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Biodinamica: convegno Polimi flop, le istituzioni si defilano

Nel contestato convegno del Politecnico di Milano sulla agricoltura biodinamica il Rettore non s’è visto e il sindaco si è limitato a mandare un messaggio video – Ma la preside di Architettura annuncia un corso di laurea legato proprio alla discussa disciplina.

Biodinamica: convegno Polimi flop, le istituzioni si defilano

Si è aperta senza il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, e con un semplice video di saluti del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, la seconda giornata del discusso convegno sull’agroecologia, organizzato dall’Associazione per l’agricoltura biodinamica. I due rappresentanti istituzionali hanno così preferito defilarsi, dopo le polemiche degli ultimi giorni giorni che hanno investito la manifestazione con le accuse, per il Polimi, di sostenere apertamente una pratica, l’agricoltura biodinamica, considerata dalla scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo “una delle più antiscientifiche che esistano, che sconfina nell’esoterismo e nella stregoneria”. Attacchi sono arrivati anche dall’Accademia dei Lincei nei confronti del FAI, che ha scelto insieme all’ateneo milanese di sostenere un evento che ha anche ricevuto patrocinio da Comune di Milano, Regione Lombardia, Triennale di Milano e finanziamenti da realtà come Pirelli e Esselunga.

Nonostante l’assenza del Rettore, il Politecnico ha comunque confermato il proprio impegno, come testimonia non solo il fatto che il convegno, che si chiude sabato e che vede la partecipazione di decine di esponenti del mondo agricolo e anche accademico, si tenga proprio nell’Aula Magna della sede di via Ampere, ma anche dall’intervento inaugurale di Ilaria Valente, preside della scuola di Architettura urbanistica e Ingegneria delle costruzioni, che ha annunciato da quest’anno un nuovo corso di laurea legato alla biodinamica: “Si chiama ‘Landscape Architecture – Land Landscape Heritage’ e riguarda l’architettura dei paesaggi e il patrimonio paesaggistico, che abbiamo voluto considerare in un’ottica di sistema, in un’ottica pluridisciplinare”.

Anche il Comune di Milano ha voluto testimoniare la propria presenza, benchè il sindaco Giuseppe Sala abbia tuttavia preferito limitarsi a un video di saluti molto breve: “Il tema del convegno mi ispira due considerazioni. La prima è che l’Associazione per l’agricoltura biodinamica è nata proprio a Milano e qui si è sviluppata, la seconda è che il tema è molto importante per la nostra città, una città che connette la vita metropolitana con la realtà agricola circostante. E c’è poi la questione ambientale, anche questa molto importante”, ha detto Sala, che stando al programma diffuso alla vigilia avrebbe dovuto aprire i lavori insieme a Resta.

Ma che cos’è l’agricoltura biodinamica? Il convegno milanese prova a raccontare una pratica nata negli anni ’20 del secolo scorso e radicata in Italia sin dagli anni ’30 con la costituzione dell’Associazione senza scopo di lucro a Milano, che vive di quote associative e contributi. Ad ispirare questa disciplina, che si definisce “sana, ecologica e sociale”, è stato agli inizi del ‘900 Rudolf Steiner. Secondo gli insegnamenti di Steiner l’azienda agricola va concepita come “una individualità a ciclo chiuso i cui organi, il suolo con le acque, le piante, gli animali e l’agricoltore stesso, operano armonicamente e riescono a raggiungere i seguenti obiettivi: aumento della fertilità del terreno, qualità dei prodotti, abbattimento dei costi, miglioramento delle problematiche fitosanitarie (legate alla salute delle piantagioni), scomparsa dei fenomeni di erosione del terreno e tutela della salute del produttore, del consumatore e dell’ambiente”.

Propositi nobili, che secondo quello che viene chiamato metodo biodinamico mettono poi a disposizione dei consumatori prodotti sani e privi di pesticidi: “Nei prodotti biodinamici trasformati sono ammessi solo 10 additivi di origine naturale, a differenza degli oltre 300 ammessi in quelli da agricoltura convenzionale“, recita un opuscolo distribuito ai partecipanti del convegno. A certificare tutto questo è il marchio internazionale Demeter (dal nome della dea greca della fertilità), che dal 1927 contrassegna in tutto il mondo la conformità delle aziende agricole che vogliano considerarsi biodinamiche agli standard fissati. Un doppio controllo, perché i prodotti vengono anche sottoposti alla più nota certificazione Bio.

Perché il mondo scientifico parla dunque di stregoneria? Lo spiega lo stesso materiale diffuso dall’Associazione: “Il metodo è definito biodinamico in quanto, oltre ad avvalersi delle conoscenze moderne nei vari settori scientifici, vengono presi in considerazione i ritmi cosmici e le forze soprasensibili insieme ad un attento studio degli elementi naturali e dei processi biologici”. Eppure parte del mondo agricolo, attraverso un comunicato del movimento #CambiamoAgricoltura, sottoscritto anche, tra gli altri, da FAI, Legambiente, Lipu e WWF, considera “strumentali gli attacchi all’agricoltura biologica e biodinamica. Si tratta dell’ennesimo tentativo di difendere pratiche agricole lontane dalla vera sostenibilità ambientale, economica e sociale, basate sugli OGM, la chimica di sintesi e la meccanizzazione pesante. I consumatori con un incremento dei loro acquisti di prodotti biologici del 20% nell’ultimo anno ed i 59.959 operatori della filiera del biologico, con il 14,5% della superficie agricola utilizzata certificata Bio (Fonte CREA 2017), spaventano i sostenitori degli OGM e dei pesticidi”.

Vengono citati anche appigli scientifici, come la rivista The Lancet che ha osservato che “i bambini con stile di vita che contempla alimentazione da agricoltura biodinamica hanno mostrato una considerevole diminuzione del rischio di allergie”. Oppure Science, che ha scritto che “il metodo biodinamico è sostenibile, restituisce fertilità alla terra e preserva la biodiversità”. Ma la verità è che il mondo scientifico si sta ora compattando dietro le parole della senatrice a vita Cattaneo, che aveva esortato il Politecnico a prendere le distanze: “Le istituzioni tecnico-scientifiche sono i “globuli bianchi” del Paese. In un sistema immunodepresso, dove chi ha il dovere di vigilare viene meno alla sua funzione, trovano facile spazio ciarlatani e narrazioni che condizionano le libere scelte e allontanano cittadini e politici dalla realtà”.

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