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Trimestre meglio delle attese per Intesa e Unicredit che sfidano il Pil e “promettono” più crescita

Nove mesi in positivo e conferma dei target per le prime due banche italiane – Messina (Intesa): “Confermata la distribuzione di almeno 10 mld di dividendi” – Ghizzoni (Unicredit): “Spazio per aumentare il dividendo” – Diminuiscono gli accantonamenti sui crediti – Ma la Borsa vende

Trimestre meglio delle attese per Intesa e Unicredit che sfidano il Pil e “promettono” più crescita

Utili in rialzo e focus sui dividendi. Dopo aver superato gli stress test della Bce, le due maggiori banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, hanno annunciato i risultati del terzo trimestre del 2014 che per entrambe si sono rivelati in crescita e meglio delle stime degli analisti.

Intesa Sanpaolo ha chiuso in nove mesi  con un utile netto di 1,2 miliardi, in crescita dell’88% rispetto su base annua. Se si esclude l’aumento retroattivo della tassazione della plusvalenza registrata lo scorso anno sulla quota detenuta in Banca d’Italia, l’utile netto si attesta a fine settembre a quota 1,642 miliardi, con una differenza quindi di circa 400 milioni. Nel solo terzo trimestre il risultato è sto positivo per 483 milioni contro i 218 di un anno fa.

Unicredit ha registrato profitti per 1,8 miliardi (+81%) e 722 milioni nel singolo trimestre (+79%), con un significativo contributo  anche dal Centro Est Europa & Polonia.Uno scenario che permette di confermare il focus sui dividendi futuri nonostante lo scenario ancora difficile per l’economia italiana non aiuti il business delle banche.

FOCUS SUI DIVIDENDI

“Siamo in un growth mood (letteralmente umore di crescita ndr) – ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo chiudendo nel pomeriggio la confernce call con gli analisti – la nostra attenzione è far continuare a crescere i ricavi e dimostreremo che è possibile crescere anche in un Paese che cresce dello zero virgola grazie alla solida posizione dell’Italia in termini di risparmi”.

Messina ha confermato tutti “gli impegni assunti con il piano di impresa, compresa la distribuzione di almeno 10 miliardi di euro di dividendi nei prossimi quattro anni. “I risultati di oggi – ha detto – dimostrano inoltre che non mancano le opportunità per una creazione di valore significativa, grazie alla nostra ampia base di clientela in particolare nel settore del risparmio gestito”.

In relazione all’M&A (all’indomani degli stress test Intesa era una delle banche a cui il mercato guardava per un’eventuale acquisizione di Mps), Messina ha sottolineato che il gruppo è focalizzato a portare a termine il piano industriale, il lavoro si concentra sul wealth management e su Banca 5. Non vediamo acquisizioni, soprattutto in Italia. All’estero la storia è differente “ma è pur sempre collegata al piano industriale”.

Anche Unicredit ha confermato i target con risultati che “ci portano molto vicini al nostro obiettivo di utile netto di 2 miliardi di euro nel 2014 che confermiamo”, ha detto il ceo Federico Ghizzoni. Che ipotizza un aumento del dividendo:  al momento UniCredit  “sta accantonando un dividendo pari a quello dell’anno scorso” , cioè 0,10 euro– ha commentato in conference call con gli analisti – ma è vero che il capitale sta andando meglio del previsto e questo potrebbe offrire spazio per aumentare il dividendo rispetto a quanto previsto, decideremo prossimamente”.   Unicredit è in anticipo sui piani e nel quarto trimestre potrebbero arrivare novità sul fronte delle cessioni di asset:  “abbiamo alcune discussioni in termini concreti – ha detto Ghizzoni – che potrebbero avere effetti positivi nel quarto trimestre”.

MENO CREDITI DETERIORATI, PIU’ FINANZIAMENTI ALL’ECONOMIA?

A Ca’ de Sass è rallentato il flusso netto dei crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis: 6,1 miliardi nei primi nove mesi dell’anno contro i 7,4 dello stesso periodo del 2013, raggiungendo il valore più basso dal 2011. Così, se aumenta il complesso dei crediti deteriorati  (a 32,61 miliardi di euro, in aumento del 5,3% rispetto a fine anno), nello stesso periodo si riducono gli accantonamenti e le rettifiche di valore, che beneficiano del miglioramento del trend del credito, nonostante le rettifiche richieste dalla Asset quality review della Bce. Intesa Sanpaolo ha così detto che prevede di erogare nuovo credito a medio-lungo termine per 170 miliardi nel periodo 2014-2017. “A proposito degli stress test – ha commentato Mesisna – negli ultimi mesi sono state dette molte cose. Restiamo convinti che il modo più efficace per ridurre lo stress nelle nostre economie sia quello di impegnarsi con determinazione per creare le condizioni di una crescita sostenibile. Ed è per questo che Intesa Sanpaolo prevede di erogare nuovo credito a medio lungo termine per 170 miliardi di euro nel quadriennio 2014-2017. Finora, nel 2014, abbiamo erogato oltre 25 miliardi di euro”.

A Piazza Cordusio si registra un andamento simile: i crediti deteriorati lordi sono in leggere aumento mentre gli accantonamenti su crediti diminuiscono a 244 mln (-59,5% trimestre/trimestre e -58,2% anno/anno) grazie all’effetto positivo di alcuni elementi straordinari con un impatto complessivo di 200 milioni. Da inizio ottobre Unicredit ha erogato circa 3 miliardi di crediti alle imprese corporate e alle Pmi ottenendo   7,8 miliardi di Tltro. In fase di valutazione una nuova richiesta di risorse nella prossima asta prevista dalla Bce a dicembre.

MA LE VENDITE PREVALGONO

In Borsa tuttavia il mercato pare vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto. Dopo un primo balzo superiore al 3%, Intesa Sanpaolo ha chiuso in calo dello 0,18%. Ha girato subito in rosso dopo i conti Unicredit che ha lasciato sul terreno il 3,31% (mentre il Ftse Mib ha chiuso sulla parità).

“Non cambio il target” di fine anno di 2 miliardi di euro, ha detto Ghizzoni interpellato sulla reazione del mercato ai conti. “E compito di chi analizza i numeri della banca eventualmente trarre conclusioni. Ma noi non possiamo cambiare guidance ogni trimestre”, ha aggiunto precisando di non capire  “perché debba andare male”. “Abbiamo già dato indicazioni che dovrebbero far pensare il contrario cioè il fatto che in “ottobre abbiamo erogato 3 miliardi”, ha detto ricordando che nel terzo trimestre l’attività è più contenuta rispetto al secondo e al quarto e, quindi, “la logica vorrebbe che l’attività commerciale sia in crescita”.

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