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Borsa, bene banche e Eni ma Mps tocca i minimi

Continua a pesare il timore di una riduzione degli acquisti di titoli da parte della Bce – Milano è partita meglio delle altre Piazze europee ma poi ha azzerato i guadagni – L’ipotesi di rialzo dei tassi avvantaggia banche e assicurazioni che guidano i rialzi – Petrolio in risalita dopo i dati sulle scorte Usa – Negative le utility

Nonostante le smentite l’indiscrezione di Bloomberg su una possibile riduzione degli acquisti di titoli da parte della Bce continua ad aver credito sui mercati. Dopo un avvio negativo, i mercati hanno registrato un rimbalzo grazie alla spinta di banche ed assicurazioni, potenziali beneficiarie di un rialzo dei tassi. Ma il rally ha avuto vita breve: l’attività del settore dei servizi in Italia, a giudicare dall’indice Pmi servizi, ha rallentato il ritmo di crescita a settembre. “I dati più recenti sull’economia italiana delineano uno scenario di persistente debolezza dei livelli di attività economica”, conferma la nota mensile dell’Istat.

Alle 12 l’indice Ftse Mib segnala un calo dello 0,16% poco sopra i 16.200 punti. Perdite tra lo 0,7 e lo 0,8% per Francoforte, Parigi e Madrid. Londra, ieri ai massimi dalla primavera 2015, arretra di mezzo punto.

Il mercato sconta l’effetto della possibile riduzione degli acquisti di titoli da parte della Bce prima del termine previsto, sul modello del “tapering”’ della Fed. Il rendimento del Btp a 10 anni è salito all’1,38% da 1,26% ai massimi dal 26 giugno.

Il rendimento del Bund decennale è salito a -0,05% da -0,9%. L’ipotesi di un rialzo dei tassi avvantaggia in prospettiva banche e assicurazioni che sono i due comparti migliori di stamattina. L’euro, che ieri era sceso contro il dollaro a 1,117, è risalito a 1,121.

In terreno positivo a Milano banche, assicurazioni e petroliferi.

Guida il rialzo Ubi +2,3% seguita da Pop. Emilia +1,9%. Pop. Milano +0,4%, Unicredit +0,7%. Meglio Intesa +1,3%.

Continua invece la frana di Monte Paschi -4,6% che fa segnare un nuovo minimo storico. È stato fissato per venerdì 14 ottobre un consiglio di amministrazione che dovrà dare un aggiornamento dell’avanzamento del piano industriale, progetto che verrà approvato dieci giorni dopo, cioè lunedì 24 ottobre. La Consob ha esteso fino al 5 gennaio 2017 il divieto di vendita allo scoperto. A Francoforte Deutsche Bank guadagna lo 0,3%. La newsletter Platow Brief ha scritto che gli azionisti pubblici della banca si dicono fiduciosi di poter arrivare ad un accordo per la fine di ottobre con le autorità americane per 4/5 miliardi.

Bene le assicurazioni: Generali+2%, UnipolSai+1,8%, Unipol +1,3%.

I prezzi del petrolio sono in rialzo dopo la diffusione dei dati Api (American petroleum institute) che indicano scorte Usa di greggio in calo per la quinta settimana di fila. Il Brent sale dell’1,3% a 51,56 dollari al barile, il Wti è in rialzo dell’1,3% a 49,34 dollari. A Piazza Affari Eni avanza dello 0,8%: Deutsche Bank ha alzato il giudizio a Buy da Hold, il target price è 15,25 euro. Il gruppo ha siglato un accordo con la compagnia statale del Mozambico Enh della durata di 20 anni con Bp per la vendita di gas naturale liquefatto (Lng) dal giacimento South Coral, un passaggio importante per avviare il progetto. Saipem +0,4%, Tenaris +0,7%.

Il timore di un rialzo del costo del denaro pesa invece sulle utility: Enel -1%, Acea -1,5%, Snam -1%.

Telecom Italia perde l’1,8%. l gruppo francese delle telecomunicazioni Sfr perde il 5%, dopo che l’antitrust ha bloccato l’offerta del concorrente Altice.

Debole la scuderia Agnelli: Exor -0,6%: Ubs ha alzato il target price a 35 euro da 32 euro, confermato il giudizio Neutral. Fiat Chrysler -0,6%.

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