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Attacco all’euro, ma lo spread risale sopra 510. Dopo un’asta Bot da boom, Milano chiude negativa

I Bot superano la prova dell’asta, ma quasi all’improvviso finisce nel mirino degli speculatori l’euro, sceso sotto il livello di 1,30 contro il dollaro – Risale lo spread e i mercati azionari cambiano direzione nel pomeriggio: Piazza Affari ha chiuso la corsa in ribasso dello 0,85% – La tensione Iran-Usa influenza negativamente moneta europea e listini

Attacco all’euro, ma lo spread risale sopra 510. Dopo un’asta Bot da boom, Milano chiude negativa

ATTACCO ALL’EURO, LO SPREAD RISALE A QUOTA 512

MILANO -0,85%. L’EFFETTO BOT E’ GIA’ RIENTRATO

I Bot superano la prova. La speculazione, complici i volumi sottili, cambia bersaglio. Nel mirino, quasi all’improvviso, è così finito l’euro, sceso sotto il livello di 1,30 nei confronti del dollaro a quota 1,298 (- 0.7% rispetto alla vigilia): la moneta comune è ormai ad un passo dal livello dei 100 yen (100,8) ai minimi da dieci anni. E’ la conferma che la partita che si gioca sul debito sovrano italiano ha per posta la sopravvivenza stessa dell’euro. Anche i mercati azionari hanno cambiato direzione nel pomeriggio, a mano a mano che cresceva la tensione sulle valute e sui rendimenti dei Btp, oggi al centro dell’ultima sta dell’anno (8,5 miliardi). A Milano l’indice FtseMib perde lo 0,85% a quota 14.496. Resta in rialzo Londra (+0,18%), scendono Parigi (-0,4%) e soprattutto Francoforte (-1,6%%), Madrid (-0,3%) ed Amsterdam (-0,15%).

A Wall Street i tre principali indici azionari segnano ribasso nell’ordine dello 0,7-0,8%.L’indice S&P500 incrementa le perdite a un’ora e mezza dall’avvio delle negoziazioni e brucia così tutti i rialzi messi a segno nel corso del 2011. L’indice è infatti in calo dello 0,8% a 1.254 punti. (- 0,2% rispetto al 2 gennaio).

Difficile individuare una causa specifica per la brusca inversione di tendenza. Una pista porta alle tensioni in Iran, ma il petrolio sta perdendo circa mezzo punto percentuale a 100,5 dollari il barile. L’oro prosegue nella caduta e scivola dell’1% a 1.576 dollari.

E’ sfumata così la speranza di un rally dei titoli di Stato italiano, dopo l’ottimo esito dell’asta dei Bot a sei mesi, collocati al 3,25% (la metà del 6,50% pagato a fine novembre). Nel pomeriggio lo spread, già sceso a 482 punti base, è risalito a quota 512.

I titoli bancari hanno vissuto una giornata sulle montagne russe: prima giù, poi su per poi ricadere dopo le 16 in terreno negativo. Intesa che saliva dell’1,7% ha chiuso a -0,45%. Pop. Milano è passata da +1,9% a -0,8%, MontePaschi -0,99% (da +0,8%). Sono negative Ubi -2,69% e Banco Popolare -3,42%. Unicredit perde lo 0,99%.

S’inabissa di nuovo Fondiaria-Sai -5,6%, dopo un tentativo di ripresa iniziale. Oggi si terrà un nuovo cda della compagnia mentre Mediobanca -2,78% e Unicredit stanno orchestrando la messa in sicurezza della compagnia ed il presumibile cambio degli assetti proprietari con la ricapitalizzazione da 750 milioni di euro. Nel risparmio gestito si spegne il rialzo di Azimut (da +2,9% a -0,5%). Lo stesso è capitato a Fiat Industrial – 0,23% dopo un avvio brillante sulla scia delle previsioni di Daimler sul mercato dei camion. Fiat perde, al contrario, il 2,65%. Si riduce anche il rialzo di Stm +0,45, Dall’inizio dell’anno StM, primo produttore di chip in Europa,  ha subito una ribasso in Borsa del 41%, mentre la rivale americana Texas Instruments è scesa solo del 9% e la tedesca Infineon  secondo produttore di chip in Europa, è scesa del 1%.

Il rialzo del greggio non giova ad Eni -0,76%, si spegne l’effetto Edison per A2A -1,25.

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