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Arabia Saudita: guidare fa male, ma solo alle donne

Uno psicologo musulmano della Gulf Psychological Association ha dichiarato in un’intervista che le donne non dovrebbero guidare, perchè causerebbe loro gravi danni alle ovaie – L’intervista è arrivata dopo che in Arabia Saudita alcuni gruppi di attiviste avevano lanciato una campagna in favore del diritto alla guida delle donne.

Uno psicologo di provata fede musulmana, membro e consulente giudiziario di un’associazione saudita di psicologi, la Gulf Psychological Association, ha dichiarato in un’intervista sul sito sabq.org che le donne che guidano rischiano di compromettere la propria fertilità con gravi danni alle ovaie, nonché di partorire bambini affetti da varie patologie. Nei giorni immediatamente precedenti alla pubblicazione dell’intervista, gruppi di attiviste sparsi in tutto il Paese avevano lanciato una campagna invitando le donne a mettersi al volante per una giornata di protesta il 26 ottobre prossimo, sfidando così il divieto imposto alle saudite di guidare qualsiasi tipo di veicolo a motore. 

Tale divieto in realtà non trova fondamento in una legge, ma di fatto le patenti sono rilasciate solo a individui di sesso maschile. Alcune riforme a favore delle donne (diritto di voto e di candidarsi alle elezioni municipali – ma solo a partire dal 2015 -, un accesso più ampio al mondo del lavoro) sono entrate in vigore in Arabia Saudita in questi ultimi anni per volere del re Abdullah, ma niente è stato ancora deciso in merito alla possibilità per le cittadine saudite di ottenere una patente. Parlando a nome di coloro che si oppongono a una presenza più attiva delle donne nella società, Sheikh Saleh bin Saad al-Lohaidan, lo psicologo conservatore che ha rilasciato l’intervista, ha detto che “le donne che pretendono di guidare dovrebbero mettere la ragione davanti alle loro emozioni e passioni” dal momento che “usare abitualmente la macchina può avere un effetto negativo sulla psiche femminile e sulla funzionalità degli organi riproduttivi”. Due giorni dopo l’intervista il sito promotore della campagna di protesta è stato oscurato in tutto il Paese. 


Allegati: L’articolo di Reuters

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