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Bella Roma, il retake più grande di sempre: parla Vellucci

INTERVISTA A SIMONE VELLUCCI, presidente di Retake Roma – Domenica 31 marzo si è svolto a Roma il più grande retake di sempre: migliaia di volontari e 50 associazioni al lavoro per ripulire la Capitale e restituirle il decoro che merita – Ecco come funziona

Bella Roma, il retake più grande di sempre: parla Vellucci

Il telefono fa pochi squilli. “Salve Vellucci, possiamo fare un chiacchierata sul retake di domenica 31 marzo a Roma? Vorremmo saperne di più”. “Certo volentieri. Questa settimana è molto ingarbugliata. Domani pomeriggio torno a Roma. Va bene?”. Ci incontriamo con Simone Vellucci il presidente di Retake Roma in stazione a quell’ora è molto affollata e decidiamo di trovare fuori un locale più tranquillo dove parlare. Usciamo. “Signora non dovrebbe buttare la cicca di sigaretta in terra” gli sento dire “ma non ci sono portacenere” risponde lei, lui insiste “non è una buona ragione per gettarla lì, se ne porti uno tascabile”, la casuale interlocutrice continua “ma guardi quante ce ne sono”, “appunto non aumenti il degrado” la risposta. Lo scambio dura il tempo di incrociarsi. Ecco, il nostro incontro comincia così.

Simone Vellucci è il presidente di Retake Roma: 29 anni, laurea in giurisprudenza con lode e menzione all’Università Roma Tre. “Questa è stata una tappa importante da tanti punti di vista uno dei quali, forse quello che sta producendo gli effetti più a lungo termine, è stato il fatto che ho conosciuto, nell’ambito di una selezione per uno scambio internazionale, Rebecca Spitzmiller professoressa di diritto comparato. Studiai il suo profilo, lessi qualcosa sul retake che allora era un’esperienza molto limitata e nel nostro primo incontro ci siamo messi a parlare dell’importanza del decoro urbano”.

E’ stata la scintilla da cui è partito tutto. Poi per Vellucci un’esperienza di studio negli Stati Uniti, un lavoro in Confindustria, ora quello in una società di consulenza legale di Milano e soprattutto una grande passione; Retake Roma. Domenica 31 marzo è un momento importante perché è in programma un retake che coinvolge tutta la città con quattro appuntamenti in contemporanea. Bella Roma è il motto della manifestazione e sarà il più grande retake di sempre con la partecipazione di oltre 50 associazioni, migliaia di volontari e un programma di attività che prevede azioni di rinnovo urbano, la rimozione di rifiuti abbandonati e anche giochi formativi sull’ambiente, visite guidate, laboratori e performance artistiche.

I quattro luoghi dell’evento saranno Colle Oppio (I Municipio), largo Fratelli Lumiere (III Municipio), piazza Ragusa (VII Municipio), il canale dei Pescatori a Ostia (X Municipio). Ad ognuno è abbinato un elemento naturale (rispettivamente Terra, Fuoco, Aria, Acqua), una dimensione della vivibilità della città (spazi verdi, piazze, arte urbana, accesso al mare) e un target del goal n.11 (città e comunità sostenibili) dei Sustainable Development Goals (SDG) promossi dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU. Cerchiamo di approfondire. Cos’è Retake Roma. Chi vi partecipa.

“Dal punto di vista formale è un’organizzazione di volontariato ma è in primo luogo un movimento di cittadini che promuove la qualità, la vivibilità e il decoro degli spazi urbani mantenendo la bellezza della città in un percorso di collaborazione tra i cittadini e le istituzioni in coerenza con il principio di sussidiarietà dell’articolo n.118 della Costituzione” poi Vellucci precisa facendo trasparire un certo orgoglio “oggi Retake Roma si articola in 85 gruppi di quartiere e organizza una media di 50 eventi al mese ma a Marzo sono stati 70. Un numero incredibile. Non c’è nessuna associazione in Italia che fa una cosa del genere. Da Roma è partito un modello che ora è presente in altre 40 città e questo mese abbiamo ricevuto richieste da altri paesi europei per creare gruppi Retake. Lavoriamo perché da Roma non solo ci sia una riscossa che coinvolga questa città ma dia anche un modello di cittadinanza e associativo”.

Il presidente di Retake Roma parla con passione e trasporto, ha le idee chiare. “Per me Retake è una dimensione che mi permette di conciliare il fatto di vivere a Roma facendo i conti con la frustrazione che ti danno tante piccole delusioni quotidiane, dalla signora che adesso uscendo dalla stazione ha buttato la cicca, fino al fatto di vedere quello che c’è intorno a noi, però per me è fondamentale dire io non sto fermo, sono nato e cresciuto qua e sento di aver avuto delle opportunità da questa città, alla mia comunità io devo qualcosa, devo fare la mia parte. Retake permette di fare esattamente questo. Chi è in Retake fondamentalmente condivide il fatto di voler sostituire l’impegno alla rassegnazione. Non esiste un prototipo del retaker in termini di età, professione, sesso, abbiamo una grandissima trasversalità, siamo presenti nei quartieri di periferia molto più che in centro, siamo forti su tutte le fasce d’età compresi i bambini delle elementari tranne che nell’adolescenza anche perché non siamo ancora capaci di comunicare efficacemente a quel tipo di segmento”.

