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Borsa: le banche rimbalzano dopo le rassicurazioni sugli Npl

Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bper, Ubi e Banco Bpm hanno rassicurato il mercato sullo scarso impatto delle richieste della Bce sugli Npl – Dopo aver perso il 4,1% in due sedute, i titoli bancari rimbalzano e spingono al rialzo il Ftse Mib.

Borsa: le banche rimbalzano dopo le rassicurazioni sugli Npl

L’allarme Npl sembra rientrato a Piazza Affari dopo le rassicurazioni delle principali banche italiane sugli accordi presi singolarmente con la Vigilanza Bce sulla copertura dei crediti deteriorati. Il Ftse Italia Banche viaggia in rialzo dell’1,9% dopo aver perso il 4,1% nelle sedute di lunedì e martedì. Positivi tutti i principali istituti: Unicredit +2,7%, Finecobank +2,18%, Intesa Sanpaolo +1,8%, Banco Bpm +1.2%. Fuori dal Ftse Mib (+0,6%) sale dello 0,5% anche Monte dei Paschi, la più colpita dalle vendite dopo che venerdì scorso la banca aveva comunicato la richiesta ricevuta dalla Bce “di implementare, nei prossimi anni (fino alla fine del 2026) un graduale aumento dei livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere alla fine di marzo 2018, secondo una logica complementare alle indicazioni fornite nell’Addendum alle linee guida della Bce per le banche sui crediti deteriorati (Npl) generati a partire da aprile 2018”.

A Piazza Affari le banche tentano dunque il rimbalzo dopo i timori legati alle lettere inviate da Francoforte sullo Srep con le quali l’Authorityha chiesto di svalutare fino al 100% i crediti deteriorati entro una scadenza indicata nel 2026. La paura più forte riguardava il fatto che le raccomandazioni del cosiddetto Addendum potessero essere estese anche allo stock esistente prima del 1° aprile 2018, oltre che sui nuovi Npe generatisi a partire da quella data.

Sulla questione Unicredit ha precisato che a partire dal terzo trimestre 2016, la banca “ha ridotto il suo portafoglio di crediti deteriorati di oltre 36 miliardi (dato aggiornato al terzo trimestre 2018). Conseguentemente, il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti per il ‘Group Core’ si è attestato a 4,3% nel terzo trimestre del 2018, in linea con la media del campione EBA”.

“Unicredit – si legge nella nota – è impegnata ad azzerare il suo portafoglio Non-Core entro il 2021. Inoltre la banca ha un indice di copertura del 62% dello stock di crediti deteriorati, che si è dimostrato il più alto in Europa negli ultimi stress test condotti dall’EBA in scenari avversi”.

In virtù dei dati riportati, l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier “ritiene che il dialogo normativo con la Bce possa portare a un impatto basso, a una sola cifra in termini di punti base, sul suo CET1 in riferimento alla copertura aggiuntiva del suo stock di crediti deteriorati, per ogni anno fino al 2024, data indicata dalla BCE nella sua comunicazione”.

Rassicurazioni sono arrivate anche da parte di Intesa Sanpaolo che “’non ravvisa impatti significativi per quanto riguarda gli obiettivi e le previsioni di natura economica e patrimoniale già resi noti al mercato per l’esercizio 2018 e per il piano di impresa 2018-2021′ da una stretta della Bce sulla copertura dello stock di npl, in linea con le previsioni dell’Addendum pubblicato dall’Eurotower a fine 2017.

Tra il 15 e 16 gennaio anche Bper, Ubi, e Banco Bpm hanno rassicurato il mercato, sottolineando di non aspettarsi impatti significativi dalle richieste della Vigilanza europea.

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