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Vaccini agli over 80: l’esempio del Trentino

Le direttive del premier Draghi e del Commissario Figliuolo sono chiarissime: prima vaccinare gli anziani e i fragili e solo dopo tutti gli altri – Ma la Toscana e alcune regioni del Sud continuano a non capire – Esemplare invece il comportamento del Trentino-Alto Adige, in testa alla classifica delle vaccinazioni agli over 80, e gli effetti sulla minor diffusione del contagio si vedono

Vaccini agli over 80: l’esempio del Trentino

Vaccinare prima gli anziani e i fragili, poi tutti gli altri. E’ meglio raggiungere il prima possibile una copertura totale della popolazione over 80, che veder crescere la percentuale di vaccinati sul totale della popolazione. Così aveva parlato il premier Mario Draghi nella conferenza stampa di giovedì, dopo la quale il commissario straordinario all’emergenza Covid Gen. Francesco Figliuolo ha emesso una direttiva costringendo le Regioni ad adeguarsi a questa linea. Alcune di loro, in particolare al Sud ma anche in Toscana, hanno trascurato questa priorità e dopo tre mesi di campagna vaccinale hanno inoculato relativamente poche dosi alle categorie più a rischio. Non a caso sono proprio due regioni del Sud, Campania e Puglia, ad essere ancora rosse mentre quasi tutto il resto del Paese è in arancione. E qualcuno vede già il giallo, che non è da escludere anche prima del 30 aprile.

Tra le Regioni più virtuose sui vaccini agli anziani ci sono il Lazio, il Veneto, ma anche l’Emilia, il Piemonte, la Basilicata. Spicca però la performance del Trentino-Alto-Adige, la “Scandinavia d’Italia, e in particolare della Provincia autonoma di Trento. Secondo i dati aggiornati a venerdì 9 aprile, il Trentino ha una percentuale di popolazione vaccinata ogni 100.000 abitanti – comprese le secondi dosi – leggermente inferiore rispetto ad alcune Regioni (il 20,9% contro il 24% della Liguria e il 23% della Toscana, ad esempio), ma in compenso guida la classifica dei vaccini agli over 80: contando anche i richiami, la percentuale è del 127%, vale a dire che tutti gli over 80 hanno ricevuto la prima dose e che a molti di loro è stata inoculata anche la seconda, per un totale di 50.438 somministrazioni in quella fascia di età.

E i risultati si vedono: l’indice Rt del Trentino è tra i più bassi d’Italia (0,86) e soprattutto stanno calando drasticamente i contagi nelle fasce più anziane, e di conseguenza diminuiscono ricoveri in terapia intensiva e decessi. Venerdì 9 aprile nella Provincia di Trento si sono registrati solo 2 decessi, due persone di età media proprio sugli 80 anni. Ma tra i nuovi contagi ci sono 16 casi di bambini o ragazzi in età scolare (tra 0 e 19 anni), 20 casi fra chi ha tra i 60 ed i 69 anni, 9 casi tra 70-79 anni e solo 7 casi di 80 e più anni, che sono solitamente la categoria più colpita. Negli ospedali le dimissioni (19) continuano a superare abbondantemente i nuovi ricoveri (7), e le guarigioni venerdì sono state 247, cifra che porta il totale a 38.943. Con questi dati, non è difficile immaginare un ritorno al giallo ben prima del 30 aprile.

Dall’inizio della campagna vaccinale in Trentino sono state somministrate, in tutto, 113.636 dosi, cioè l’81,98% del totale di quelle disponibili in questa provincia. Anche la fascia 70-79 anni procede spedita: le somministrazioni sono già state oltre 17.000. Considerando anche i dati dell’Alto Adige, che pure è molto virtuoso e ha a sua volta coperto con almeno una dose tutti gli over 80, ne viene fuori che nella Regione Trentino-Alto-Adige è stato vaccinato oltre il 20% della popolazione totale e che il 7% è già immunizzato completamente. Nella Scandinavia d’Italia ogni giorno 3 cittadini su 100 vengono vaccinati e 15 su 100 ricevono la seconda dose.

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