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Borsa, un’altra giornata sull’ottovolante: sale “l’indice della paura”, che misura la volatilità

Mercati sulle montagne russe: Vix, l’indice della volatilità, è anche oggi il padrone delle Borse – Segnala il nervosismo che serpeggia da tempo sui mercati finanziari ma, secondo alcuni operatori, quando Vix è+ alto è il momento di comprare: però è un consiglio che vale solo per portafogli ricchi e cuori forti

Gli investitori sono sotto stress. E sui mercati domina la volatilità. a Piazza Affari è una nuova giornata sull’ottovolante: dopo aver ceduto fino al 2% torna a risalire e ora viaggia in rialzo del 2,7%. Ieri l’indice Vix, che misura le aspettative a breve sulla volatilità del mercato, è balzato sopra quota 40 da 34 su cui si era attestato alla fine di settimana scorsa (all’apertura di Wall Street di oggi è leggermente in calo dello 0,41% a 38,43). Il Volatility Index (Vix) è stato creato dal Chicago Board Options Exchange nel 1993 ed esprime l’andamento della volatilità implicita delle opzioni sull’indice S&P500. Ed è inversamente correlato con l’andamento dei mercati azionari: più il mercato azionario sale con regolarità e serenità e più il Vix si attesterà su valori bassi. Per esempio nella fase di espansione dei mercati dopo il 2002 il Vix si è mantenuto generalmente sotto quota 25.

Al contrario con l’aumentare del nervosismo e delle vendite, mentre i mercati azionari crollano il Vix sale. Ecco perché è comunemente chiamato “indice della paura”. E paura e incertezza hanno tenuto banco negli ultimi mesi sui listini. Non a caso il Vix nei primi dieci giorni di agosto è schizzato sopra quota 45, sui livelli del maggio 2010 mentre da fine 2010 (e fino a luglio) si è mosso sostanzialmente sotto quota 20, eccezione fatta per un picco a fine marzo a ridosso di quota 30. Per farsi un’idea basta dire che nel 2007, prima dello scoppio della crisi mondiale, il Vix era sceso a quota 10. Nel 2008 si è portato attorno a quota 30 per schizzare a ridosso di quota 70 nel pieno della bufera dei mercati dal gennaio 2009. Calcolato sul mercato americano, il Vix è un buon indicatore della volatilità complessiva anche sui mercati europei, che sono strettamente connessi con gli Usa: in queste settimane di bufera anche il Ftse Mib si è mosso sull’ottovolante, sperimentando ampi movimenti intrady sui titoli, a partire dalle banche, tra i titoli più liquidi e rappresentativi dell’indice di Piazza Affari. Basta guardare Unicredit che anche oggi è stata protagonista di un’escursione delle quotazioni del 9% passando da un minimo in mattinata a 0,671 a 0,731. Anche se, fanno notare alcuni operatori, è proprio quando il Vix è alto che è il momento di comprare.

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