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Alitalia, a Etihad il 49%: c’è l’accordo

Lo comunicano in una nota congiunta le due compagnie, precisando che “procederanno già dai prossimi giorni alla finalizzazione della documentazione contrattuale, che includerà le condizioni concordate. Il perfezionamento dell’operazione è soggetto alle approvazioni delle autorità Antitrust” – Resta il nodo esuberi, più vicina una soluzione sul debito.

Alitalia, a Etihad il 49%: c’è l’accordo

Etihad e Alitalia “confermano di aver trovato un accordo sui termini e sulle condizioni dell’operazione con la quale Etihad Airways acquisirà una partecipazione azionaria del 49% in Alitalia”. E’ quanto si legge in una nota congiunta delle due compagnie aeree. 

Il vettore di Abu Dhabi e l’ex compagnia di bandiera italiana fanno sapere inoltre che “procederanno già dai prossimi giorni alla finalizzazione della documentazione contrattuale, che includerà le condizioni concordate. Il perfezionamento dell’operazione è soggetto alle approvazioni delle competenti autorità Antitrust”.

“Le regole sono chiare: Alitalia deve restare di proprietà di un’entità Ue che averne il controllo, ora aspetta alle autorità italiane assicurarsi che il controllo resti in mani europee, non c’è bisogno di alcuna notifica – ha commentato la portavoce del commissario ai trasporti Ue, Siim Kallas –. La Commissione, in ogni caso, può prendere misure per accertarsi che le regole Ue siano rispettate” e Etihad non eserciti il controllo di fatto di Alitalia. 

Il presidente dell’Antitrust italiano, Giovanni Pitruzzella, ha spiegato però che non si tratta di “una questione di concentrazione tra soggetti italiani”, e perciò “è di competenza della Commissione europea”.

La compagnia araba dovrebbe investire 560 milioni di euro, come ha confermato nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio. Il nodo principale lungo la strada che dovrebbe portare all’accordo finale resta però la questione degli esuberi: gli arabi ne pretendono almeno 2.250 per chiudere l’intesa ed evitare il fallimento dell’aviolinea italiana. 

Secondo Del Torchio si tratta di un prezzo da pagare “per tornare competitivi”. Ma la trattativa con i sindacati appare ancora lontana dalla conclusione, dal momento che le organizzazioni dei lavoratori si sono dichiarate indisponibili ad affrontare il tema occupazionale nei termini prospettati. 

Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha fatto sapere che, insieme Giuliano Poletti, titolare del Lavoro, incontrerà “i sindacati per fare il punto sulla vicenda esuberi”. Lupi ha aggiunto di essere “sempre stato fiducioso nel buon esito dell’operazione” e di continuare ad esserlo. 

Quanto al debito di Alitalia, che ammonta a circa un miliardo di euro, Etihad ha chiesto la rinegoziazione di una quota pari a 565 milioni. Fra le ipotesi sul tavolo, la più verosimile prevede la cancellazione di un terzo del debito e la conversione in azioni (con un convertendo a 2-3 anni) dei restanti due terzi. Le banche creditrici di Alitalia (Intesa, Unicredit, Mps e Popolare di Sondrio, con le prime due che vestono anche i panni di azionisti) non hanno ancora raggiunto una posizione comune. Del Torchio però assicura che il negoziato è molto avanzato.

“Su Alitalia-Etihad ieri sera c’è stato un importante incontro con le banche e con i principali azionisti, in un clima positivo e nel quale si sono fatti passi avanti decisivi – ha continuato Lupi –. E’ sempre più chiaro che questo matrimonio s’ha da fare, perché è ormai evidente a tutti che si tratta di un forte investimento industriale con concrete prospettive di sviluppo per la nostra compagnia”.

Infine, Etihad sarà accontentata anche per quanto riguarda le richieste in tema d’infrastrutture: superamento del decreto Bersani che limita gli slot per Linate, stop ai vantaggi competitivi per le compagnie low cost e migliori collegamenti ferroviari con l’aeroporto di Fiumicino.

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