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Wall Street al top, Asia da record e Piazza Affari a +18,5% nel 2017

Nelle Borse di tutto il mondo il Toro continua la sua corsa – Petrolio superstar – La corrida catalana non frena Madrid e non spaventa più i mercati – Ottobre amaro però per le banche – Salgono i titoli industriali e le utilities

Wall Street al top, Asia da record e Piazza Affari a +18,5% nel 2017

Continua la pioggia dei record. I listini asiatici salutano novembre ritoccando al rialzo i massimi degli ultimi dieci anni grazie alla spinta della tecnologia ed alla ripresa dei prezzi petroliferi. Wall Street si congeda ai massimi da ottobre, il mese migliore da febbraio.

Janet Yellen si prepara così in un clima quasi ideale (+3% il Pil, disoccupazione al 4%) a chiudere una delle ultime riunioni della Fed della sua gestione. Domani Donald Trump dovrebbe nominare il successore, probabilmente Jerome Powell, il candidato repubblicano che promette di proseguire la politica di Yellen, punita perché democratica.

Il Toro, insomma, avanza indisturbato senza soffrire più di tanto le conseguenze del Russiagate che crea forse più imbarazzo a Facebook (126 milioni di messaggi preelettorali dalla Russia diffusi senza subire controlli) che alla Casa Bianca. Per ora l’unico presidente colpito da impeachment è Kevin Spacey, protagonista di House of Cards: Netflix ha sospeso la produzione dopo l’ennesimo scandalo sessuale, moneta corrente a Hollywood e Wall Street.

Nemmeno la corrida catalana spaventa i listini europei. Anzi, l’euro sotto pressione (1,163 sul dollaro) protegge la manifattura del Vecchio Continente.

PRENDE IL VOLO SAMSUNG, INDIA BATTE USA NEGLI SMARTPHON

Tokyo si prepara a ricevere Donald Trump. L’indice Nikkei sale dell’1% e si porta sui massimi degli ultimi 21 anni: ottobre si è chiuso con un rialzo che sfiora il 10%. Lo yen si indebolisce su dollaro a 113,9 da 113,2 del giorno precedente. Fa ancor meglio Seoul, trascinata dall’eccellente trimestrale di Samsung +4% cui per ora non crea danni la condanna a cinque anni per corruzione del primo azionista, Lee Jae Yong. Grazie al rally dei fornitori di Apple la Borsa di Taiwan segna i massimi da due anni e mezzo.

Sesta seduta di rialzo per la Borsa dell’India: l’indice BSE Sensex guadagna l’1% a 446 punti, nuovo record. Si profila intanto un sorpasso storico: Nuova Deli si avvia a diventare il secondo mercato al mondo per gli smartphone davanti agli Stati Uniti, Le vendite hanno superato la soglia dei 40 milioni di pezzi +23%, mentre il mercato mondiale segna il passo (+1,7%).  In Cina, Hong Kong sale dello 0,3%, in lieve calo l’indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen.

WALL STREET AI MASSIMI IN ATTESA DELLA FED

Seduta record anche a Wall Street. Il Nasdaq ha chiuso in rialzo dello 0,43%, nuovo massimo storico: ottobre si è chiuso con un guadagno del 3,6%. Dow Jones +0,12% (+4,3% in ottobre) e S&P500 +0,09 (+2,2% in ottobre). La Borsa degli Stati Uniti è sostenuta dai dati macroeconomici: l’indice sulla fiducia dei consumatori della Conference Board è salito in ottobre sui massimi dal dicembre del 2000.

Effervescenti alcuni titoli del largo consumo: Mondelez +5,4%, Kellogg +6,2% dopo aver segnalato la ripresa delle vendite dopo due anni piatti. Cresce l’attesa per i conti Facebook, in arrivo nel dopo Borsa, e di Apple (+1,4%).

PETROLIO SUPERSTAR, AVANZANO I TITOLI OIL

Continua la corsa del petrolio. Il Brent tratta stamane a 61,15 dollari al barile (+38% dai minimi di giugno), Wti a 54,65 dollari. Dalle indicazioni preliminari in arrivo dai centri studi delle società produttrici di petrolio, le scorte strategiche degli Stati Uniti dovrebbero però essere scese la settimana scorsa. Il rialzo di Bp dopo i risultati sopra le attese traina tutto il settore petrolifero con l‘indice settoriale in crescita dello 0,7%. Eni avanza dell‘1,45%, Saipem+0,45%, Tenaris +0,51%.

