Dopo lunga attesa, l’Ape social potrebbe finalmente arrivare nelle tasche dei (pochi) italiani che ne hanno diritto. Non solo l’assegno mensile, ma anche gli arretrati, visto che l’anticipo pensionistico a carico dello Stato doveva partire lo scorso maggio.
Rassicurazioni in questo senso sono arrivate da Tito Boeri, presidente dell’Inps: “Stiamo facendo di tutto per riuscire a pagare gli arretrati a una buona parte di coloro che hanno diritto a questi trattamenti entro il 2017 – ha detto Boeri in un’intervista al GR1 – Quindi nel mese di dicembre dovremmo riuscire a pagare una buona parte degli arretrati a buona parte di coloro che hanno il diritto di ricevere il trattamento per l’Ape social. Nel caso di Ape sociale con decorrenza da maggio, si tratterebbe di un arretrato di otto mesi. Chi ha decorrenze più recenti si troverà un arretrato per un numero inferiore di mesi”.
COS’È L’APE SOCIAL?
L’Ape social è un ammortizzatore sociale pensato per accompagnare fino alla pensione una ristretta platea di persone in difficoltà economiche. La sua durata massima è di 3 anni e 7 mesi. Dall’anno prossimo l’età pensionabile salirà per tutti a 66 anni e 7 mesi, perciò l’età minima per accedere all’Ape social sarà di 63 anni.
A QUANTO AMMONTA L’ASSEGNO DELL’APE SOCIAL?
L’assegno non è soggetto a rivalutazione e viene erogato dall’Inps su 12 mensilità. Il suo importo è pari a quello della rata mensile della pensione calcolata al momento dell’accesso all’Ape social, ma non può in alcun caso superare il limite massimo di 1.500 euro lordi al mese.
QUALI SONO I REQUISITI PER ACCEDERE ALL’APE SOCIAL?
L’Ape social condivide con quella volontaria due requisiti di base: almeno 63 anni di età e maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia entro i 3 anni e 7 mesi successivi all’inizio del trattamento.
Inoltre, bisogna rientrare in una di queste quattro categorie svantaggiate:
1) disoccupati senza ammortizzatori sociali e con almeno 30 anni di contributi;
2) disabili con una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74% e con almeno 30 anni di contributi;
3) persone con almeno 30 anni di contributi che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con disabilità;
4) lavoratori che hanno svolto “attività gravose” per almeno 6 degli ultimi 7 anni e hanno almeno 36 anni di contributi.
L’elenco di queste “attività gravose” (a volte si parla di “lavori usuranti”, ma non c’è differenza) comprende professioni infermieristiche e ostetriche; insegnanti d’asilo; badanti; facchini; addetti allo spostamento delle merci; operatori ecologici, raccoglitori e separatori di rifiuti, personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru e di macchinari mobili per la perforazione delle costruzioni; autisti di camion e mezzi pesanti; conduttori di treni e personale viaggiante; conciatori di pelli e pellicce).
L’APE SOCIAL È CUMULABILE CON SUSSIDI E REDDITI?
Non può accedere all’Ape social che già percepisce un sussidio di disoccupazione (Naspi, mini-Aspi, Asdi, e dis-col). È possibile invece cumulare l’anticipo pensionistico con un reddito da lavoro, purché non superi gli 8mila euro l’anno per i redditi da lavoro dipendente o da collaborazione coordinata e continuativa oppure i 4.800 euro annui per i redditi da lavoro autonomo.
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