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Accordo europeo e lettera italiana: ecco i punti

Dalla svalutazione del debito greco al rafforzamento del Fondo europeo salva-Stati, passando per la ricapitalizzazione delle 90 banche “strategiche” del continente – Nel documento finale del vertice di ieri a Bruxelles inseriti anche gli impegni assunti dall’Italia: pensioni, licenziamenti, dismissioni, fondi Ue, liberalizzazioni.

Accordo europeo e lettera italiana: ecco i punti

Svalutazione dei bond greci, espansione del Fondo salva-Stati, ricapitalizzazione delle banche. Sono obiettivi ambiziosi quelli stabiliti dai leader europei nel corso dell’ultimo vertice a Bruxelles. L’accordo è arrivato in extremis, a notte fonda, ma i primi risultati sono già arrivati: stamane gli investitori hanno festeggiato l’intesa con la massima euforia possibile, sommergendo di acquisti i listini del Vecchio continente.

”Oggi l’Europa è più vicina alla soluzione della crisi finanziaria”, ha commentato il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso. “Il summit ci ha permesso di adottare gli elementi di una risposta globale, di una risposta ambiziosa e credibile alla crisi che sta attraversando l’eurozona”, ha aggiunto soddisfatto il presidente francese, Nicolas Sarkozy.

Protagonista annunciata dell’ultimo summit europeo è stata l’Italia. Le istituzioni comunitarie hanno accolto “con favore” le misure per la crescita presentate da Silvio Berlusconi, ma allo stesso tempo hanno scelto di cautelarsi con una sorta di commissariamento nei confronti del nostro Paese.

Il piano italiano è stato inserito nelle conclusioni del vertice, in modo da vincolare le nostre istituzioni al rispetto degli impegni presi. Ma non basta: alla Commissione Ue è stato dato l’incarico di “presentare una valutazione dettagliata delle misure e di monitorarne l’attuazione”. Un trattamento fin qui concesso soltanto ai Paesi destinatari di aiuti: Grecia, Portogallo e Irlanda.

Vediamo ora nel dettaglio cosa prevedono i piani anti-crisi dell’Europa e dell’Italia:

PIANO EUROPEO

– Svalutazione del 50% dei bond greci e nuovi aiuti per Atene

A inizio 2012, il valore nominale dei titoli di Stato greci subirà un taglio del 50%, pari a circa 100 miliardi di euro. Una riduzione ben superiore a quel 21% stabilito nel vertice di fine luglio. La misura sarà applicata su tutti i bond detenuti nei portafogli delle banche private europee.

In questo modo, nel 2020, il debito di Atene tornerà al 120% del Pil (attualmente è al 160%), considerato un livello sostenibile. La Grecia riceverà anche nuovi aiuti per 130 miliardi di euro entro il 2014.

– Ricapitalizzazione di 90 banche europee

Entro giugno 2012 riceveranno nuove iniiezioni di liquidità le 90 banche europee già sottoposte agli stress test, che non potranno distribuire dividendi e bonus. La misura consentirà agli istituti di credito (definiti “sistemici”) di sopportare le perdite legate alla svalutazione del debito greco, portando parallelamente a un minimo del 9% il loro Core Tier 1 (l’indice di solidità patrimoniale).

Il costo totale dell’operazione è di 106 miliardi di euro, di cui 14,7 destinati alle banche italiane. Per reperire queste risorse le banche dovranno in primo luogo raccogliere capitali propri, in alternativa potranno rivolgersi agli Stati e solo come ultima strada all’Efsf.

– Più che raddoppiato il Fondo salva-Stati (Efsf)

La potenza di fuoco del Fondo salva-Stati viene più che raddoppiata, passando dagli attuali 440 milioni a circa un miliardo di euro. I nuovi foni saranno utilizzati per acquistare sui mercati secondari titoli di Stato dei Paesi in difficoltà.

Il rafforzamento del Fondo avverrà attraverso due strumenti: da una parte verranno fornite garanzie fino al 20% per le emissioni di titoli di debito dei Paesi sotto attacco dei mercati, dall’altra, verranno creati uno o più fondi ad hoc (Special purpose vehicles), che potranno giovarsi delle garanzie dell’Efsf per attrarre gli investimenti internazionali (soprattutto quelli delle economie emergenti).

LA LETTERA DELL’ITALIA

– Lavoro: riviste le regole sui licenziamenti

Entro maggio 2012 le aziende italiane con difficoltà economiche potranno licenziare più facilmente, in modo unilaterale e con un indennizzo, ma senza alcun obbligo di reintegro. Si inasprisce così l’articolo 8, contenuto nella manovra di agosto. Per i dipendenti statali scatteranno inoltre meccanismi per la mobilità e la cassa integrazione con riduzione del salario. Chi andrà in pensione non sarà sostituito e i dipendenti saranno obbligati ad accettare nuove sedi di lavoro e nuovi incarichi. Per favorire le assunzioni di giovani donne verrà infine rilanciato il contratto di apprendistato.

– Previdenza: in pensione a 67 anni

Sembra una novità, ma non lo è. Già prima della lettera spedita a Bruxelles la legge italiana prevedeva l’innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile per tutti i lavoratori: uomini e donne, nel settore pubblico e nel privato. L’aumento graduale inizierà nel 2013 e si concluderà nel 2026.

– Dismissioni per 5 miliardi di euro

Il piano per la vendita di beni pubblici sarà presentato entro fine novembre, poi si dovrà passare per la conferenza Stato-Regioni. Gli enti locali dovranno quindi definire un programma per la privatizzazione delle aziende controllate. L’obiettivo è quello di raccogliere come minimo 5 miliardi di euro in tre anni.

– Nuovo piano per l’utilizzo dei fondi Ue

Lo Stato non ha abbastanza risorse per cofinanziare i progetti da portare avanti con fondi Ue, come le impongono le regole comunitarie. Per questa ragione il Governo intende dirottare i fondi attualmente congelati su progetti in stallo (circa 50 miliardi di euro) su un numero inferiore di investimenti. La “quota di cofinanziamento nazionale” sarà inoltre ridotta rispetto ai livelli attualmente richiesti dalla Ue (25 o 50%).

– Solo una commissione per abbattere il debito

Quelle per ridurre l’indebitamento delle casse pubbliche erano forse le misure più attese, ma si risolvono semplicemente nella creazione, entro fine anno, di un “gruppo di lavoro”. Il suo compito sarà quello di stabilire un “piano organico” per ridurre il debito.

– Mutui alle giovani coppie di precari

Lo Stato garantirà il mutuo sulla prima casa alle coppie sposate nel caso in cui marito e moglie abbiano un contratto precario.

– Liberalizzazioni

I servizi pubblici locali e gli orari dei negozi saranno liberalizzati. Maggiore concorrenza nel settore della distribuzione dei carburanti e dell’ Rc auto.

– Alcune modifiche alla Costituzione

Le riforme costituzionali richiedono tempi lunghi (9 mesi nel migliore dei casi), ma il governo garantisce che i decreti attuativi saranno varati “senza indugio”.

Ecco i cambiamenti: possibilità di essere eletti deputati a 18 anni e senatori a 25; dimezzamento del numero dei componenti delle due camere; rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio; obbligo del pareggio di bilancio; eliminazione dei vincoli alla libertà di iniziativa.

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