Archiviato il V-Day e mentre monta la polemica politica tra i favorevoli e i contrari all’obbligatorietà del vaccino in Italia per i dipendenti pubblici, il nostro Paese si prepara ad entrare nel vivo della campagna vaccinale.
Dopo la prima, simbolica, fornitura per le vaccinazioni effettuate domenica 27 dicembre, arriverà domani – 29 dicembre – in Italia un secondo carico di vaccini Pfizer da 470mila dosi con le quali si darà avvio al piano vaccinale predisposto dal Governo. Secondo quanto previsto, le forniture saranno settimanali fino alla fine di marzo per un totale 7,8 milioni di dosi da consegnare in tre mesi.
Il piano prevede che entro il prossimo autunno con queste dosi si dovrà coprire l’80% della popolazione.
VACCINO IN ITALIA: DOSI E SOCIETÀ
Complessivamente, l’Italia ha prenotato 202 milioni di dosi di vaccino anti Covid-19. In percentuale si tratta del 13,4% delle dosi a disposizione dell’Ue, “dotazione sufficiente per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte”, sottolinea il ministero della Salute.
Il numero tiene conto non solo del vaccino Pfizer, quello in uso attualmente per le vaccinazioni, ma anche di altri sieri prodotti da diverse case farmaceutiche in corso di sperimentazione e che saranno approvati nei prossimi mesi.
Partiamo proprio da Pfizer-BioNtech. Previsto l’arrivo di 27 milioni di dosi totali: 8,8 nel primo trimestre 2021, 8,1 nel secondo trimestre, 10,1 nel terzo.
Il prossimo ad arrivare sarà invece il vaccino di Moderna, che dovrebbe ricevere l’approvazione dell’Ema il prossimo 6 gennaio. Dopo l’avvio della commercializzazione, dalla società Usa arriveranno in Italia in 10,8 milioni di dosi: 1,4 nel primo trimestre, 4,7 nel secondo e altrettante nel terzo.
Poi toccherà al vaccino sviluppato da Astrazeneca e dall’Università di Oxford. Su quest’ultimo, proprio oggi, sono arrivate importanti novità: è “efficace al 95%”ed è in grado di eliminare al 100% i sintomi gravi che portano ai ricoveri per Covid-19”, ha assicurato al Sunday Times Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca. Secondo il domenicale, il via libera delle autorità britanniche al vaccino arriverà “entro giovedì” mentre la sua distribuzione dovrebbe avvenire a partire dal 4 gennaio. Non si conoscono ancora invece le tempistiche della Ue, ma il via libera sarà di importanza fondamentale per l’Italia, dato che l’opzione in questo caso è per 40 milioni di dosi.
Nel caso in cui, con il passare dei mesi, le sperimentazioni vadano tutte a buon fine, l’Italia avrà a disposizione anche 26,92 milioni di dosi di Johnson&Johnson; 40,38 milioni di Sanofi, 30,28 milioni di CureVac. In arrivo forse per l’estate anche il vaccino tutto italiano di Reithera in collaborazione con lo Spallanzani.
IL CALENDARIO DELLE VACCINAZIONI
Entro i primi tre mesi del 2021, l’Italia avrà a disposizione 10 milioni di dosi, di cui 8,7 milioni di vaccini Pfizer, 1,3 milioni di Moderna. Questi vaccini andranno alle seguenti categorie:
- Operatori socio-sanitari (1.404.037 persone);
- il personale e gli ospiti dei presidi residenziali per anziani (570.287);
- cittadini sopra gli 80 anni (4.442.048).
Con l’arrivo degli altri vaccini, nel secondo trimestre del 2021 toccherà a:
- persone dai 60 e 79 anni (pari a 13.432.005);
- persone con comorbilità severa, immunodeficienza e/o fragilità (7.403.578)
- insegnanti e personale scolastico ad alta priorità.
Nel terzo trimestre sarà la volta di:
- insegnanti e personale scolastico in generale;
- lavoratori di servizi essenziali (Forze dell’ordine, personale delle carceri e dei luoghi di comunità) e di settori a rischio;
- persone con comorbilità moderata.
Nel quarto trimestre toccherà a tutti gli altri.
LA POLEMICA SULL’OBBLIGO VACCINALE
Si accende la polemica politica sul possibile obbligo del vaccino in Italia per i dipendenti pubblici. Il Premier Conte e il ministro della Salute, Roberto Speranza si sono detti contrari a qualsiasi tipo di obbligo, ma nel Governo serpeggiano malumori anche perché, secondo inchieste e sondaggi, tra gli operatori sanitari attivi nelle Rsa (e dunque a contato con molti anziani) lo scetticismo nei confronti del vaccino sarebbe elevato.
“Non sono favorevole ai vaccini obbligatori per i dipendenti pubblici”, ha affermato la ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone (M5s) rispondendo a distanza alle parole pronunciate dalla sottosegretaria dem alla Salute, Sandra Zampa che, intervenendo ad Agorà su Rai3 ha dichiarato: “Credo che l’obbligatorietà del vaccino debba essere una pre-condizione per chi lavora nel pubblico”. “Se ci dovessimo rendere conto che evidentemente c’è un rifiuto che non si riesce a superare, penso che nel pubblico non si possa lavorare”, ha concluso Zampa.