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Unioncamere Calabria: presentato Libro bianco su infrastrutture e sviluppo sostenibile. Indietro rispetto al resto d’Italia

Il documento denuncia i ritardi che pesano sullo sviluppo regionale. Il PNRR può essere un’occasione ma Banca d’Italia mette in guardia sulla capacità degli Enti locali di velocizzare la spesa.

Unioncamere Calabria: presentato Libro bianco su infrastrutture e sviluppo sostenibile. Indietro rispetto al resto d’Italia

La Calabria è povera di infrastrutture che la metterebbero in collegamento con il resto d’Italia. Se al Nord si è investito tanto in opere di transito per merci e mobilità, il Sud mantiene un gap antico che va colmato. Tra tutte le Regioni meridionali, la Calabria più di altre, rappresenta, appunto, questo disagio. Unioncamere Calabria ha raccolto in un Libro bianco tutto il deficit esistente e che si va allargando di anno in anno.

“Lo sviluppo economico, politico e sociale di un territorio non può prescindere da un adeguato ed evoluto sistema di collegamento infrastrutturale materiale e immateriale” dice Antonino Tramontana Presidente di Unioncamere Calabria. È stato lui a presentare il “Libro bianco sulle priorità infrastrutturali della Calabria” in un incontro a Lamezia Terme. Un lavoro che nasce dal territorio e lo fotografa per quello che è. Va da sé che la realizzazione di infrastrutture determina creazione di valore e si ripercuote sulla crescita economica della Regione. Ma al momento non si vede nulla di tutto questo. La gente è ferma alle aspettative legate al nuovo governo, ai piani della Regione tornata nelle mani del centrodestra, al PNRR, alla spesa pubblica, all’efficienza della macchina amministrativa.

La Calabria vuole scrivere una nuova agenda dello sviluppo

Le ricadute positive per effetti sia diretti che indiretti per opere necessarie – da Cosenza a Reggio Calabria- non si vedono da anni. Non siamo davanti ad una sterile elencazione delle incompiute, dicono gli industriali, piuttosto c’è la necessità ora di compiere passi importanti. C’è un modo per farlo ? Si, rispondono: “scrivere un’agenda di sviluppo infrastrutturale, creare sinergie istituzionali con il governo regionale, il comparto associativo, le organizzazioni sindacali, gli ordini professionali, il mondo dell’Università e della Ricerca e mettere a sistema le risorse disponibili”. C’è, quindi, l’elencazione dei soggetti che possono avviare un percorso laborioso. Al centro ci sono le imprese che non hanno tutta la forza per concorrere sui mercati internazionali: via terra, via mare, via aerea. Ogni giorno fanno i conti con un’Autostrada (finalmente) efficiente, due direttrici stradali lungo il Tirreno e lo Ionio, poche superstrade, un solo porto “vivo” a Gioia Tauro, ferrovie lente, un aeroporto internazionale a Lamezia Terme. L’Italia lavora per un modello socio-economico sostenibile, innovativo, di alta velocità e hub logistici, qui per raggiungere Comuni montani si percorrono strade semifranate.

Unioncamere Calabria: Le infrastrutture possono arrivare con il PNRR, ma bisogna vigilare

Il Presidente di Unioncamere Calabria parla di una doverosa analisi da cui partire per programmare interventi di rilancio. Cose qualificanti da consegnare ai decisori politici per l’assunzione di policy responsabili ed al sistema economico e produttivo per l’attrazione di investimenti. Una sfida a largo raggio che a volte deve fare pulizia anche nel sistema imprenditoriale e degli appalti pubblici. Le cinque Camere di commercio sono aiutate anche da una società in house come – Uniontrasporti nata nel 1990- che potrebbe essere il perno per rigenerare trasporti e logistica. Tutto, però, si muove dentro un quadro economico specifico e appiattito. Le infrastrutture che mancano sono l’anello di diseconomie remote.

Nel 2020 il PIL regionale ha segnato -8,9% mentre le previsioni per il 2023 (+0,1%), e per il 2024 (+0,4) non esaltano nessuno. A giugno Banca d’Italia ha scritto che tra i fattori che potrebbero influire positivamente sulla crescita dalla Calabria vi è l’attuazione del PNRR con investimenti su infrastrutture e servizi pubblici. Le stesse desiderata del Libro Bianco. Ma “i benefici di tali misure – avverte Banca d’Italia – dipenderanno anche dalla capacità di progettazione e dalla velocità di realizzazione degli interventi da parte degli enti territoriali calabresi, che spesso nel passato sono risultate inadeguate”. Per scrivere davvero un’agenda dello sviluppo, insomma, Unioncamere deve vigilare e correggere tutte le aberrazioni, anche malavitose, cresciute in anni di inerzia politica.

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