Ci sarà un futuro nel quale non vedremo più circolare nelle nostre città auto a motori termici, cioè alimentate a benzina o diesel e pertanto inaccettabili nell’ottica della transizione ecologica. Ma quando arriverà davvero questo addio all’auto benzina e diesel? L’Ipcc, ente intergovernativo che fa capo all’Onu, ha recentemente pubblicato un report sul riscaldamento globale allarmante: i danni potrebbero essere irreversibili e persino gli accordi di Parigi sono insufficienti, perché esiste il 40% di probabilità che il limite di aumento di 1,5 °C della temperatura media globale venga superato già nel 2025. Cioè domani. Occorre dunque correre e tra le tante cose ripensare alla mobilità: entro luglio l’Unione europea, che nel frattempo ha rinviato l’entrata in vigore dello standard Euro 7 dal 2026 al 2027, dovrà fissare una data limite entro la quale gli stabilimenti dei costruttori europei potranno produrre solo auto a batteria, 100% elettriche o ibride alla spina. Insomma una data oltre la quale saranno immatricolate solo auto ecologiche.
AUTO BENZINA E DIESEL, ADDIO: 2035 O 2040
Nel frattempo i singoli Paesi si stanno muovendo. La data davvero impossibile da superare sembra essere quella del 2040, richiamata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini in una intervista a Repubblica: “A luglio arriverà l’indicazione della Commissione Europea. Noi presto decideremo, ma direi che il 2040 è una data limite”. In realtà, in tanti vorrebbero che la rivoluzione avvenisse molto prima, soprattutto considerando che il mercato automobilistico sta rispondendo alla sfida e che quanto meno in Europa buona parte dei Recovery Plan saranno investiti in transizione energetica. Bloomberg ha persino azzardato che già nel 2027, tra una manciata di anni, le auto elettriche costeranno meno di quelle a motore termico. L’Europa potrebbe dunque fissare la deadline per le nuove immatricolazioni già al 2035, considerando che già nel 2030 la metà delle auto vendute nel mondo saranno elettriche (secondo Ubs) e che la stessa Ue prevede, sempre nel 2030, un target di emissioni di CO2 per le auto nuove inferiore del 55-60% rispetto a quello attuale.
AUTO BENZINA E DIESEL, ADDIO: IL RESTO DEL MONDO
La data del 2040 ipotizzata da Giovannini è la stessa sulla quale stanno ragionando Francia e Spagna, ma molti altri Paesi – europei e non – sarebbero pronti già nel 2030: si tratta di Svezia, Danimarca, Olanda, Islanda, Irlanda, Slovenia, Austria, Belgio, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Israele, India, oltre che la Scozia che sceglie il 2032 e il Regno Unito che fisserebbe al 2035, come la California e la Cina, mentre a proposito di Stati Uniti, lo Stato di Washington (che non è quello della Capitale ma all’estremo Nord-Ovest del Paese) ha messo al bando i veicoli a benzina e diesel già nel 2030. Persino il Giappone, che inizialmente aveva pensato ad un ottimistico 2050 (che è l’anno in cui l’Europa vorrebbe potersi dichiarare “climaticamente neutra”), sta pensando di cambiare i piani e di anticipare di una ventina di anni, quindi appunto al 2030. Per non parlare della Norvegia, che è convinta di farcela nel 2025. L’Europa si trova dunque di fronte al bivio: accelerare, ma non troppo, anche perché al momento la transizione ha un costo che solo una piccola parte della popolazione può sostenere, e si è visto in Francia con i gilets jaunes.
AUTO BENZINA E DIESEL, ADDIO: E LE COLONNINE?
Inoltre alcuni Paesi come l’Italia non sono pronti dal punto di vista infrastrutturale: al 31 dicembre 2020 in Italia si contavano meno di 20.000 punti di ricarica per auto elettriche su tutto il territorio, nonostante il mercato dell’auto elettrica o ibrida sia in forte crescita. Oggi sono in circolazione nel nostro Paese circa 100.000 auto elettriche pure o plug-in hybrid: solo nel 2020 ne sono state vendute appena meno di 60.000, rispetto alle 9.000 del 2018 e le 17.000 del 2019. Dunque il rapporto fra auto in circolazione e punti di ricarica a livello medio nazionale è di 5.13 auto per punto di ricarica, e gli impianti di ricarica fast sono solo il 4% del totale. La transizione ecologica è urgentissima, ma anticiparla troppo potrebbe essere traumatico.