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Borsa 29 febbraio: l’inflazione rallenta e i mercati respirano. Btp Valore ok e a Milano vola Saipem (+13%)

Inflazione secondo le attese in America e in rallentamento in Francia e Germania: corrono il listino di Francoforte e il Nasdaq. A Piazza Affari vola Saipem. Sempre sugli scidi il Btp Valore

Borsa 29 febbraio: l’inflazione rallenta e i mercati respirano. Btp Valore ok e a Milano vola Saipem (+13%)

L’inflazione statunitense, in linea con le attese, non ha portato la scossa sperata sui mercati, che chiudono oggi contrastati in Europa e si muovono incerti a Wall Street, nell’ultimo giorno di un mese brillante su entrambe le sponde dell’Atlantico. I livelli degli indici sono molto alti e trovare la spinta necessaria a superare sé stessi non è così scontato; continuano a macinare guadagni intanto le criptovalute, mentre in Italia il nuovo Btp Valore aggiunge oggi oltre due miliardi, per una domanda totale intorno ai 17 miliardi. Domani si chiude.

Borsa 29 febbraio: a Piazza Affari volano Saipem e Moncler

Il Ftse Mib di Piazza Affari termina il mese con un guadagno del 6,4% circa, anche se oggi toglie lo 0,11% fermandosi a 32.580 punti base.    

A fare da argine alle perdite sono stati i forti guadagni di Saipem (+13,31) e Moncler (+4,98%), dopo le trimestrali, ma pesano sul piatto della bilancia giornaliera le vendite su Telecom, -2,63%, che paga lo scotto di un ordine si sequestro preventivo di 250 milioni da parte della Guardia di Finanza per una presunta frode informatica commessa a danno di migliaia di consumatori e utenti dei servizi telefonici. 

Scendono inoltre Iveco -2,61%, Cucinelli -2,46%, Inwit -1,73%. Le prese di beneficio mandano in rosso  Ferrari, -1,22%, mentre nella parte alta del listino Saipem festeggia i risultati 2023 resi noti ieri sera, che sono oltre le attese, con un ritorno all’utile per 179 milioni rispetto alle perdite per 209 milioni del 2022. 

Moncler, sempre ieri, a mercati chiusi, ha mostrato ricavi vicini a 3 miliardi di euro e in crescita del 17% e oggi incassa l’innalzamento del prezzo obiettivo da parte di alcuni broker come Ubs (a 72 da 63 euro), Rbc (a 64 da 55 euro), Jefferies (a 60,5 da 52,5 euro), JP Morgan (a 63 da 58 euro).

L’effetto risultati si è fatto sentire oggi anche su Poste, che chiude con un progresso del 3,09%, con l’annuncio l’annuncio di un dividendo per l’anno fiscale 2023 pari a 0,80 euro per azione, in crescita di circa il 13% rispetto alla proposta originaria di 0,71 euro.

Prysmian sale del 2,58% nonostante i risultati in linea con le previsioni degli analisti.

Tra le banche resta in luce Mps, +1,04%, mentre Banca Popolare di Sondrio perde il 2,61% dopo la conferma che a partire dal 18 marzo prenderà il posto di Banca Generali (-0,49%) nel paniere principale. Quest’ultima passerà  alle Mid cap.

In Europa Francoforte aggiorna i massimi

Nel resto d’Europa resta tonica Francoforte, +0,36%, che aggiorna ulteriormente il suo massimo storico spinta da Siemens, Porsche e Allianz. Dalla Germania arrivano anche buone notizie sull’inflazione: la stima preliminare di febbraio mostra prezzi al consumo in rallentamento a +2,5% (su base annua) da +2,9% di gennaio e contro stime di mercato di +2,6%. Si tratta del livello più basso da giugno 2021 e sempre più vicino all’obiettivo del 2% della Bce. L’indice armonizzato è però un po’ più alto, h +0,6% su mese e +2,7% su anno, in linea con le attese.  

Gli altri listini: Amsterdam +0,12%, Londra +0,06%, Parigi -0,34%, Madrid -0,71%.

Wall Street incerta con i dati macro; Bostic vede un taglio dei tassi in estate

Wall Street, faro delle borse mondiali, si muove incerta dopo una serie di dati macroeconomici in chiaroscuro.

L’indice dei prezzi delle spese per i consumi personali (Pce) di gennaio è in linea con quanto stimato dagli osservatori: +0,3% rispetto a dicembre (il mese scorso il dato è stato rivisto a +0,1% da +0,2% precedentemente indicato). 

Nei 12 mesi fino a gennaio, l’inflazione Pce aumenta del 2,4% ed è l’incremento più contenuto su base annua dal febbraio 2021, dopo l’aumento del 2,6% registrato a dicembre.

Sul fronte lavoro le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione sono oltre le attese, mentre l’attività industriale nell’area di Chicago uso mese è rimasta in contrazione come nei due mesi precedenti. Il PMI manifatturiero è sceso a 44 punti da 46, mostrando un andamento peggiore di quanto previsto (48).

In chiave Fed non ci si discosta molto da un probabile taglio dei tassi a metà anno. Per il falco Raphael Bostic sarà “probabilmente appropriato” tagliare i tassi d’interesse “in estate”, poiché ”l’inflazione è scesa più velocemente di quanto mi aspettassi […] ma bisogna restare vigili e attenti”.

Rimbalza Nvidia, giù Birkenstock nonostante Barbie

Tra i vari titoli a stelle e strisce si rimette in moto la regina dei chip per l’intelligenza artificiale Nvidia, +1,94. Il tema resta molto attrattivo e l’azienda di intelligenza artificiale C3.AI balza del 24,9% dopo aver pubblicato risultati trimestrali migliori del previsto. Nasdaq +0,3%.

Birkenstock perde invece il 5,25%, anche se la trimestrale è oltre le attese e i ricavi sono cresciuti del 22% (annuo). A solleticare negli Usa la domanda delle comode (ma poco sexy) calzature di origine tedesca è stato il fatto che persino Barbie le indossa nell’omonimo film. 

Si rafforza il dollaro

In questo contesto e dopo le parole di Bostic il dollaro si rafforza contro l’euro per un cambio intorno a 1,08. Resta in luce invece lo yen, dopo che il membro del board della banca centrale giapponese, Hajime Takata, ha detto che stanno aumentando le spinte affinché finisca l’era dei tassi negativi.

Prende fiato il bitcoin, ma si muove anche oggi oltre i 60mila dollari a 62.

A Wall Street corrono anche le principali società di criptovalute come Coinbase Global e Microstrategy.

A fronte dell’andamento dell’inflazione Usa che mantiene l’attenzione su un possibile allentamento monetario negli Usa a giugno-luglio, sono in rialzo i prezzi dei T-Bond e il decennale mostra un tasso in calo a 4,23%. Sono poco mossi i prezzi del petrolio.

Spread stabile

Dopo i dati preliminari sull’inflazione tedesca si riducono i rendimenti dei titoli di Stato del blocco, in attesa dei dati sull’inflazione nella zona euro in uscita domani.

Lo spread tra i decennali di Btp e Bund rimane a 144 punti base, ma i rendimenti scendono rispettivamente al 3,82% e 2,38%.

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