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Mediaset chiude la porta a Vivendi: “Fuori dall’assemblea”

Si inasprisce il braccio di ferro tra i due gruppi dopo l’affaire Premium. Rinnovato il cda e approvato il bilancio 2017, chiuso con il ritorno in utile di Mediaset – Confalonieri sul futuro dell’azienda: “Aggregazioni e combinazioni di imprese europee sono l’unica alternativa possibile”.

Mediaset chiude la porta a Vivendi: “Fuori dall’assemblea”

Si incendia di nuovo la battaglia tra Mediaset e Vivendì. Il cda del Biscione, attraverso un a delibera, ha negato l’accesso ai lavori dell’assemblea tenutasi oggi a Simon Fiduciaria, il trust a cui il colosso francese ha intestato fiduciariamente il 19,9% del capitale di Mediaset in suo possesso (il restante 9,6% è rimasto direttamente nelle mani di Vivendi, che invece non si è presentata) opponendosi anche alla sua richiesta di esercitare i diritti di voto.

A comunicare la notizia è l’azienda di Cologno Monzese che spiega come la decisione sia “stata assunta sulla base di pareri legali esaminati dal cda” ritenendo che le azioni “sono state acquistate in violazione” degli impegni assunti dall’azienda guidata da Vincent Bolloré con Mediaset nell’ambito del contratto di vendita di Premium siglato nell’aprile 2016 e poi non rispettato dal gruppo transalpino.

Parlando dell’assemblea, Mediaset ha dato il via libera al nuovo consiglio di amministrazione – in carica per i prossimi tre esercizi – confermando Fedele Confalonieri alla presidenza. Il numero dei consiglieri scende a 15, di cui 12 appartenenti alla lista di maggioranza di Fininvest: Fedele Confalonieri, Pier Silvio Berlusconi, Marco Giordani, Gina Nieri, Niccolò Querci, Stefano Sala, Marina Berlusconi, Danilo Pellegrino, Carlo Secchi, Marina Brogi, Francesca Mariotti, Andrea Canepa. Per la lista dei fondi entrano tutti e tre i componenti: Giulio Gallazzi, Costanza Esclapon e Raffaele Cappiello.

Nello stesso contesto è stato anche approvato il bilancio 2017, che segna il ritorno all’utile per Mediaset. L’anno scorso si è infatti chiuso con un risultato netto pari a 69,2 milioni di euro, che diventano 90,5 milioni a livello consolidato. In crescita anche i ricavi, saliti oltre quota 3,6 miliardi. “Dopo tre anni di mandato assembleare vi consegniamo un gruppo sano e forte, con un management molto esperto e motivato. Abbiamo tenuto fede agli impegni, difeso l’azienda e il suo valore da una concorrenza molto dura, da operazioni ostili, in un contesto generale di contrazione delle risorse”, ha detto ai soci Confalonieri.
Il presidente del gruppo si è poi soffermato sul futuro dell’azienda, affermando che Mediaset dovrà guardare fuori dall’Italia perché l’unica alternativa per il mercato dei contenuti televisivi è quella di “aggregazioni e combinazioni di imprese europee”.

Quella europea – ha aggiunto Confalonieri – è una agenda molto intensa dove la forza deriva dall’essere insieme e dall’essere uniti dagli stessi interessi. Il tema sostanziale è la mancanza di alternative concorrenziali, o meglio, l’alternativa non può che venire da aggregazioni e combinazioni di imprese europee”.

Dobbiamo guardare con interesse a una prospettiva di crescita internazionale nel nostro alveo naturale che è l’Europa” ha poi spiegato il presidente – “Perché internazionali? Per creare una scala di business più ampia che permetta di perseguire opportunità che oggi non sono alla nostra portata; per rafforzare la leadership nei contenuti sia in termini di produzioni locali che di acquisizione dei diritti internazionali; per effettuare investimenti dimensionalmente adeguati in ambiti chiave per lo sviluppo quali contenuti, tecnologia, dati, servizi over-the-top; per definire standard tecnologici e regolamentari a livello sovranazionale.

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