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Borsa 15 settembre: i mercati fiutano che la corsa al rialzo dei tassi sta finendo. Anche Cina e Ipo Arm danno fiducia

Aprono in rialzo i mercati europei: Ftse Mib oltre 29.000 punti. Il comunicato della Bce sul futuro prossimo dell’economia e della politica monetaria riaccende la corsa alle azioni ma anche la nuova discesa dell’euro e il rimbalzo dei Btp – Industria cinese meglio del previsto – Intesa Sanpaolo sugli scudi

Borsa 15 settembre: i mercati fiutano che la corsa al rialzo dei tassi sta finendo. Anche Cina e Ipo Arm danno fiducia

L’aumento dei tassi numero 10 in 14 mesi annunciato giovedì dalla Bce ha avuto l’effetto di un mantello rosso agitato in una corrida. Il Toro è partito alla carica nella presunzione, avvalorata da un passaggio dl comunicato finale di Francoforte che probabilmente il ciclo dei rialzi è finito: a contenere l’inflazione (e ad evitare la recessione) dovrebbe bastare il costo del denaro di oggi, peraltro il più elevato dalla nascita della Bce nel 1999. Di qui la corsa delle azioni ma anche la nuova discesa dell’euro ed un rimbalzo dei Btp. Una reazione a sorpresa che promette di proseguire in mattinata. A fornir nuova energia al rialzo sono i dati positivi in arrivo dalla Cina ma anche il debutto più che positivo di Arm a Wall Street: +25%, un dato che potrebbe precedere una nuova ondata di quotazioni di titoli tecnologici.

Le Borse dell’Europa allungano il passo in apertura

Le borse dell’Europa aprono in rialzo, future EuroStoxx50 +0,7%. Il Ftse Mib supera di slancio i 29.000 punti e apre in rialzo dello 0,73%. Ieri era salito dell’1,4%. A questi livelli la settimana potrebbe chiudere a +2%, il miglior dato da due mesi. Il Dax di Francoforte dell’1%.

La prospettiva di un cambio di scenario sui tassi ha premiato soprattutto i settori più “in ritardo” da inizio anno. Materie di Base, Real Estate, Oil e Utility hanno messo a segno guadagni superiori al +2%.

Btp record, scende lo spread

Nel giorno delle comunicazioni della Bce, l’euro ha perso lo 0,8% a 1,064, minimo da marzo. Il rialzo dei tassi di deposito al 4% è stato accompagnato da un commento che rende molto probabile una pausa nella stretta monetaria.

I Btp guidano il rally dei titoli di Stato nella miglior seduta dal 23 agosto: lo spread è tornato indietro a 174 punti base da 180 di giovedì mattina. Il decennale italiano rende il 4,33%, il Bund a 2,59%.

La Bce ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita solo +0,7% quest’anno, meno delle stime avanzate lunedì dalla Ue, +1,0% il prossimo). L’inflazione chiuderà il 2023 a +5,6%,+  3,2% nel 2024.

Meglio del previsto l’industria cinese 

L’immobiliare continua a soffrire ma in compenso arrivano note incoraggianti dall’economia cinese: le vendite al dettaglio e la produzione industriale hanno registrato una crescita migliore del previsto e la banca centrale ha tagliato le riserve obbligatorie delle banche.

L’Hang Seng di Hong Kong guadagna l’1,2%, +0,5% il bilancio settimanale. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,5%, -0,6% la settimana.

I consumi sono cresciuti del 4,6% ad agosto rispetto a un anno fa, battendo le aspettative di crescita del 3% previste da un sondaggio Reuters. L’aumento è stato anche più rapido del 2,5% su base annua registrato a luglio.

La produzione industriale è cresciuta del 4,5% ad agosto rispetto a un anno fa, meglio delle previsioni del 3,9% e più velocemente dell’aumento del 3,7% registrato a luglio. Sotto le aspettative gli investimenti in capitale fisso, +3,2% su base annua ad agosto.

La Banca centrale cinese aiuta la liquidità

Nel corso della notte è arrivato il comunicato della banca centrale cinese che annuncia il taglio di 25 punti base della quantità di liquidità che le banche devono tenere a disposizione.

Indice Nikkei della borsa di Tokyo +1,3%, +3% la settimana. La produzione industriale è scesa dell’1,8% nel mese scorso. 

Kospi di Seul +1,3%, +2,3% la settimana. BSE Sensex di Mumbai +1%, +2,3% la settimana.

Wall Street sale. Scattano gli scioperi dell’auto

Borse con il vento in poppa anche in Usa dopo dati buoni in arrivo dall’economia ma non così buoni da sollecitare la Fed ad un nuovo aumento del costo del denaro.

I consumi di base si stanno indebolendo ma di certo non stanno crollando, la corsa dei prezzi alla produzione depurati dal costo del carburante e dell’energia ha frenato anche il mese scorso.

Future in lieve rialzo. Giovedì a Wall Street il Dow Jones ha guadagnato l’1%, miglior seduta dai primi di agosto. Nasdaq +0,8%.

Alla vigilia della vertenza dell’auto, che si annuncia aspra e lunga, Ford e General Motors hanno ricevuto un giudizio positivo (Buy) da parte di Ubs.

Il mercato delle obbligazioni governative Usa è rimasto sulle posizioni di partenza in attesa del meeting della FED del 20 settembre. Treasury Note dieci anni a 4,27%. Treasury 2 anni a 5,0%

Petrolio e dollaro al top

Il petrolio e il dollaro hanno segnato ieri nuovi top di periodo,

  • Brent a 94,40 dollari, Wti oltre la barriera dei 90 dollari. Il petrolio segna nuovi massimi da dieci mesi e sia avvia verso la terza settimana di solido guadagno (+4% il bilancio provvisorio), sostenuto più che altro dai tagli all’offerta di Arabia Saudita e Russia nonché dai problemi in Libia. Le più importanti agenzie specializzate suggeriscono che ci sarà un continuo deficit di offerta, spingendo ulteriormente la traiettoria al rialzo dei prezzi del petrolio. Nel frattempo, però, si riducono le stime di crescita per l’anno prossimo.
  • Il dollaro (1,065 il cross con l’euro) ha completato il sorpasso: lo scorso primo gennaio era a 1,07. Se resta sui livelli di stamattina, il dollaro porta a casa la nona settimana positiva di seguito (+0,5% il bilancio provvisorio), un evento che non si verifica da almeno un decennio.  

Jefferies premia le banche ma punisce Fineco

Sempre più attuale il tema della tassa sugli extraprofitti dopo l’aumento dei tassi. Forza Italia ha presentato al Parlamento alcuni emendamenti per alleggerire la tassa. Gli emendamenti, se approvati, consentiranno agli istituti di credito di dedurre parzialmente l’importo da pagare da Ires e Irap e di esentare le banche più piccole dal pagamento dell’imposta. Prevista anche la richiesta di escludere i titoli di Stato dal calcolo dell’extraprofitto.

Jefferies ha alzato il target price di Unicredit, di Banco BPM e di Bper Banca Promossa a Buy Intesa Sanpaolo. Tagliato il target di Fineco Bank e di Banca Generali

Moncler, Salvatore Ferragamo: Socgen taglia il target price.

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