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Borsa, la Cina affossa il lusso. Tonfo Stm con i Tech

Il warning di Apple e le preoccupazioni per la frenata cinese fanno soffrire la moda e i gradi marchi in Europa, da Lvmh a Ferragamo – Banche più resistenti rispetto a mercoledì – Perde quota Fca – Spread in rimonta – Ancora balzo della Juventus.

Borsa, la Cina affossa il lusso. Tonfo Stm con i Tech

L’allarme utili lanciato da Apple, il primo da quasi 12 anni spinge all’ingiù i titoli tech trascinando al ribasso le Borse europee. Anche il settore lusso paga un pedaggio alle preoccupazioni per la frenata della Cina. Di conseguenza sono in rosso tutti i listini del Vecchio Continente, compresa Piazza Affari, in ribasso dello 0,54% circa attorno a 18.200 punti. Fanno peggio Francoforte -1,19% e Parigi -1,15%. Perdite più contenuti per Madrid -0,11% e Londra -0,36%. Si indeboliscono i future a Wall Street si indeboliscono ulteriormente, il Nasdaq anticipa un avvio in calo del 2,6%. 

Ieri sera dopo la chiusura il ceo Tim Cook ha rivisto al ribasso le stime sui ricavi del trimestre di 84 miliardi. Immediato il calo dell’8% nel dopo Borsa. Se il dato verrà confermato, la capitalizzazione scenderà di 60 miliardi di dollari. La caduta di Apple ha condizionato l’andamento di tutta la filiera dei fornitori. Il titolo Stm scivola a Piazza Affari sotto 11 euro: Akros e Equita confermano il rating buy rispettivamente a 23 e a 22 euro. Analoghi i cali degli altri titoli della filiera della Mela che rappresentano l’11% circa del fatturato di Stm. Le perdite peggiori riguardano Ams Holding -19,4%, la società che fornisce i chips per i sensori di riconoscimento facciale degli ultimi iPhone. 

Sul fronte macro si allarga in mattinata lo spread tra il Bund decennale e il Btp: 264 punti base contro i 253 dell’apertura. Il rendimento del Btp 10 tocca  2,81%, una dozzina di punti più della vigilia (la peggiore performance giornaliera da  un mese). Il due anni sale a 0,54% (+ 7 punti). 

Poco mosso il cross Euro/Usd a 1,137. Nelle prime due sedute del 2019 il biglietto verde ha già guadagnato l’1,1% contro a moneta unica. L’oro si è spinto in apertura sui massimi da maggio a 1.291 dollari l’oncia, favorito dagli acquisti di beni rifugio.

Il Petrolio risale: Brent +0,1% a 54,90 dollari. Si fronteggiano due forze: i timori di ricadute sul lato della domanda dal rallentamento dell’economia cinese, le attese di un ulteriore taglio della produzione da parte dell’Opec. Oggi arriveranno i dati sulle scorte di petrolio Usa. Tengono i petroliferi. Eni +0,5%, Saipem -0,6%. 

I timori di un rallentamento dell’economia cinese pesa sui titoli del lusso: Moncler cede il 3,16%, Salvatore Ferragamo il 2,53%, Tod’s – 1,08%. Grazie al volo del Bovespa brasiliano, ai massimi dopo l’insediamento del nuovo presidente, Tim mette a segno un rialzo del 2%, rimbalzando così dai minimi. 

Male l’automotive: Pirelli -2,70%, in forte calo anche Fiat Chrysler -1,13% dopo il calo di oltre il 10% delle vendite del 2018 in Italia. In ribasso anche Exor -1,11% e Ferrari -1,64%. Nella galassia Agnelli continua a brillare la Juventus con un rialzo che sfiora il 5%.

Resta sospesa Carige (chissà per quanto tempo). Contrastati gli altri bancari:   Intesa  +0,2%, Unicredit  -0,8%. Banca Ifis +2,3%, ha rilevato da Mps un portafoglio di crediti NPL per 1,16 miliardi di valore nominale. Generali +0,3%. Leonardo Del Vecchio è salito al 4,07% circa del capitale sociale. 

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