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Università, le nanolauree di Udacity per aggiornare sempre le proprie conoscenze

Negli Stati Uniti si sta sviluppando, grazie alle nuove tecnologie, un approccio diverso all’istruzione superiore che ha trovato una nuova espressione nell’Udacity fondata da Sebastian Thrun, ideatore di Google Street View e pioniere della macchina senza guidatore: è una piattaforma che facilita l’aggiornamento continuo e permette di ottenere la nanolaurea

Università, le nanolauree di Udacity per aggiornare sempre le proprie conoscenze

Un nuovo concetto di istruzione superiore

In tutto il mondo la scuola è un enorme emicrania. Tutti riconoscono che l’istruzione è l’arma più potente di una nazione, di una famiglia, di un individuo, ma questa arma è sempre inceppata e nessuno sa veramente come ripararla. Non lo si sa neppure nei paesi come il Regno Unito, gli USA, la Germania o la Francia dove si contano ancora tante eccellenze e dove sono stati inventati i modelli dominanti. In genere l’istruzione primaria funziona alla bene e meglio: i ragazzi sono piccoli e gli educatori sanno più o meno quello che si deve fare. L’istruzione superiore sembra una monoposto di formula uno che è sempre ferma ai box con i meccanici che immergono la testa nel motore.

Istruire e istruirsi è inoltre una delle attività più costose e impegnative delle società moderne. Abbassare il costo personale e sociale di questa insostituibile attività è una delle mire maggiori dei governi e dei movimenti riformatori. Ma nessuno ha la formula giusta e i suoi problemi continuano così a perpetuarsi. Sempre più gente è convinta che è necessario un vero e proprio cambio di paradigma.
Prendiamo per esempio la formazione universitaria in campo tecnico-scientifico. Qui è sviluppato un grosso equivoco nella convinzione comune, indubbiamente un retaggio delle società a prevalenza industriale e agricola. Si pensa che, una volta usciti dall’università, si possa mettere una pietra tombale sullo studio e iniziare a far fruttare le conoscenze apprese durante gli studi. È come aver fatto il pieno di carburante di un enorme serbatoio che alimenterà il motore pressoché perennemente.

Purtroppo lo sviluppo della tecnologia nelle società ad economia terziaria avanzata ha fatto a pezzi questa rassicurante convinzione inaugurando un’epoca di cambiamento continuo nella quale le conoscenze e le tecniche sono in costante superamento di se stesse. L’obsolescenza delle conoscenze, specialmente in campo tecnico e professionale, è un problema con il quale milioni di persone si confrontano tutti i giorni. C’è adesso un concetto differente, che si sta sviluppando particolarmente negli Stati Uniti, grazie all’intuizione di alcuni tecnologici. Questo nuovo approccio all’istruzione superiore può essere sintetizzabile in una parola: nanolauree. La formazione non è più una per sempre, ma un’esperienza che dura tutta la vita e che si deve poter ripetere quando occorra.

Oltre i MOOCs, c’è solo Udacity

È qualcosa che a che vedere con il fenomeno dei MOOCs, anche se trova la sua origine qui. È un superamento positivo dei MOOCs e una via per risolvere i limiti che questi hanno manifestato.
Il maggiore sostenitore di questo nuovo approccio è Sebastian Thrun, ex-direttore del laboratorio Google [x] ideatore di Google Street View e pioniere nel campo della ricerca della macchina senza guidatore. Nel 2012 ha lasciato Google e fondato Udacity con la quale porta avanti la sua visione nel campo della formazione superiore. Ecco che cosa ha dichiarato Thrun all’“Economist” a questo proposito.
Il sogno di un impiego a vita è andato. Nel mio campo per esempio, quello che hai imparato diventa obsoleto in cinque anni. Se si spendono solo sei mesi per la prima laurea, invece di una media di sei anni [negli USA] come avviene adesso, un persona può permettersi di ottenere una formazione supplementare quando successivamente ne avrà bisogno.

