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Borsa 15 gennaio: partenze timide, pesano i venti di guerra. Riflettori su Davos e primarie Usa. I mercati attendono le banche centrali

Spiccano gli effetti delle prime sfide elettorali dell’anno: a Taiwan vince il partito anti-Cina. Sul fronte interno, in primo piano il dossier sull’ex Ilva. Martedì saranno resi i noti i dati sull’inflazione a dicembre

Borsa 15 gennaio: partenze timide, pesano i venti di guerra. Riflettori su Davos e primarie Usa. I mercati attendono le banche centrali

Apertura di settimana orfana di Wall Street, ferma per il Martin Luther King Day. Ma a scaldare l’atmosfera ci pensano i venti di guerra che soffiano sul Golfo Persico. I raid anglo-americani contro le basi Houthi non hanno per ora azzerato la minaccia che pesa sul traffico marittimo e sulle catene logistiche dell’economia globale.

I mercati si chiedono se questa crisi, peraltro combinata con i problemi del Canale di Panama possa comportare un rialzo significativo dell’inflazione assieme ad una forte frenata della crescita. Ma a contenere questo rischio ci pensa la domanda debole sul fronte dell’energia: il petrolio comincia la settimana poco sopra gli 80 dollari.

A Taiwan vince il partito anti-Cina

Da segnalare anche gli effetti delle prime sfide elettorali dell’anno: Taiwan ha assegnato la maggioranza dei voti a Lai Ching-te, candidato del Partito democratico progressista (Dpp). Lai, 64 anni, vicepresidente uscente con studi ad Harvard è visto da Pechino come un fermo sostenitore della sovranità dell’isola. La vittoria del Dpp a Taiwan “non impedirà l’inevitabile tendenza all’unificazione con la Cina“, ha commentato il governo della Repubblica popolare di Pechino.

Anche l’economia continua a provocare problemi. Mercoledì saranno pubblicati i dati sul Pil del quarto trimestre. Le attese sono per un rallentamento in termini tendenziali, a confermare come al momento la crescita cinese stenti a riprendere forza.

Riflettori sulle primarie repubblicane in Iowa

Ma i riflettori già si spostano sulle pianure gelide dell’Iowa dove si celebra il primo atto della lunga corsa per la Casa Bianca con le primarie repubblicane. I primi dati confermano l’ampio margine di vantaggio di Donald Trump, accreditato del 48% dei voti rispetto agli altri candidati repubblicani.

Negli Usa attesa per mercoledì quando usciranno le vendite al dettaglio a dicembre, un’importante cartina di tornasole dello shopping natalizio. La previsione è di un +4%, a fronte di un atteso +4,1%. Prosegue intanto la campagna delle trimestrali dopo l’esordio boom di JP Morgan: 9,3 miliari di profitti, record storico del settore.

I mercati aspettano le banche centrali

I mercati attendono segnali dalle banche centrali sulla tempistica dell’ammorbidimento della politica monetaria. Il capo economista della Bce, Philip Lane, ha allontanato l’appuntamento con il taglio dei tassi: la decisione, ha detto che sarà valutata a giugno, insieme ai dati sulle dinamiche salariali: “Una revisione troppo rapida del costo del denaro potrebbe rivelarsi autolesionistica”.

Ripartono intanto gli acquisti di bond governativi. Treasury Note a dieci anni a 3,95%. Biennale a 4,12%. Il prezzo del decennale è salito dello 0,80% nell’arco della settimana.

Bund decennale al 2,18%. Terza settimana di ribasso per il future Bund, -0,3% rispetto a venerdì scorso. BTP decennale a 3,702%. Spread intorno ai minimi da marzo 2022, a 153 punti base. Future BTP +0,6% nella settimana. In Eurozona lunedì uscirà il dato sul Pil tedesco per l’intero 2023, che dovrebbe certificare la recessione.

Al via il forum di Davos, attesa per l’ex Ilva

In settimana si apre il forum di Davos al quale parteciperà il presidente della Bce Christine Lagarde. Sul fronte interno, resta caldo il dossier sull’ex Ilva mentre martedì verranno resi noti i dati sull’inflazione a dicembre. Altro appuntamento atteso è l’intervento del neo-governatore di Bankitalia Fabio Panetta al comitato direttivo dell’Abi, in agenda per mercoledì a Milano.

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