Condividi

Turchia: la Tangentopoli di Erdogan affossa lira e Borsa

La quotazione della lira oggi ha toccato un nuovo minimo storico contro il dollaro, a quota 2,1467 – In apertura, l’indice principale della Borsa di Istanbul (Bist 100) cadeva del 3,76%, dopo il -2,33% di ieri e il -4,2% di mercoledì – Questi i primi riflessi finanziari della Tangentopoli turca che dal 17 dicembre fa tremare il governo islamico.

Turchia: la Tangentopoli di Erdogan affossa lira e Borsa

Se il governo balla, la moneta scivola. In Turchia gli scandali che stanno travolgendo l’Esecutivo di Recep Tayyip Erdogan fanno sentire il proprio effetto anche sulla quotazione della lira, che oggi ha toccato un nuovo minimo storico contro il dollaro, a quota 2,1467. 

Intanto, anche la Borsa di Istanbul continua a registrare forti perdite. Sempre oggi, in apertura, l’indice principale Bist 100 cadeva del 3,76%, dopo il -2,33% di ieri e il -4,2% di mercoledì.

Questi i primi riflessi finanziari della Tangentopoli turca che dal 17 dicembre fa tremare il governo islamico. Il caso riguarda un’inchiesta per corruzione che coinvolge una parte rilevante del partito di Erdogan, l’Akp, e della classe imprenditoriale turca. Al centro delle indagini, alcuni trasferimenti di denaro in Iran che si pensa fossero destinati a corrompere alcuni funzionari pubblici allo scopo di approvare la costruzione di opere edilizie.

Sabato scorso 16 persone sono state arrestate: tra di loro c’era il figlio del ministro dell’Economia, quello del ministro dell’Interno e il direttore generale di Halkbank, una grande banca controllata dallo Stato. Pochi giorni prima altre 49 persone erano state fermate, anche loro accusate in quella che è stata definita “la più grande operazione contro la corruzione nella storia della Turchia”. Anche il figlio del ministro dell’Ambiente è stato arrestato e rilasciato dopo essere stato interrogato.

Erdogan ha definito l’operazione un complotto per far cadere il Governo e ha risposto colpendo la polizia: circa 30 ufficiali di polizia sono stati licenziati o rimossi dal proprio incarico. Tre dirigenti dell’Akp sono stati rinviati alla commissione disciplinare del partito e rischiano l’espulsione per aver criticato Erdogan, difendendo l’indagine.

Il 25 dicembre si sono dimessi tre ministri, subito dopo Erdogan ne ha sostituiti sette, ma ha anche annunciato di non avere alcuna intenzione di dimettersi. Intanto, sono ricominciate le proteste di piazza. Nella notte tra mercoledì e giovedì centinaia di persone hanno manifestato per le strade di Istanbul e di altre città del paese, chiedendo le dimissioni del primo ministro. Ci sono stati alcuni scontri con la polizia, che ha reagito lanciando lacrimogeni e utilizzando idranti per disperdere la folla.

Commenta