Questa visione si fonda su cinque pilastri: rapidità, economicità, efficienza, affidabilità e ripetibilità dell’istruzione con un’attenzione parossistica allo sbocco professionale in un’impresa hi-tech. Negli USA, grande parte delle imprese tecnologiche riconoscono le nanolauree e offrono tirocini. Udacity esige un forte coinvolgimento dello studente che è soggetto attivo: deve contribuire a strutturare il corso e gli è chiesto di portare avanti un proprio progetto sotto la supervisione dei selezionatori di Udacity.
Per operare, Udacity utilizza una piattaforma semplicissima di formazione a distanza che combina questi elementi: lezioni video su richiesta, brevi verifiche online e progetti circostanziati assistiti da una rete di tutor qualificati. Le lezioni sono tenute da docenti piuttosto atipici perché lavorano sul campo, alle volte sono proprio le persone che hanno inventato la tecnologia che si sta imparando. I costi sono minuscoli a paragone della formazione universitaria tradizionale. I singoli corsi, adesso ne sono offerti un centinaio, costano 200 dollari al mese e durano 4-6 mesi con un minimo di 10 ore alla settimana. Se uno studente supera il corso ottiene un rimborso della metà dei soldi versati. L’intero programma di studi, che consta anche di più corsi, deve essere completato in un anno al termine del quale è possibile ottenere una nanolaurea. Il costo totale finale di una nanolaurea si aggira quindi intorno ai 600 dollari. Al momento Udacity offre soltanto sei nanolauree tutte legate allo sviluppo software e a temi affini.

A differenza dei MOOCs che, nello stendere i programmi di insegnamento, non interagiscono con gli studenti, Udacity costruisce i corsi a partire dalle conoscenze e dalle capacità di apprendimento dello studente così da ottenerne il massimo coinvolgimento. “Il mio sogno – dice Thurn – è di rendere lo studente devoto all’apprendimento come lo è a un videogioco”. Grazie a questo approccio il 60% degli iscritti a Udacity completa il proprio corso contro appena il 10% dei MOOCs. Il successo di Udacity è straordinario. Ha 4milioni di studenti registrati in tutto il mondo e circa 60mila studenti che stanno per ottenere una nanolaurea. Numeri che nessun altra università può vantare.
Sull’esperienza di Udacity è intervenuto, nella sua rubrica “State of the Art” sul “New York Times”, Farhad Manjoo con un articolo dal titolo “Udacity Says It Can Teach Tech Skills to Millions, and Fast” che offriamo al lettore di ebookextra nella traduzione di John Akwood.
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Il sogno di Kelly
 “Nel mio team a Google sono la persona con minore esperienza” mi da detto di recente Kelly Marchisio, 25 anni, sviluppatore di software. “Francamente potrei essere il tecnologo con la minore esperienza in tutto Google, punto.”
Non si tratta di falsa modestia. Come tutti i dipendenti di Google ha un invidiabile curriculum scolastico, compresa una laurea ad Harvard. Ma la sua laurea della Graduate School of Education di Harvard ha a che fare con l’interazione tra neuroscienza e insegnamento, qualcosa che è molto distante dallo sviluppo software. Nel 2103 Google ha assunto Marchisio nel suo team di customer service, un lavoro che gli dà da vivere ma non stimola le sue vere passioni intellettuali.

Quello che realmente vuole è programmare. A questo scopo ha frequentato alcuni corsi ad Harvard che hanno aumentato l’interesse verso questa professione che è una delle più richieste dall’economia. Ma come fare a trovare occupazione nel campo dello sviluppo software con una laurea in pedagogia e un lavoro nel customer service?
Ho visto quanto Google si dia da fare per avviare le ragazze e i giovani nel campo dello sviluppo software, e allora ho pensato “ed io?”. Adesso sono qui, ho già un’occupazione. Potrei entrarvi in futuro se ottengo la giusta formazione.
Economisti e tecnologi sono d’accordo che nel futuro lavorativo di ciascuno di noi ci sarà sempre più tecnologia. Negli ultimi anni sono spuntate come funghi molte scuole locali e online per insegnare a sviluppare software. Tutte offrono una vasta scelta di prezzi e di tecniche. Alcune, come Codecademy, sono gratis, mentre altre costano migliaia e perfino decine di migliaia di dollari. Alcune offrono una formazione generica, mentre altre lasciano agli studenti la scelta degli argomenti.

