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Assicurazioni più sostenibili per avere fiducia dai clienti

Insurance Day a Milano: secondo Accenture i clienti chiedono più trasparenza e l’impegno delle compagnie assicurative sui temi sociali ed ambientali.

Assicurazioni più sostenibili per avere fiducia dai clienti

Come un Paese sottoassicurato come l’Italia può affrontare la sfida dei grandi cambiamenti normativi e tecnologici nel settore delle assicurazioni? Migliorando la fiducia e la cultura assicurativa, anche attraverso un driver di tendenza come la sostenibilità. Di questo si è parlato stamattina a Milano nel corso della prima edizione dell’Insurance Day, organizzato da Accenture che ha anche presentato dei dati sullo stato dell’arte del settore: secondo l’Accenture Disruptability Index l’assicurazione è una delle industrie più esposte al rischio di “disruption” nel prossimo futuro, a causa della rivoluzione dei modelli di business e a una fiducia dei consumatori che ancora non decolla.

“Pur essendo gli italiani un popolo prudente – ha fatto notare Maria Luisa Gota, Ad di Fideuram Vita -, tanto da lasciare 1.400 miliardi di euro nei loro conti correnti (dato 2018 ma in ulteriore crescita nel 2019), sono anche poco propensi ad assicurarsi: nel 2018 sono stati spesi 107 miliardi in giochi e lotterie, e solo 17 miliardi in premi Danni No Motor”. Tuttavia qualche segnale di miglioramento c’è, tant’è vero che il ramo Danni No Motor in Italia risulta in crescita del 6% da giugno 2018 a giugno di quest’anno, e che il mercato assicurativo italiano cresce persino di più di quello europeo: +3,2% nel 2018 dopo la flessione del 2017, con il CAGR 2013/2018 che secondo i dati Accenture è stato del +2,6% a fronte del -0,9% della media europea, e l’andamento medio del Roe nello stesso periodo al 10,3% (6,1% in Europa).

Il nuovo paradigma è dunque quello della fiducia, come ha osservato anche il presidente dell’Ivass Fabio Panetta: “La sfida del cambiamento vale anche per le autorità. In Italia c’è scarsa conoscenza delle materie assicurative, il compito dell’Ivass (che poche settimane fa ha introdotto con Consob delle nuove regole, ndr) è quello di fare più formazione, di sviluppare a tutti i livelli la cultura assicurativa. Allo stesso tempo serve più informazione sui prodotti da parte delle compagnie, e noi ci adopereremo affinchè questo accada. La trasparenza non è più una opzione”.

Del resto sono le stesse abitudini di vita e di consumo dei clienti a determinare il driver: secondo lo studio di Accenture il 71% dei consumatori italiani compra beni e servizi dalle aziende che riflettono i propri valori e convincimenti personali, e l’83% reclama più trasparenza su prodotti e servizi, condizioni di lavoro e contributo in termini di sostenibilità. Sarà l’effetto Greta, ma ormai i clienti chiedono effettivamente che le aziende – e dunque anche le compagnie assicurative – ricoprano un ruolo arrivo nelle problematiche sociali, culturali e soprattutto ambientali: il 76% si aspetta che siano direttamente i CEO a prendere iniziative, senza nemmeno attendere le eventuali imposizioni normative.

Allo stesso tempo le aziende diventano consapevoli di questo: sempre il 76% ritiene che la fiducia sia il fattore critico di successo per i prossimi cinque anni. E che la sostenibilità ormai abbia un vero e proprio valore di business lo riconoscono i CEO di tutto il mondo: secondo il 58% di loro già oggi la sostenibilità ha un impatto in termini di crescita del brand (il dato sale al 71% valutando l’impatto nei prossimi 5-10 anni), secondo il 40% fa proprio aumentare i ricavi, secondo il 37% contribuisce a mitigare il rischio e secondo il 35% aiuta a ridurre i costi.

“Le compagnie assicurative – ha commentato Daniele Presutti, senior managing director di Accenture – hanno già fatto un primo, importante passo andando al di là di un approccio prevalentemente regulatory-based e stanno operando per ricoprire un ruolo sempre più centrale verso le SDG (Sustanaible Development Goals 2030). La sostenibilità diventerà essa stessa motore di innovazione e crescita: viviamo in un’era in cui essere digitali è fondamentale, ma non basta più. E’ la sostenibilità il nuovo paradigma”, ha chiuso il responsabile Insurance per l’Italia.

“La narrativa va cambiata, superando le difficoltà, a volte anche normative, che rendono complicata la customer experience – ha fatto eco Alessandro Castellano, country Ceo di Zurich -. La cronica sottoassicurazione degli italiani non può essere cambiata addossando le responsabilità solo ai clienti, questa visione è figlia di un modo vecchio e poco chiaro di disegnare e proporre le assicurazioni. Le compagnie oggi devono, con sempre più urgenza, adattare la loro offerta alle nuove modalità con cui le persone vivono la mobilità, la salute, la famiglia e il lavoro”.

“Disruption ha una connotazione altamente pessimista – l’opinione di Alberto Minali, Ad di Cattolica Assicurazioni -, sembra che noi attori la stiamo subendo quando invece vogliamo essere protagonisti. La nostra forza sta nel mettere al centro dell’attività il cliente, riuscendo a far capire che il servizio offerto è il vero valore aggiunto”.

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