MILANO +18,5% DA GENNAIO. IN RIALZO DA 4 MESI

Per Piazza Affari ottobre è stato l’ottavo mese positivo sui dieci trascorsi finora nel 2017, il quarto di fila in rialzo. La performance da inizio anno supera il +18,5%, miglior bilancio in Eurozona. Nell’ultimo mese, Piazza Affari è salita meno delle altre Borse europee: l’indice EuroStoxx ha guadagnato il 2,2%, il Cac40 di Parigi il 3,2%. La Borsa di Milano è stata battuta anche da quella di Madrid, nonostante la zavorra della crisi istituzionale tra Barcellona e governo centrale: grazie alla rimonta degli ultimi giorni, l’indice Ibex ha chiuso ottobre con un rialzo dell’1,5%.

STM REGINA DEL MESE: +23,4%

Tra i protagonisti del mese a Milano, StMicroelectronics: +23,4%, contro il +5% dell’indice Stoxx dei tecnologici europei. In evidenza anche Campari (+10%) e Ferrari (+10%). Mediaset torna a chiudere un mese in positivo (+6%) dopo nove mesi filati di ribasso. La discesa dei tassi ha aiutato in ottobre tutte le utility: Snam +7%, Enel +5,2%, Italgas +5,5%. 

OTTOBRE AMARO PER LE BANCHE

In terreno negativo invece le banche, penalizzate dalla pubblicazione delle nuove linee guida per lo smaltimento delle sofferenze. Bper Banca chiude ottobre in calo del 17,5%, Banco Bpm -14,5%, Unicredit -8,5%. Deludenti i petroliferi. A fronte del +4,5% dell’indice Stoxx oil&gas, Eni ha chiuso ottobre con un rialzo dello 0,1%. Il petrolio Brent guadagna questo mese il +6%, dal +10% di settembre. Mese nero anche per Telecom Italia (-6%) e Azimut (-7%).

LA CRISI CATALANA NON FRENA MADRID

Mercati europei positivi ma non troppo ieri in una seduta orfana della Borsa tedesca. I mercati, in attesa dell’esito della riunione della Fed, hanno così chiuso ottobre con il segno più. Piazza Affari ha sfiorato il record annuale ad un’ora dalla chiusura, salvo poi rallentare. Alla fine l’indice Ftse Mib +0,18% ha chiuso a quota 22.793 punti. Non si ferma la cavalcata di Madrid, +0,74%. L’ex leader catalano Carles Puigdemont in una conferenza stampa a Bruxelles ha detto di aver accettato le elezioni anticipate convocate in Catalogna dal governo centrale spagnolo e ha chiarito di non stare cercando asilo politico in Belgio.

Chiusa per festività Francoforte. Benino Parigi, +018%. Il Pil francese è salito dello 0,6% nel terzo trimestre, +2,2% su base annua. Londra +0,07%. Continua la fase di apprezzamento della sterlina sull’euro in vista della probabile stretta monetaria della Banca centrale inglese: l’annuncio sui tassi è per domani alle 13.00. Gli economisti si aspettano un incremento a 0,5% da 0,25%. Il cambio euro sterlina è sul minimo del mese a 0,87.

DISOCCUPAZIONE STABILE, LO SPREAD SCIVOLA A 146

Nel mese di settembre il tasso di disoccupazione italiano è rimasto stabile all‘11,1% rispetto all‘11,1 (rivisto da 11,2) del mese precedente. Il tasso di inflazione italiano non si allontana dall‘area 1%. Anzi, nel mese di ottobre, a causa di un fattore straordinario legato a maggiori esoneri dalle tasse universitarie, ritorna all‘1,0% annuo dall‘1,1% di settembre. Resta il differenziale con la zona euro che a ottobre ha registrato un tasso di inflazione annuo dell‘1,4%, in calo dall‘1,5% del mese precedente e ben lontano dall‘obiettivo della Bce a ridosso del 2%.

Chiusa, con la riapertura dei collocamenti a medio-lungo termine, la tornata d’aste italiane il mercato si prepara ai collocamenti di Spagna e Francia di domani. Seduta positiva per la carta italiana, con il rendimento del decennale all‘1,83% e lo spread con il Bund in calo dello 0,41% a 146.1. È stato molto sostenuto l’interesse degli specialist nella riapertura delle aste dei Btp a 5 e 10 anni e del nuovo Ccteu aprile 2025. È stato infatti assegnato l’importo massimo offerto su tutti e tre i titoli, per un ammontare complessivo di 1,8 miliardi di euro.

