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Venti di guerra: petrolio oltre i 70 dollari e oro in volo

Le tensioni Usa-Iran fanno impennare petrolio e oro e mettono sotto pressione le Borse – Più vicina la revoca delle concessioni autostradali per Atlantia

Venti di guerra: petrolio oltre i 70 dollari e oro in volo

Tremano le Borse in attesa degli sviluppi della crisi più pericolosa degli ultimi anni. Il petrolio sale oltre 70 dollari al barile, l’oro tratta stamane a 1.579 dollari l’oncia, ai massimi dall’aprile 2013. Riprendono quota anche gli altri beni rifugio: il T bond Usa a 10 anni tratta a 1,769%.

La Borsa di Tokyo, alla riapertura dopo la lunga paura di Capodanno, lascia sul terreno il 2%. Deboli anche le Borse cinesi e Sidney (-0,4%).

L’IRAN DENUNCIA L’ACCORDO NUCLEARE. TRUMP NON ARRETRA  

I mercati guardano con ansia agli sviluppi di una situazione incendiaria. L’Iran si è ufficialmente ritirato dall’accordo sull’atomica, annunciando la ripresa della produzione di uranio arricchito, mentre il Parlamento di Baghdad si è pronunciato contro la presenza di soldati stranieri sul territorio, decisione che colpisce gli Usa e i loro alleati (Italia compresa). Le Borse, intanto, si chiedono come e quando arriverà la vendetta per l’uccisione di Qasem Soleimani. Trump minaccia, in caso di rappresaglia, la distruzione di 52 luoghi storici iraniani.

In questo quadro è scontato l’aumento dei prezzi del petrolio, dopo il balzo di venerdì: le quotazioni del brent hanno varcato nella notte la soglia dei 70 dollari al barile (70,27 +2,4%), il greggio Usa tratta a 64,39, ai massimi da aprile. Ma il rialzo della materia prima non ha impedito il calo di Aramco, lo scrigno del greggio saudita, che ha chiuso gli scambi a Riyad in calo dell’1,7%, ai minimi dall’Ipo, a conferma dell’incertezza che domina nella regione. L’indice del Kuwait, appena promosso da JP Morgan nel paniere dell’emergenti, è sceso del 4,1%.

TUTTO PRONTO PER LA FIRMA SUI DAZI, NUOVA LIQUIDITÀ DALLA FED

La nota positiva arriva dalla Cina. Pechino ha confermato che il giorno 13 partirà alla volta di Washington una delegazione guidata dal vicepremier Liu He per la firma della “fase uno” della trattativa sui commerci.

I venti di Guerra che percorrono il Golfo Persico e la Libia hanno cancellato il rally di inizio anno che sembrava, fino al blitz Usa di venerdì, quasi inarrestabile. Ma le prospettive della politica monetaria restano comunque espansive. Anzi, sabato sera Ben Bernanke ha sottolineato che le “banche centrali, nonostante i tassi bassi, hanno ancora parecchie frecce al loro arco”. L’acquisto di bond sul mercato combinato con l’esplicito e dichiarato proposito di tenere i tassi bassi può avere, ha detto Bernanke, già architetto del Qe, lo stesso effetto di un taglio del costo del denaro di 3 punti. Il messaggio di “Elicopter Ben” ha accompagnato la nuova iniezione di liquidità di fine anno da parte della Fed.

Dalla pubblicazione, venerdì scorso, dei dati Ism americani emerge una brusca frenata dall’attività manifatturiera, la più marcata del 2009.

In settimana usciranno i dati sul lavoro: la previsione è che a dicembre i nuovi assunti siano stati 158 mila e che la disoccupazione resti al 3,5%.

OGGI I PMI SERVIZI, VON DER LEYEN A LONDRA

Oggi, nell’Eurozona, usciranno gli indici Pmi assieme ai dati sui prezzi alla produzione. Sul fronte della Brexit si profila l’avvio dei colloqui a Londra tra Boris Johnson e il presidente Ue Ursula von der Leyen, in visita a Downing Street.

Tra gli appuntamenti dell’agenda italiana spiccano, a partire da domani, le audizioni alla Camera sul disegno di legge di conversione del decreto di “salvataggio” della Banca Popolare di Bari.

ATLANTIA NEL MIRINO. MOODY’S TAGLIA ANCORA IL RATING

Ma al centro della scena figura lo scontro sulle concessioni autostradali a partire da Aspi. La prospettiva della revoca ha spinto Moody’s a tagliare, per la seconda volta in un mese, il rating sul debito di Atlantia a Baa2, mentre la controllata Autostrade è scivolata, al pari di Aeroporti i Roma, a Ba1, a livello di junk. Il governo sta per chiudere il dossier sul crollo del ponte Morandi e giunti a “questo stadio di analisi è evidente che qualcuno ha sbagliato e ha commesso negligenze gravi e imperdonabili”, sostiene il premier Giuseppe Conte in un’intervista a la Repubblica, sottolineando che la decisione sulla possibile revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, controllata da Atlantia, spetta all’intera maggioranza di governo. “Tutti siamo coinvolti nella dimensione politica della decisione finale”.

FCA, JAGUAR CORTEGGIA MANLEY

Da seguire anche Fiat Chrysler. Secondo il Daily Telegraph, l’attuale ceo Mike Manley potrebbe decidere di passare a Jaguar. La casa inglese è alla ricerca di un nuovo ad, poiché Ralf Speth, l’attuale guida, è pronto a lasciare il suo posto. Manley, protagonista del successo di Jeep, ormai declassato a numero due dietro Carlos Tavares dopo la fusione con Psa, potrebbe cogliere l’opportunità.

IL FUTURO SFILA A LAS VEGAS

Tra gli eventi della settimana, da seguire il Ces di Las Vegas, la più importante fiera al mondo per l’elettronica di consumo e la tecnologia. Al centro dell’attenzione intelligenza artificiale, 5G, pieghevoli, tecnologia di sorveglianza, 8K e robotica. Ma anche la presenza, contestata, di Ivanka Trump che terrà una relazione.

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