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Borsa: Milano in rialzo con i petroliferi, ma cadono le banche

Il passo indietro di Donald Trump sulle restrizioni agli investimenti cinesi e la cavalcata del petrolio danno fiato a Wall Street e spingono al rialzo le Borse europee – A Milano volano Tenaris, Saipem ed Eni, ma soffrono le big del comparto bancario e il risparmio gestito – Spread in discesa, mentre l’euro scende sotto quota 1,16 sul dollaro

Borsa: Milano in rialzo con i petroliferi, ma cadono le banche

Volano i titoli petroliferi, restano a terra le banche, ma nella stretta logica dei numeri il bilancio di giornata è positivo. Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,65% e recupera quota 21.500 punti (21.557), con Saipem +5,34%, Eni +2,76% e Tenaris +5,11%, che sparano fuochi d’artificio. Lo stesso clima di fiducia si respira nel resto d’Europa: Francoforte +0,93%, Parigi +0,87%, Madrid +0,22%, Londra +1,17%. La spinta arriva nel pomeriggio dagli Stati Uniti, dove Donald Trump getta un po’ d’acqua sul fuoco incrociato della guerra commerciale. A quanto par di capire introdurrà una procedura di controllo rafforzata per valutare i rischi provenienti da investimenti cinesi in aziende americane che producono tecnologia, invece d’imporre restrizioni specifiche per la Cina.

Wall Street apre positiva e al momento viaggia ben intonata.

Contribuisce al rialzo il settore oil, con il petrolio tipo Brent che si apprezza del 2,03%, 77,86 dollari al barile, mentre il Wti segna +2,92%, 72,59 dollari al barile. I prezzi dell’oro nero salgono in scia al calo delle scorte settimanali Usa, superiore delle attese e alla minaccia americana di colpire con sanzioni chi non sospenderà le importazioni di petrolio da Teheran entro il 4 novembre. L’ultimatum non spaventa Pechino, che continuerà a cooperare con i Paesi del Medio Oriente, mentre la Russia valuterà dal punto di vista legale la possibilità di acquistare petrolio iraniano.

S’indebolisce l’euro e il cambio con il dollaro scende in zona 1,159. In rosso l’oro, in area 1254 dollari l’oncia.

Seduta positiva per il secondario italiano: il rendimento del decennale scende a 2,82%, mentre lo spread con il Bund si restringe del 3,33% a 249.60 punti base. Il movimento al ribasso è favorito da una maggior propensione al rischio, mentre il presidente della Commissione Finanze al Senato Alberto Bagnai (Lega) dice che il nuovo governo italiano non farà nulla per danneggiare l’euro.

Buone notizie dal Tesoro che ha assegnato tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot a sei mesi offerti in asta oggi, con il tasso che torna sotto l’1%. Il rendimento medio scende a 0,092% dall’1,213% del collocamento di maggio, quando si era nel pieno della crisi istituzionale. La domanda raggiunge i 12,884 miliardi con un rapporto di copertura in netto rialzo a 1,98 da 1,19 di un mese fa. Sul fronte macro invece si registra l’allarme di Confindustria per una crescita del Pil 2018-2019, inferiore alle previsioni, con il rischio di una manovra correttiva. C’è da segnalare inoltre che il premier Giuseppe Conte, illustrando alla Camera e al Senato la posizione del governo al consiglio europeo di domani e venerdì, sostiene che l’Italia è contraria a trasformare il fondo salva-Stati Esm in un Fondo monetario europeo che “finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti”. Sul tavolo dell’incontro anche il pesante dossier migranti.

Il calo dello spread non basta a far cambiare segno alle banche, che restano in fondo al listino: Banca Generali -3,23%; Unicredit -1,8%; Ubi -2,21%; Banco Bpm -1,8%; Intesa -1,53%. Male Carige, -1,27%, fiaccata dalle tensioni interne al cda. Dopo le dimissioni del presidente Giuseppe Tesauro, oggi ci sono quelle del consigliere Stefano Lunardi.

Chiudono in rialzo Cnh +2,83% e Unipolsai +2,59%.

Gli acquisti premiano Mediaset, +1,34%, nel giorno dell’assemblea che ha chiuso le porte in faccia a Vivendi.

Stamane, a Cologno, per il bilancio 2017 e il rinnovo dei vertici, è stato negato l’ingresso a un delegato di Simon Fiduciaria, in rappresentanza del 19,9% del capitale del Biscione conferito dai francesi.

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