Domani la Francia offrirà 7,5-8,5 miliardi di euro di tre Oat: il maggio 2028, il maggio 2031, il maggio 2048. La Spagna offrirà invece 3,5-4,5 miliardi di euro su tre titoli nominali – ottobre 2022, ottobre 2027, luglio 2040 – e 250-750 milioni euro dell’indicizzato all’inflazione della zona euro, novembre 2027. Attorno alla chiusura, il differenziale di rendimento Italia/Spagna sul tratto decennale quota 38 punti base da 37 punti base ieri in chiusura.

CNH (+5,8%) TRAINA IL LISTINO, IN ATTESA DI FERRARI

Piazza Affari è stata trascinata dai titoli della galassia Agnelli-Exor. In testa alla graduatoria si è piazzata Cnh Industrial: +5,8% dopo i risultati trimestrali al nuovo massimo storico a 11 euro. Nel terzo trimestre il gruppo ha riportato ricavi per 6,63 miliardi dollari, con un incremento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’utile netto rettificato è stato di 148 milioni di dollari, più del doppio dell’anno scorso (68 miliardi). Entrambi i risultati sono al di sopra delle attese, grazie soprattutto alla divisione Macchinari per l’Agricoltura. Il debito netto industriale, a fine settembre, è stato pari a 2,6 miliardi di dollari, dai 2,1 miliardi di fine giugno, in linea con le attese. La società ha alzato le stime per il 2017, portando i ricavi a 25,0-25,5 miliardi di dollari, contro i 24 miliardi precedenti.

Segue Ferrari (+2%), al nuovo massimo vicino a 103 euro a due giorni dalla diffusione dei conti. Avanza anche la holding Exor (+1,7%). Fca +0,68%, a 14,84 euro: Banca Imi ha ribadito il rating add mentre ha alzato il target price a 16,9 da 12,3 euro.

Tra gli industriali da segnalare Prysmian salita di quasi un punto a 29,59 euro a ridosso del recente record storico di pochi giorni fa a 29,78 euro. Goldman Sachs ha confermato il giudizio Buy, ritoccando verso l’alto il target price a 34 euro da 32 euro precedente.

FRENANO LE BANCHE, SALGONO LE UTILITIES

Scendono le banche, penalizzate dalla discesa dei tassi. Intesa -1% e Unicredit -1%. Banco Bpm  -0,2%: l’istituto e Cattolica (+0,3%) hanno annunciato di aver rinviato al 9 novembre la conclusione dell’alleanza nel bancassurance. Banca Monte dei Paschi perde l’1,5%. Banca Carige (-1,82%) ha annunciato perdite per 210,4 milioni di euro nei primi nove mesi dell’esercizio in corso rispetto ai 223 milioni di passivo dello stesso periodo del 2016. 

Tra le utility, A2A +1%, Snam -0,5% ed Enel +0,2%. Scende Italgas (-2,52%) colpita da prese di profitto dopo la buona performance dell’ultimo periodo.

ACQUISTI SU MEDIASET, EDITORIALI IN EVIDENZA

Acquisti su Mediaset (+2,4%) nonostante le indiscrezioni stampa su un raffreddamento delle trattative con Vivendi in merito a un accordo su Premium. In ascesa il settore editoriale. Mondadori e Rcs avanzano di circa 2%. Al secondo giorno dell‘aumento di capitale, le azioni del Sole 24 Ore ritracciano leggermente e perdono l‘1,3%, contro diritti ancora in forte calo -15,8%. Come spesso accade negli aumenti molto diluitivi, le azioni trattano in rialzo rispetto ai diritti perché beneficiano di un effetto scarsità.

Nel settore editoriale volano i titoli del gruppo Monrif dopo l‘accordo annunciato ieri sera da Poligrafici Printing+19%) per la stampa della Gazzetta di Parma.

I PIR TRASCINANO IL MATTONE, VOLA TECHNOGYM

Tra le small cap, salgono soprattutto le società del real estate. Nella versione definitiva della legge bilancio approdata in Senato per l’approvazione è stata confermata l’estensione del regime fiscale dei Piani Individuali di Risparmio (PIR) alle società immobiliari. Le società immobiliari sono state fino a questo momento escluse dai Pir e la loro inclusione nei piani potrà avere un impatto positivo sulla liquidità del settore e sull’arrivo in borsa di nuove realtà. Aedes +7%, Beni Stabili +3,2%.

Tra le medium cap, Technogym si rafforza con un rialzo del 3,3% e segna a 8,315 euro il nuovo record storico. Da inizio anno +80% circa.

Geox+5,7%. Il prossimo nove novembre la società annuncerà i risultati del terzo trimestre. I ricavi sono attesi in moderata crescita malgrado un prevedibile effetto negativo sul fronte valutario. Il consenso Bloomberg vede 4 raccomandazioni di acquisto su un totale di 9 analisti censiti. Target medio 3,20 euro.

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