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Ue contro Italia: prescrizione troppo breve su frodi Iva

Secondo la Corte di giustizia Ue, il termine di prescrizione della normativa italiana nei casi di frode grave in materia di Iva sarebbe troppo breve e rischia di ledere gli interessi Ue – “Se necessario, i giudici dovranno disapplicare il regime della prescrizione”.

Ue contro Italia: prescrizione troppo breve su frodi Iva

Il termine di prescrizione della normativa italiana nei casi di frode grave in materia Iva è troppo breve e potrebbe ledere gli interessi finanziari dell’Unione europea. Lo ha detto la Corte di giustizia Ue, pronunciandosi su un caso italiano di frode Iva sullo champagne del valore di alcuni milioni di euro, i cui imputati non sarebbero puniti perché a breve scatterebbe la prescrizione.

La Corte Ue, rispondendo alla richiesta di chiarimento sui termini di applicazione delle regole Ue nel caso di frodi carosello e dichiarazioni Iva fraudolente avanzata da un giudice italiano, ha chiamato le nostre toghe a “disapplicare il regime della prescrizione“.

In Italia, secondo la Corte, situazioni come quelle che hanno portato alla prescrizione del reato di frode non sono inconsueti a causa della peculiarità del diritto italiano, che permetteva, dalla data dei fatti, una proroga del termine di prescrizione di solo un quarto della sua durata.

Il problema è che la garanzia dell’impunità causa prescrizione per gli imputati sospettati di frode, rischia di creare una nuova possibilità di esenzione dall’Iva non prevista dal diritto dell’Unione. La Corte ha quindi stabilito che “il giudice italiano dovrà verificare se il diritto italiano consente di sanzionare in modo effettivo e dissuasivo i casi di frode grave che ledono gli interessi finanziari dell’Unione”.

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