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Barometro delle guerre: strage di civili a Gaza in fila per gli aiuti. Usa: “Se Kiev cade, Nato entrerà in guerra”

Oltre cento palestinesi sono morti tra i camion. Hamas accusa Israele di aver sparato sui civili, lo Stato ebraico parla di massacro causato dal caos. Oggi i funerali blindati di Navalny

Barometro delle guerre: strage di civili a Gaza in fila per gli aiuti. Usa: “Se Kiev cade, Nato entrerà in guerra”

Nella Striscia di Gaza, una fila per gli aiuti umanitari si è trasformata in una tragedia di proporzioni devastanti. La nuova strage, che riceve la condanna internazionale e complica le trattative per una tregua, è un triste capitolo di un conflitto che continua a mietere vittime e ad aggravare la sofferenza delle persone colpite nel nord della Strisca. Intanto Israele ha liberato la scorsa notte a sorpresa circa 50 detenuti palestinesi che erano stati arrestati dopo il 7 ottobre per sovraffollamento nelle carceri. Oggi non è soltanto il giorno della rabbia per la terribile tragedia avvenuta a Gaza. Nella periferia sud di Mosca si tengono i funerali di Alexei Navalny, in una chiesa che sarà fortemente presidiata per l’occasione. La tensione è palpabile dopo le recenti dichiarazioni di Vladimir Putin riguardo alla possibilità di un conflitto nucleare e la replica del Pentagono Usa: “Se Kiev perde, Nato combatterà contro la Russia”. Nel frattempo, al vertice del G20 non è stato possibile raggiungere un accordo sulla condanna dell’aggressione russa in Ucraina.

Strage alla fila per gli aiuti a Gaza: ecco cosa è successo

Migliaia di palestinesi si sono ammassati lungo una spiaggia, attendendo l’arrivo di camion carichi di generi di prima necessità nel tentativo di accaparrarsi qualche risorsa. Tuttavia, la distribuzione degli aiuti era stata sospesa dalle Nazioni Unite per motivi di sicurezza, creando una situazione di tensione palpabile.

L’intervento dei militari israeliani ha ulteriormente aggravato la situazione. Il portavoce Daniel Hagari ha spiegato che i soldati sono intervenuti per disperdere la folla, utilizzando colpi di avvertimento sparati dai carrarmati. Le immagini mostrate come prova sembravano confermare questa versione, ma c’è disaccordo sulle cause delle vittime.

L’esercito israeliano sostiene che le oltre 110 persone morte, secondo le fonti palestinesi, siano state vittime della confusione e del caos generati dalla folla. Alcune sono state travolte dai camion, altre sono cadute o sono rimaste intrappolate nella calca. Tuttavia, Hamas accusa le truppe israeliane di aver sparato direttamente sui civili.

La condanna è unanime, ma gli Usa “bloccano” l’Onu

La comunità internazionale ha reagito con preoccupazione e richieste di spiegazioni. Il presidente americano Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti esamineranno le versioni contrastanti e il Dipartimento di Stato ha chiesto ad Israele di garantire la sicurezza e la distribuzione degli aiuti umanitari. La Francia chiede un’indagine indipendente sulla strage, il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha parlato di “una nuova carneficina” e di morti “totalmente inaccettabili”. Anche la “Cina è scioccata da questo incidente e lo condanna fermamente”, come ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning.

Tuttavia, gli Stati Uniti hanno bloccato una dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che condannava Israele per il terribile incidente. Le nazioni arabe hanno appoggiato la dichiarazione, ma gli Usa hanno dichiarato di “non aver tutti i fatti” ed evidenziato la necessità di raccogliere ulteriori informazioni prima di prendere una posizione. Anche l’ambasciatore palestinese ha ribadito l’importanza di indagare sulle circostanze della tragedia.

Il futuro appare incerto, con possibili sviluppi che potrebbero portare ad una escalation del conflitto. Fonti di intelligence americane suggeriscono che Israele potrebbe lanciare un’incursione in Libano per rimuovere Hezbollah dalle aree di confine, aprendo così nuovi fronti di conflitto.

Usa: se Kiev cade, Nato entrerà in guerra

Gli Stati Uniti hanno risposto alle minacce di Putin di un possibile conflitto nucleare, avvertendo che in caso di caduta dell’Ucraina, la Nato si troverà costretta ad entrare in guerra contro la Russia. È per questo motivo che, secondo il capo del Pentagono Lloyd Austin, è di vitale importanza stanziare fondi per sostenere Kiev.”Se Putin avrà successo non si fermerà, diventerà più aggressivo nella regione – ha detto Austin -. Se sei un Paese baltico, temi di essere il prossimo. E se Kiev cade, credo davvero che la Nato entrerà in guerra”.

La risposta di Mosca non si è fatta attendere. “Queste sono minacce dirette alla Russia o vogliono solo giustificare Zelensky?” si è chiesta la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, su Telegram. “In entrambi i casi è pazzia, ma ora il mondo intero vede chi è l’aggressore: Washington”.

Oggi i funerali di Navalny

Oggi è previsto il funerale di Alexey Navalny, l’oppositore russo deceduto il 16 febbraio scorso nella colonia penale dove era detenuto. La cerimonia funebre avrà luogo alle 14:00 ora locale (le 12:00 in Italia) presso la chiesa dell’Icona della Madre di Dio nel quartiere Maryno, situato nel sud-est di Mosca. La sepoltura è programmata per due ore dopo nel cimitero di Borisovskoe, distante una mezz’ora a piedi dalla chiesa.

Il team di Navalny ha annunciato che i funerali saranno trasmessi in diretta su YouTube. Tuttavia, ci si aspetta una massiccia presenza di forze dell’ordine, e c’è la preoccupazione che possano essere bloccati i sostenitori del dissidente russo dall’accesso alla chiesa. Dopo la sua morte, centinaia di persone sono state arrestate per aver deposto fiori in sua memoria. Nonostante ciò, il team di Navalny ha incoraggiato la partecipazione ai funerali e alla sepoltura, invitando le persone a sfidare la polizia.

Continuano i bombardamenti in Ucraina: Zaporizhzhia e Kherson sotto attacco

La situazione in Ucraina continua a essere estremamente critica, con l’esercito russo che ha intensificato i bombardamenti su diverse regioni del paese. Nelle ultime 24 ore, la regione di Zaporizhzhia è stata colpita duramente, con ben 200 attacchi che hanno causato la tragica perdita di un civile e gravi danni alle comunità locali.

Ma la situazione non si limita a Zaporizhzhia. Anche la città di Kherson, nell’Ucraina meridionale, è stata duramente colpita. Le truppe russe hanno aperto il fuoco dalla riva sinistra del fiume Dnipro, come riportato dal capo dell’amministratore militare Roman Mrochko, citato da Ukrinform. “Kherson è sotto il fuoco nemico”, ha dichiarato Mrochko. “L’esercito russo sta bombardando la città dalla riva sinistra occupata, con una serie di esplosioni che hanno colpito i quartieri lungo il litorale”.

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