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Ue, dal 2024 torna la procedura deficit eccessivo. Riforma del Patto di stabilità all’Ecofin del 14 marzo

L’Ue ha presentato le linee guida sui bilanci degli Stati membri, considerando anche la riforma del Patto di stabilità che dovrebbe ricevere il via libera dell’Ecofin martedì prossimo

Ue, dal 2024 torna la procedura deficit eccessivo. Riforma del Patto di stabilità all’Ecofin del 14 marzo

La pacchia è finita. Lo spettro di una profonda recessione si allontana e l’Ue ritorna al suo vecchio rigore: dalla primavera del 2024 può scattare la procedura di deficit eccessivo con la fine della clausola di salvaguardia che ha sospeso il Patto di stabilità fino a fine anno e che non sarà prorogata nel 2024. È quanto emerge dalle linee guida dell’esecutivo Ue per il 2024. Gli Stati, segnala l’esecutivo, dovrebbero tenerne conto nell’esecuzione dei bilanci 2023, nella preparazione dei programmi di stabilità e nei documenti programmatici di bilancio. Ciò significa che quanto i vari paesi realizzeranno quest’anno conterà ai fini della sorveglianza europea dei bilanci, pur con tutte “le flessibilità e le diversità” delle situazioni nazionali, ha specificato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. “Si tratta di un sottile gioco di equilibri, ma necessario, perché è importante muoversi fin da ora verso un quadro credibile e solido”. Dunque, la Commissione richiama gli Stati “a definire obiettivi di bilancio per il 2024 che assicurino una continua plausibile riduzione del debito” in una logica di medio termine. Un richiamo che riguarda anche il nostro Paese.

Le previsioni economiche per il 2023 e 2024 sono nettamente migliori di quelle del biennio 2020-2021, quando l’Ue era in piena pandemia da Covid-19. Per questo motivo, la Commissione europea rivede anche i suoi programmi in fatto di governance economica. E come sappiamo il Patto di stabilità e crescita è sospeso fino alla fine del 2023 e tornerà in vigore dall’anno prossimo. E i 27 Stati membri hanno anche raggiunto un accordo per riformarlo che sarà sul tavolo del prossimo consiglio dell’Ecofin, previsto per martedì 14 marzo. I principali punti dell’intesa: piani fiscali pluriennali costruiti ad hoc per ogni paese, più tempo per ridurre il debito per chi fa riforme e investimenti in linea con gli obiettivi dell’Ue, sanzioni più efficaci (anche se ridotte) per chi viola le regole di bilancio. “Sono fiducioso” ha detto commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. Quindi la partita si chiude martedì? “È un auspicio, ma è un auspicio fondato”.

Cos’è la procedura per deficit eccessivo?

La procedura di infrazione per deficit eccessivo consiste nell’iter seguito dall’Unione europea per correggere livelli eccessivi di disavanzo di bilancio o di debito pubblico di uno Stato membro. Quando lo Stato corregge “l’errore” il Consiglio, su proposta della Commissione, abroga le decisioni e raccomandazioni precedentemente adottate. In questo modo si pone fine alla procedura di infrazione. L’iter della procedura è disciplinato dall’articolo 126 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Ma quando si attiva nel dettaglio? In due casi:

  • il disavanzo di bilancio supera il 3% del Pil;
  • il debito pubblico supera il 60% del Pil e non diminuisce di 1/20 l’anno (nella media dei tre precedenti esercizi).

La Commissione prepara una relazione, su cui successivamente il comitato economico e finanziario formula un parere. A questo punto il Consiglio, una volta sentito anche lo Stato membro, se ritiene che vi sia uno scostamento eccessivo rispetto ai criteri dell’Unione, adotta delle raccomandazioni. E lo Stato ha dai 3 ai 6 mesi per dimostrare di compiere gli sforzi necessari per correggere il tiro. Se ciò non avviene, allora il Consiglio può:

  • richiedere informazioni supplementari;
  • invitare la Banca europea per gli investimenti a riconsiderare la politica di prestiti verso lo Stato;
  • richiedere allo Stato di costituire un deposito infruttifero presso l’Ue fino alla correzione del disavanzo eccessivo;
  • infliggere ammende.

Il paese per cui è stato approvato il maggior numero di relazioni è l’Italia (ben 9). Ma solo in tre casi (nel 2005, nel 2009 e nel 2018) il Consiglio ha poi dato seguito alla procedura, approvando una decisione sulla presenza di un deficit eccessivo.

Commissione europea: “Dalla primavera 2024 tornano procedure deficit eccessivo”

Poiché in questa fase persiste un elevato grado di incertezza riguardo alle prospettive macroeconomiche e di bilancio, la Commissione ritiene che non sia opportuno decidere questa primavera di assoggettare gli Stati membri alla procedura per i disavanzi eccessivi. Al tempo stesso la Commissione proporrà al Consiglio di avviare, nella primavera del 2024, procedure per i disavanzi eccessivi basate sul disavanzo in base ai dati di consuntivo per il 2023, in linea con le disposizioni giuridiche vigenti.

Verso la sostenibilità del debito nel 2024

Le politiche di bilancio degli Stati Ue nel 2024 dovranno garantire sostenibilità del debito a medio termine e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva, affermano le linee guida della Commissione, che a maggio darà raccomandazioni specifiche per il prossimo anno ai 27 Paesi in linea con gli obiettivi di bilancio nei singoli programmi di stabilità e convergenza, purché coerenti con un livello prudente del rapporto debito pubblico/Pil e con un deficit inferiore al valore di riferimento del 3% del Pil nel medio periodo. Saranno formulati sulla base della spesa primaria netta (spesa al netto delle misure discrezionali in materia di entrate ed esclusa la spesa per interessi nonché la spesa ciclica per la disoccupazione), come negli orientamenti di riforma del futuro Patto.

La centralità della spesa primaria netta

Le raccomandazioni Ue specifiche per Paese saranno formulate sulla base della spesa primaria netta. Che vuol dire? In poche parole, si sposta l’attenzione della sorveglianza europea incentrata sulla spesa primaria corrente netta finanziata a livello nazionale e sulla conservazione degli investimenti finanziati a livello nazionale.

Sulle misure fiscali per l’energia, Bruxelles indica che se i prezzi resteranno stabili e i costi inferiori saranno trasferiti ai prezzi al dettaglio come attualmente previsto, le misure di sostegno dovrebbero essere progressivamente eliminate e i relativi risparmi dovrebbero contribuire a ridurre i disavanzi pubblici. Se invece i prezzi dell’energia aumenteranno di nuovo e il sostegno non può essere completamente interrotto, in quanto “misure mirate dovrebbero proteggere le famiglie e le imprese vulnerabili”.

La Commissione ribadisce che le misure pubbliche di sostegno a famiglie e imprese hanno mitigato l’impatto sociale ed economico dell’impennata dei prezzi dell’energia (specie di gas ed elettricità), ma la maggior parte non erano sufficientemente mirate e potrebbe anche aver ridotto gli incentivi a contenere il consumo di energia e aumentare l’efficienza energetica.

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