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Borsa: Milano in recupero, spread in calo ma sotto pressione

Listini europei positivi in scia al rinnovo dell’accordo commerciale tra Canada, Messico e Stati Uniti. Piazza Affari recupera metà delle perdite del venerdì nero post manovra al 2,4%. Riprendono quota le banche. Il Petrolio ancora in rialzo spinge Eni e Saipem. Bene la scuderia Exor-Fca – Nuovo tonfo di Telecom Italia – Euro ancora in calo sul dollaro

Borsa: Milano in recupero, spread in calo ma sotto pressione

Nell’attesa di indicazioni più precise sulla manovra, scende, come previsto, la febbre sul debito italiano. La Borsa di Milano, dopo i primi prezzi in rosso, ha avviato un recupero dai minimi di venerdì, assicurandosi il primo posto tra i listini europei: alle 12 l’indice segnala un rialzo attorno all’1,60%, poco sopra 21.050 punti.

Positive anche le altre piazze, sull’onda del rinnovo dell’accordo tra Usa e Canada sui commerci: Francoforte avanza dello 0,7%, Madrid +0,9%, Parigi +0,2%. Quasi piatta Londra (+0,07%): oggi ha preso il via la conferenza del partito conservatore, a poco più di un mese dalla Brexit. In Europa salgono le società dell’alta tecnologia, del petrolio e della chimica. Quelle dei viaggi sono zavorrate da Ryanair, -8% a Dublino dopo l’allarme sugli utili.

L’euro si svaluta per il quarto giorno consecutivo a 1,159.
Prosegue il trend al rialzo del petrolio: stamattina il Brent tratta a 83,2 dollari il barile, dal +5% della scorsa settimana. Eni +0,7%, Saipem +3%, Tenaris +4%. In un report Mediobanca Securites scrive che l’annuncio dell’accordo sul Nafta avrà un impatto positivo per Tenaris, anche se i tubi non sono stati oggetto dell’intesa. “Riteniamo che gli Usa potrebbero cambiare l’attuale sistema di dazi al 25% contro Messico e Canada in un sistema basato sulle quote più amichevole. Di conseguenza, questo dovrebbe fare bene a Tenaris, che ha impianti manifatturieri in Messico e Canada”. Mediobanca Securities mantiene la raccomandazione “Outperform” con un prezzo obiettivo di 19,5 euro.

Si spegne la fiammata iniziale dello spread, ma i prezzi restano sotto pressione. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano il BTp dicembre 2028, e il Bund agosto 2028, dopo aver toccato in apertura 288 punti base dai 267 punti del finale di venerdì, è sceso a quota 270. Il rendimento, che è volato in avvio al 3,35% contro il 3,15% del finale della vigilia, si attesta al 3,21. Si indebolisce anche il biennale, a 1,10%, da 0,99% della chiusura.

Ad agosto dopo la flessione dei due mesi precedenti, si stima una ripresa dell’occupazione che coinvolge sia i dipendenti permanenti sia quelli a termine. Il tasso di occupazione raggiunge il 59% e la disoccupazione scende sotto la soglia del 10%, tornando ai livelli dell’inizio del 2012. Lo segnala l’Istat, che diffonde i dati di agosto degli occupati con la stima che indica un +0,3% su base mensile, pari a +69 mila unità. Per il secondo mese consecutivo, la stima delle persone in cerca di occupazione è in forte diminuzione (-4,5%, pari a -119 mila unità).

In evidenza la scuderia Exor (+1,35%). Fiat Chrysler avanza del 3%, festeggiando l’accordo sul Nafta. Ferrari +1,8%. Il ceo Mike Manley dovrebbe procedere oggi ad alcune nomine. Alla guida dell’area Emea dovrebbe essere chiamato Pietro Gorlier, finora alla guida del business dei componenti. Previste nomine anche per l’America settentrionale, con la scelta dei successori dello stesso Manley in Jeep e Ram. Uno dei nomi più quotati è quello di Harald Wester, attuale direttore del dipartimento di tecnologia.

In terreno positivo anche la Juventus (+1,36%) nonostante l’uscita di scena dell’ad Beppe Marotta.

Soffre invece Tim: -2% a 0,51 euro, il minimo degli ultimi cinque anni. Barclays taglia il giudizio a Underweight, target price a 0,43 euro. Si è conclusa la dodicesima giornata di rilanci dell’asta per l’assegnazione delle frequenze per il 5G che ha fatto salire a 5.958.562.258 euro l’ammontare complessivo delle offerte. La gara riprende oggi. Moodys segue con attenzione, in quanto ritiene probabile un aumento del debito di TIM, ma il rating non è minacciato.

Tengono le banche nonostante il livello dello spread e il taglio a neutral del settore ad opera di Citi: Unicredit +0,7%, Intesa Sanpaolo +0,8%  e Banco Bpm -0,3%.

Mediobanca (+2%) ridurrà la sua quota in Generali (+1%), vendendo circa il 3%, tra maggio e giugno 2019. Una parte di queste azioni potrebbero essere rilevate da Caltagirone e da Del Vecchio. UnipolSai +1,3%.

Ubi Banca
(+0,5%) ha perfezionato la cessione del 95% di titoli mezzanine e junior della cartolarizzazione per valore complessivo di 2,75 miliardi di sofferenze. Credito Valtellinese -2%. Undici consiglieri su 15 del board di Credito Valtellinese, tra cui il presidente Miro Fiordi, hanno comunicato le dimissioni a partire dal 12 ottobre, quindi poco prima dell’inizio dell’assemblea, chiesta dal socio Denis Dumont.

Nel resto del listino bene Leonardo (+2%) e Fincantieri (+1,5%) che si è aggiudicata con Lockheed Martin il contratto per la costruzione della nave LCS 29.

Sospesa per eccesso di ribasso Astaldi, che venerdì sera ha comunicato che a fine giugno aveva un debito totale finanziario netto di 1,898 miliardi. La società delle costruzioni, in gravi difficoltà finanziarie, ha detto che prosegue il negoziato che la trattativa sulla cessione della quota nella concessione del terzo ponte sul Bosforo.

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