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Antitrust, il bando per il fondo di garanzia delle Pmi rischia di minare la concorrenza

Secondo l’Authority, la gara per la gestione del fondo di garanzia per le Pmi prevede dei requisiti “troppo onerosi” – Rischiano di rimanere escluse molte aziende potenzialmente in grado di offrire il servizio.

Antitrust, il bando per il fondo di garanzia delle Pmi rischia di minare la concorrenza

Il bando per la gestione del fondo di garanzia per le Pmi rischia di distorcere la concorrenza. A sostenerlo è l’Antitrust, che sottolinea come i requisiti tecnici e economico-finanziari minimi richiesti dal testo escludano dalla gara alcuni fornitori potenzialmente in grado di offrire il servizio. “Una corretta procedura di gara – si legge nel bollettino settimanale dell’Autorità – deve consentire la più ampia partecipazione di soggetti interessati al processo di selezione che abbiano gli adeguati requisiti tecnici ed economico-finanziari per fornire i servizi richiesti”.

In particolare, l’Antitrust fa riferimento a un passo del bando in cui si richiede ai partecipanti “un’esperienza riferita all’ultimo quinquennio nella gestione di interventi pubblici di agevolazione alle imprese per conto di pubbliche amministrazioni, per un volume di contributi concessi non inferiore a 500 milioni di euro”. Le imprese che non sono in grado di attestare questo fatturato negli ultimi cinque anni non possono fornire altri documenti per dimostrare la propria capacità economica e finanziaria. E rimangono escluse.

Per partecipare alla gara è necessario poi un patrimonio netto non inferiore a 200 milioni di euro. Anche questo punto, secondo l’Authority, “potrebbe non essere pienamente giustificato”, soprattutto “alla luce dell’entità del servizio da svolgere”. L’Antitrust chiede quindi che “i criteri per l’ammissione alle gare” vengano rivisti e “non prevedano requisiti tecnico-economici eccessivamente onerosi”.

Pubblicato in: News

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