Adesso Udacity – una start-up di quattro anni che offre corsi online – dopo molti tentativi ed errori, ha individuato un modello di formazione professionale per insegnare a milioni di persone discipline tecniche. Sebastian Thrun, uno specialista in intelligenza artificiale alla Stanford University che ha anche diretto Google [x], la divisione del motore di ricerca per la ricerca avanzata, ha dichiarato che le nanolauree introdotte da Udacity dal 2014, sono la soluzione all’alto costo e all’accessibilità della formazione qualificata. Le prime esperienze mostrano che il programma è affidabile ed efficiente nel creare nuovi posti di lavoro, compreso quello della Marchisio che ha iniziato a lavorare come sviluppatore software a Google dopo avere seguito nella primavera del 2015 un corso di sviluppo software ad Udacity.

Udacity e i MOOCs
Le nanolauree funzionano in questo modo. Nel 2014 Udacity ha stretto una partnership con alcune società tecnologiche (Google, At&T, Facebook, Autodesk ecc.) per creare dei corsi online orientati all’insegnamento di una serie di specifiche competenze tecniche, molto richieste dal mercato, come la programmazione dei dispositivi mobili, l’analisi dei dati e lo sviluppo software. Gli studenti che completano questi corsi ottengono una nanolaurea, un riconoscimento che Udacity ha elaborato con i partner tecnologici per trasformarlo in una nuova forma di certificazione sul posto di lavoro. Mi ha detto Trun:
Non possiamo trasformarti in un premio Nobel. Ma quello che possiamo fare è accrescere le tue conoscenze. Sei una persona intelligente, ma le conoscenze che hai non sono adeguate all’attuale mercato del lavoro o non ti permettono di trovare il lavoro che ti piace? Noi possiamo aiutarti a ottenere queste conoscenze. Noi possiamo aiutarti a raggiungere questo scopo.

Il ruolo della tecnologia per migliorare la formazione è stato qualcosa di molto esagerato. Per molto tempo si è pensato che i computer fossero la bacchetta magica per l’insegnamento, ed invece è stato il contrario: non solo questa previsione non è stato rispettata, ma la formazione superiore è solo diventata più costosa e meno accessibile con l’avanzata della tecnologia digitale.

La stessa Udacity si era subito arenata sulla spiaggia di un ottimismo ingenuo. Infatti nel 2011 Thurn, dopo avere scoperto il vasto interesse ai suoi corsi online sull’intelligenza artificiale, aveva fondato Udacity come uno dei primi MOOCs a pagamento. I MOOCs erano, e per certi versi rimangono, una minaccia esistenziale per le università di élite. “Niente ha una maggiore potenzialità di sollevare le persone dalla povertà”, scriveva nel 2013 a proposito dei MOOCs Thomas L. Friedman, il columnist del “New York Times.”
In effetti ciò non è accaduto. Thurn dice che, il suo primo tentativo con un MOOC basato su un programma generale e di ampio spettro, aveva raccolto molto adesioni, ma nessuno aveva terminato i corsi. Così nel 2013 iniziò a trasformare Udacity da un surrogato delle università in una scuola professionale pratica con corsi altamente strutturati con la finalit? primaria di aiutare le persone a trovare lavoro.
In una economia costantemente messa a soqquadro dalla tecnologia, Thurn pensa che la formazione professionale permanente possa diventare sempre più importante per il mercato del lavoro. Thurn la vede in questo modo:
È un errore pensare che la formazione universitaria sia una volta per tutte e che possa bastarti per tutta la vita. Per tenere il passo con il cambiamento la formazione deve avvenire per tutto il corso della propria vita.