Il telefono suona continuamente, gli appuntamenti si avvicinano. Continuiamo. Tanti retakes sparsi nella città durante l’anno poi ogni tanto un evento cittadino. “Retake si basa su un concetto che è difficilmente traducibile in italiano; empowerment. Quando un retaker dice secondo me dovremmo fare, bisognerebbe fare, tutti sono chiamati ad autoattivarsi, non aspettare la manna dal cielo delle istituzioni o dell’associazione, ci si aiuta ma ognuno può fare. Da li nasce il fatto che si facciano oltre 500 retakes non li fa l’associazione li fanno gli individui. Il nostro obiettivo è mobilitare sempre più persone intorno a questa missione”. Ora questo grande evento. “Ogni tanto dobbiamo cementare la nostra comunità e dire siamo in 80 quartieri, facciamo 580 cose ma siamo una comunità e abbiamo obiettivi comuni. Ci siamo chiesti cosa potessimo fare per mettere insieme non solo tutte le idee e le energie della nostra associazione ma anche quelle civiche e sociali presenti in città intorno a un tema che trascendesse dalla pulizia e fosse quello della bellezza della città.

Così è nata Bella Roma” ridendo il nostro interlocutore aggiunge “qualcuno ha detto che sembra una pizzeria americana ma il concetto di bellezza è intrinsecamente connesso con Roma che è percepita più dagli altri che da noi come la città più bella del mondo”. Camminando per la città di questi tempi bellezza e Roma sembrano antitetici più che intrinseci. Più precisamente “ la nostra ambizione è fare qualcosa che sia molto al di là di noi” ci dice Vellucci “e per questo ci sono 50 associazioni che rappresentano tante energie della città che credono in questa mission, ci sono 8 ambasciate che sono la dimostrazione della dimensione internazionale della città, ci sono tutte le istituzioni presenti a Roma e ci sono tantissime persone che verranno spontaneamente nei quattro appuntamenti che abbiamo individuato con i nostri gruppi di quartiere. Ognuno ha fatto le sue proposte poi sono stati scelti quelli più coerenti”.

Retake Roma muove grandi numeri fa tante iniziative, si potrebbe pensare che mascheri mancanze altrui. “Io penso che la nostra azione faccia il contrario cioè le metta in evidenza perché se non c’è nessuno che si occupa di certi aspetti ai quali molti sono assuefatti arriviamo noi che con la nostra azione, ripulendo quel palo, le rendiamo visibili. Non è normale che quel palo sia cosi, non è normale che là di fronte ci siano quelle scritte e nessuno che fa niente. Quindi esattamente il contrario. Le nostre azioni per quanto siano pratiche sono sempre di carattere esemplificativo non sono un servizio pubblico”. “In questi anni” aggiunge “devo dire che purtroppo la situazione della città non è migliorata anche per delle vicende che passano sulla nostre teste”. In dieci anni di attività Retake Roma ha incrociato quattro amministrazioni diverse.

“Il nostro rapporto con le amministrazioni pubbliche può essere descritto dal fatto che siamo il loro peggior incubo e la loro migliore opportunità” aggiunge di getto “l’amministrazione noi la facciamo lavorare, siamo dei rompipalle assoluti, siamo ai tavoli, apriamo gli occhi degli altri, quello che cerchiamo di fare è un cambio di mentalità per cui non si pensi più che la pulizia della città sia su una scala determinata solo dalla qualità dell’amministrazione pubblica”. Ma la situazione è sotto gli occhi di tutti. “ Roma purtroppo è entrata in una spirale negativa in cui influiscono tanti aspetti, si vede una città che perde il senso di se stessa e anche da qui nasce un evento come quello di domenica” aggiunge “noi cerchiamo esattamente di invertire questa spirale e dare alle persone gli strumenti per capire come loro possono incidere su questo processo che sembra molto più ampio e allo stesso tempo inquadrare questo sforzo individuale all’interno di una mobilitazione collettiva. Noi siamo Roma cioè noi vogliamo e siamo Roma”.

Nel presidente si vede tutta la voglia di fare anche nel modo con cui ci risponde, come invitando se stesso ad essere il più convincente possibile. Retake Roma muove tante persone, molta passione, scuote interessi. Una tentazione per la politica sempre a caccia di consensi. “Sarò naif ma penso che l’associazione dia una sensazione di solidità all’esterno. Ha una sua linea, un’autonomia concettuale, forse questo rischio c’era all’inizio. Abbiamo una precisa idea politica della città che si fonda sull’importanza che la qualità degli spazi urbani determina non solo sull’attrattiva delle attività economiche della città ma soprattutto sulla qualità della vita delle persone, allo stesso tempo abbiamo come obiettivo quello di influenzare la politica con la nostra visione”.

Crescita rapida  Grandi numeri. Uno sguardo all’indietro. L’avrebbe detto? “Mai, mai, mai” dice sorridendo “ce lo diciamo ogni tanto: a Rebe’ io volevo solo pulire il muro di casa e basta non volevo fare altro ma evidentemente quando le idee sono positive diventano contagiose”. Domenica il grande evento. Poi. “Da lunedì spero che molte persone in più conoscano Retake Roma e poi si ricomncerà a fare quello che si è fatto fino ad oggi che è la cifra banale ma rivoluzionaria che ci ha portato fin qui” Raschietto, palo. “Ringrazio per l’occasione di questa riflessione” conclude Vellucci. Il tempo è stato lungo ma leggero. C’è molto altro da fare ancora 

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