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Assonime: rivedere il Tuf. Rapporto su come i Cda si devono misurare con sostenibilità e digitalizzazione

Il Gruppo di Assonime coordinato da Corrado Passera ha analizzato l’impatto delle nuove sfide sulla funzione di amministrazione e sugli assetti organizzativi dell’impresa, con le conseguenti ricadute in termini di composizione e competenze degli amministratori

Assonime: rivedere il Tuf. Rapporto su come i Cda si devono misurare con sostenibilità e digitalizzazione

Come si declinano i temi della sostenibilità e della digitalizzazione in un consiglio di amministrazione? Assonime, la quasi centenaria associazione di società per azioni italiane, in un seminario organizzato a Milano si domanda in che modo, con quali rischi, con che responsabilità e ruoli, con quali competenze e seniority, in generale con quali strumenti le aziende e gli stakeholders potranno affrontare questi profondi cambiamenti. Ci vorrebbe un approccio sistemico, partendo, è l’auspicio, da una aggiornamento del Testo unico della finanza.

Grieco: è urgente una revisione del Tuf. Assonime si fa promotrice

“Le novità in arrivo in tema di sostenibilità e trasformazione digitale rendono ancora più urgente la revisione del Tuf”, ha detto Patrizia Grieco presidente di Assonime introducendo il seminario di presentazione del Rapporto del Gruppo di lavoro su “L’evoluzione dell’organo amministrativo tra sostenibilità e trasformazione digitale”. Il Testo Unico, introdotto nel 1998 con un decreto legislativo poi modificato a più riprese, raccoglie gran parte della normativa primaria emanata negli ultimi decenni e la rende compatibile con la disciplina comunitaria in tema di mercati finanziari. “Assonime” continua Grieco “intende farsi promotrice di un progetto di revisione del TUF, con l’ausilio delle migliori competenze accademiche e operative, al fine di elaborare i contenuti principali di una riforma sistematica da offrire al confronto con gli altri stakeholder e con i policy makers”. Al seminario, introdotto anche dal neo direttore generale Stefano Firpo che nel novembre scorso ha preso il testimone di Stefano Micossi che ricopriva quel ruolo da 23 anni, hanno partecipato Piergaetano Marchetti, Vittorio Colao, Michele Crisostomo, Guido Ferrarini e Giovanna Galli.

Passera: anche le Pmi devono considerare queste sfide come oppurtunità di crescita

Il rapporto del Gruppo, coordinato da Corrado Passera, era stato presentato alla Giunta di Assonime lo scorso novembre. Il Gruppo ha avviato i lavori nel marzo scorso con l’obiettivo di analizzare l’impatto delle nuove sfide strategiche, sostenibilità e digitalizzazione, sulla funzione di amministrazione e sugli assetti organizzativi dell’impresa, con le conseguenti ricadute in termini di composizione e competenze degli amministratori. Inoltre analizza il metodo su cui si fondano le scelte strategiche gestorie e le connesse responsabilità, individuando il quadro regolatorio applicabile ed eventuali esigenze di disciplina. “Occorre considerare sostenibilità e digitalizzazione come opportunità di crescita delle PMI” ha detto Passera. “Le Piccole medie imprese devono intercettare tempestivamente l’importanza di questa duplice trasformazione per non rimanere escluse dalle catene di fornitura e anche dal mercato del credito e del finanziamento. Inoltre gli amministratori delle PMI dovranno valutare da una parte i profili di responsabilità ESG della propria attività e dall’altra l’utilizzo degli strumenti digitali a supporto di un’organizzazione più efficiente e consapevole”.

Le tre parti del rapporto

La prima parte è dedicata alla sostenibilità. Il quadro normativo europeo e le sue prossime evoluzioni stanno delineando una nuova dimensione per la grande impresa europea: dalla direttiva sulla due diligence in materia di ambiente e diritti umani, alla direttiva sul report di sostenibilità, alla disciplina sulla sostenibilità per gli intermediari finanziari e bancari. Questa evoluzione è già in atto per le società quotate, nelle quali i consigli di amministrazione devono già identificare le opportunità e i rischi cosiddetti non finanziari. Ma le prossime discipline europee introdurranno ulteriori fattori di cambiamento, rappresentati da obblighi di due diligence in ambito ambientale e sociale, dall’ampliamento dei doveri fiduciari degli amministratori, dall’obbligo di adozione di un piano per la strategia climatica, da rafforzati obblighi di trasparenza sull’informativa di sostenibilità.
Anche se gli obblighi riguardino solo la grande impresa, ad eccezione degli obblighi di reporting per le PMI quotate, i cambiamenti interessano anche le imprese medie e piccole poichè è crescente la domanda di informazioni sulla sostenibilità per poter poi accedere ai canali di finanziamento tradizionali e alle catene di valore delle imprese di grandi dimensioni.

Nella seconda parte si affronta il tema della digitalizzazione, attraverso una sintetica ricostruzione degli strumenti tecnologici e del loro possibile utilizzo nella gestione dell’impresa. In particolare vengono fornite anche alcune indicazioni riguardo le opportunità e anche i rischi legati all’impiego delle nuove tecnologie nell’esercizio delle funzioni di amministrazione, il che si connette con le ricadute sui doveri e le competenze degli amministratori.

La terza parte infine evidenzia il legame complementare tra i due profili evolutivi e individua alcune possibili linee di indirizzo per agevolare la doppia transizione verso una gestione sostenibile e digitale.

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