Il modello di Udacity: coinvolgimento e outsourcing

Il nuovo modello di Udacity dà segni di successo. Dopo un anno dall’avvio del programma, la società ha 10mila studenti iscritti nei corsi di laurea e il numero cresce di un terzo ogni mese. Udacity costa 200 dollari al mese per i corsi. Dopo il completamento del corso, metà dei soldi vengono rimborsati. Udacity dice che uno studente tipico consegue una nanolaurea in circa cinque mesi pagando intorno ai 500 dollari complessivi.
È ancora prematuro valutare quanti studenti effettivamente arriveranno a laurearsi. Fino ad ora Udacity stima un tasso di completamento degli studi pari al 25%. Migliaia di persone hanno ottenuto la laurea e moltissimi hanno trovato un lavoro.

Thurn attribuisce parte del successo ai materiali dei corsi, che sono stati sviluppati in collaborazione con alcune società allo scopo di trasmettere le conoscenza che sono richieste ai dipendenti di queste società. Per esempio, il corso di Udacity su Android è tenuto da docenti che vengono da Google e che stanno lavorando proprio al sistema operativo. Il modello di Udacity privilegia inoltre il rapporto uno a uno tra docente e discente per la formazione, il tutoraggio, l’avvio al lavoro e la gestione dei colloqui di assunzione, tutte attività che spronano lo studente ad investire nello studio. Il coinvolgimento dello studente è il cardine della formazione. L’altro cardine è l’interazione umana.

L’assenza di interazione umana è stato proprio il tallone d’Achille della formazione online, ma Thrun ha trovato il modo di offrire un sistema di insegnamento in cui entra questo fattore mantenendo sotto controllo i costi. È riuscito a farlo grazie a un vecchio trucco di internet – l’online outsourcing. Udacity ha sviluppato una rete mondiale di selezionatori per ciascun corso che in genere sono ex-laureati di Udacity. Quando gli studenti propongono i loro progetti, un selezionatore prende in carico la proposta e la valuta rapidamente inserendo dei commenti dettagliati sulla progressione dell’apprendimento dello studente. I selezionatori possono essere retribuiti dai 50 ai 100 dollari all’ora.
“Con quello che ho guadagnato il mese scorso, posso fare un viaggio in Europa” mi ha detto Aparna Sridhar, un selezionatore di Udacity a Chennai in India.
Nonostante questi costi, Thurn assicura che Udacity è in profitto dallo scorso luglio. Assicura inoltre che i profitti saranno investiti nella creazione di nuovi corsi. Udacity ha raccolto 35 milioni di dollari dagli investitori nel 2014 e adesso ha circa 150 dipendenti.

Udacity cambia la vita?

Ho parlato con parecchi studenti che mi hanno detto che Udacity gli ha cambiato la vita. Uno di questi è Dan Haddigan, un ventottenne che si è diplomato in incisione artistica all’istituto d’arte e ha lavorato per diversi anni in una galleria d’arte a Filadelfia. Lo scorso anno aveva contemplato di tornare alla scuola d’arte, ma poi ha sentito parlare di Udacity e ha deciso che lo sviluppo software era una scelta più utile. “Per svariati mesi – dice – mi sono alzato di buon’ora, lavorando ai progetti per Udacity, poi sono andato al lavoro alla galleria e, tornato a casa, riprendevo a lavorare sui miei progetti”. Il corso – in sviluppo web – è durato circa cinque mesi, e gli è costato 500 dollari. Ma, assicura Haddigan, ne è valsa la pena. Dopo aver completato la laurea, ha trovato un nuovo lavoro a IntuitSolution, una web agency.
Aveva avuto qualche esitazione nel fare la domanda di assunzione: “Chi sono mai io? Ho seguito un corso online e pretendo di aver un lavoro a tempo pieno. Mi rideranno in faccia al colloquio”.
E invece non è successo e ha ottenuto il lavoro.
Ci vuole proprio Udacity!

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