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Arbitro bancario: i ricorsi calano soprattutto per la cessione del quinto

Per la prima volta dalla sua nascita l’ABF registra una riduzione di ricorsi: nel 2018 sono stati 27 mila (-12%) perchè si è sgonfiata la bolla del contenzioso sulla cessione del quinto dello stipendio o della pensione – Magda Bianco ( Bankitalia): “E’ il segno di un successo e dell’aprirsi di un circolo virtuoso”

Arbitro bancario: i ricorsi calano soprattutto per la cessione del quinto

Per la prima volta nella sua storia, iniziata nel 2009, l’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) ha registrato nel 2018 una flessione nel numero di ricorsi ricevuti rispetto all’anno precedente (-12%). Sulla massa complessiva degli oltre 27mila ricorsi – si legge nell’ultimo Rapporto Annuale dell’ABF – ha sicuramente pesato il calo significativo (-22%) di quelli legati al tema della cessione del quinto dello stipendio/pensione, che, comunque, continuano a rappresentare la quota maggioritaria (64%).

Per Magda Bianco, Capo del Servizio Tutela dei clienti e antiriciclaggio della Banca d’Italia nel cui perimetro di competenze ricade l’operatività dell’ABF, questo andamento può essere letto come un successo a seguito dell’instaurarsi di un circolo virtuoso che si può così configurare: “L’avvenuta definizione di orientamenti dell’ABF consolidati e uniformi in questa materia, la possibilità di realizzare interventi di vigilanza nei confronti degli intermediari oggetto di maggior numero di ricorsi , il confronto continuo con gli stakeholders per arrivare all’emanazione di orientamenti di Vigilanza e, infine, la riduzione dei ricorsi con un’auspicabile implicita gestione anticipata del contenzioso in sede di reclami”.

Va anche sottolineato – come emerge dalla lettura del Rapporto ABF – che questo calo è parzialmente controbilanciato dalla crescita (oltre il 15%) dei ricorsi relativi ai depositi a risparmio, alle carte di credito e alle altre forme di credito al consumo. I dati del primo trimestre di quest’anno sembrano confermare l’andamento del 2018 con un’ulteriore frenata (-14%) del numero di ricorsi in tema di cessione del quinto dello stipendio/pensione, che così scendono al 53% della massa complessiva.

Con l’operatività a pieno regime dei 4 nuovi Collegi Arbitrali, istituiti alla fine del 2016 e che si sono aggiunti ai 3 originari, è risultata potenziata la loro attività che si può bene sintetizzare in queste due cifre: oltre 500 riunioni e poco più di 32.900 decisioni. Soffermandosi sulla ripartizione geografica dell’attività dei Collegi, si nota che il dato del maggior afflusso di ricorsi si riferisce a quello di Roma, che anche nel 2018 continua a segnare valori positivi sull’anno precedente, risultando destinatario di oltre un quinto del totale (21%). All’estremo opposto di questa graduatoria si colloca il Collegio di Torino con una quota del 7%.

A completare questo quadro d’insieme, l’elevata percentuale (69%) dei ricorsi con esito sostanzialmente favorevole per il ricorrente e l’ammontare complessivo dei rimborsi (21 milioni di euro); un dato quest’ultimo ancor più significativo, se si pensa che il limite massimo del petitum non può superare i 100mila euro.

Sono dati che testimoniano il grado di diffusione di questo strumento stragiudiziale di composizione dei conflitti a cui – è bene ricordarlo – si può accedere con il pagamento di 20 euro, che sono rimborsati dall’intermediario in caso di sua soccombenza. Il successo dell’ABF è anche indirettamente confermato dal fatto che un modello analogo si è affiancato dal 2017 per le controversie finanziarie presso la Consob e che dal 2020 vi sarà un arbitro anche per il settore assicurativo, istituito presso l’IVASS.

Passando, poi ad alcuni aspetti di tipo qualitativo, un cenno va fatto sugli orientamenti decisionali dei Collegi che in alcuni casi presentano degli spunti innovativi, o, comunque, utili anche per la giurisprudenza tradizionale. Uno per tutti è quello del Collegio di Coordinamento (un organo dell’ABF costituito nel 2012 per pronunciarsi su questioni di particolare importanza, o in caso di orientamenti non uniformi dei diversi Collegi) che si è espresso sulle condizioni in presenza delle quali si può presumere che la polizza abbinata al finanziamento – e qualificata come facoltativa sia invece obbligatoria e, quindi, da includere nel TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) sottoposto al cliente

Un rapido riferimento va anche fatto a un’area di criticità dell’ABF, quella dei tempi di risposta, dei tempi, cioè, per arrivare a una decisione. Su questo versante – sottolinea Magda Bianco – vi sono stati sforzi significativi dei Collegi e anche delle relative segreterie tecniche in termini di “efficientamento della macchina” e, conseguentemente di smaltimento dell’arretrato pregresso. Un impegno costante, come dimostra da ultimo “la riduzione dei tempi medi di risposta dai 266 giorni del 2018 ai 237 registrati nel primo trimestre di quest’anno”. E sicuramente questo è un altro aspetto positivo dell’ABF rispetto ai ben più lunghi tempi medi della giustizia civile italiana.

Ci sono, infine, altri due elementi, che nella prospettiva operativa a breve delineata dalla Bianco, sembrano prefigurare un ulteriore miglioramento sul delicato versante della tempistica”. Da un lato l’uso del portale informatico con riduzione dei volumi di passaggio cartaceo e la sua futura estensione di utilizzo da parte degli intermediari; dall’altro la revisione delle disposizioni che regolamentano l’attività dell’ABF con un possibile auspicabile snellimento di alcuni passaggi procedurali”.

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