in rialzo il petrolio (Brent +1,63%, 85,88 dollari al barile e Wti +1,73%, 79,41 dollari al barile) con gli acquisti alimentati dalla decisione della Russia di tagliare la propria produzione di 500mila barili al giorno nel mese di marzo, in risposta ai paesi che hanno introdotto un tetto ai prezzi del greggio moscovita.

In Piazza Affari bene oil ed Enel, arretrano i finanziari

Iveco stacca tutte le azioni milanesi di molte lunghezze, ma tra le blue chip si contano altri rialzi importanti. Tra i titoli in evidenza ci sono petroliferi come Eni +2,83 e Tenaris +1,69% e in ambito energetico archivia una seduta in denaro anche Enel, +1,33%, dopo i conti diffusi ieri a mercati chiusi con un Ebitda superiore alle attese e in attesa di capire se il ceo Francesco Storace sarà confermato ai vertici in occasione del rinnovo del cda previsto a primavera. Equita conferma “la view positiva sul titolo”.

Resta ben comprata Leonardo +0,96%, in un contesto che fa pensare a un aumento delle spese militari in Europa e in Italia.

Il fronte dei ribassi si apre con Finecobank, -4,47% e prosegue con Amplifon -3,97% Azimut -3,4% e Nexi -3,85%. Il rosso è profondo anche per il settore automotive a partire da Ferrari -3,04%. Le banche mostrano ribassi più contenuti, ma Intesa e Unicredit cedono oltre un punto percentuale.

Fuori dal paniere di maggior peso, Illimity Bank cede l’8,06%, dopo conti e taglio della guidance,

Mps lascia sul campo il 5,38%, dopo il balzo della vigilia. L’ad di Unicredit, Andrea Orcel, ha ribadito di non essere interessato all’istituto senese.

È incolore il debutto di EuroGroup Laminations in Piazza Affari, nonostante l’esordio mattutino scoppiettante. Alla fine, la seconda Ipo in Europa del 2023 chiude la sua prima seduta senza variazioni a 5,502 euro per azione (+0,04%).

Spread e rendimenti in rialzo

La chiusura è in rosso anche per il mercato secondario dei titoli di Stato. Lo spread tra Ntp 10 anni e Bund di pari durata è a 176 punti base (+1,46%), con tassi in leggera crescita rispettivamente a +4,08% e +2,33%.

Sale il rendimento anche dei Bot annuali collocati in asta in mattinata. Il Tesoro ha assegnato l’importo totale offerto, pari a 7 miliardi, a fronte di una richiesta di 9,6 miliardi (per un rapporto di copertura di 1,38). Il rendimento dei titoli è salito di 9 punti base al 3,179%.

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