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Trasporto merci in crisi: in tilt i valichi del Monte Bianco, del Brennero e del Gottardo

Il trasporto delle merci lungo i valichi alpini è chiamato a fare i conti con una serie di criticità. Tra chiusure periodiche e limitazioni imposte dai paesi confinanti si rischiano gravi ricadute per l’economia nazionale

Trasporto merci in crisi: in tilt i valichi del Monte Bianco, del Brennero e del Gottardo

Il trasporto merci è in crisi. Con l’Austria che continua sulla strada delle limitazioni al Brennero alla chiusura imminente del Monte Bianco, passando per l’incidente nella galleria di base del Gottardo dello scorso 10 agosto, gli attraversamenti via strada e via ferroviaria dell’arco alpino stanno riscontrando una serie di criticità che rischiano di mettere a serio rischio l’economia italiana. Ma andiamo con ordine.

Attraverso le Alpi passano ogni anno oltre 200 milioni di tonnellate di merci, il 66%, su strada e il restante 34% su ferrovia. Si capisce bene quindi l’importanza dei valichi alpini, in particolare Brennero, Tarvisio, Ventimiglia, Frejus, Monte Bianco, Sempione e San Gottardo. A seconda del valico utilizzato, le merci possono raggiungere l’Austria, la Francia o la Svizzera e continuare verso altre destinazioni in tutta Europa. E proprio per questo motivo i valichi alpini non devono bloccare i flussi di traffico ma agevolarli. Invece si riscontrano una serie di difficoltà come le limitazioni al Brennero imposte dall’Austria, o i lavori di manutenzione programmati per il tunnel del Monte Bianco (4 settembre-18 dicembre 2023), senza che la ferrovia alpina del Frejus rappresenti una valida alternativa. A complicare il tutto la catastrofica alluvione in Austria e Slovenia che ha tagliato molte vie di comunicazione. E i riflettori si accendono sul corridoio ferroviario Genova-Rotterdam, il cui tratto terminale sul versante sud del nostro Paese è rappresentato dal progetto Terzo valico dei Giovi.

Il deragliamento del treno merci in Svizzera

Il 10 agosto si è sfiorata la tragedia. Un vagone del treno merci da Chiasso a Mannheim, all’altezza di uno scambio, ha deragliato portandosi dietro altre 16 carrozze. Il tutto in galleria. Per ben otto chilometri il capotreno non si è accorto di niente e l’incidente ha provocato danni all’infrastruttura ancora difficili da stimare. Non ci sono stati feriti e non c’è stata nessuna fuoriuscita di merci pericolose, ma 20mila traversine di cemento sono state divelte nel deragliamento provocando l’interruzione del passo ferroviario del San Gottardo, un corridoio fondamentale.

Al momento il traffico è deviato sulla rotta panoramica, che comporta tempi più lunghi. Le Ferrovie Svizzere hanno annunciato che i lavori per il ripristino della galleria di base dureranno diversi mesi: i treni merci dovrebbero tornare a transitare a partire dal prossimo 23 agosto, mentre il traffico viaggiatori continuerà a essere deviato sulla linea panoramica del Gottardo. Per un ritorno alla normalità bisognerà aspettare fino all’inizio del 2024.

La circolazione a singhiozzo sul Monte Bianco

La vicenda del Gottardo è, però, solo uno dei tanti sfortunati eventi di questa estate. A luglio la mobilità nel tunnel del Monte Bianco andava a singhiozzo a causa dei lavori di manutenzione. Per cinque giorni non consecutivi il traffico in galleria è stato sospeso per otto ore ogni volta. Anche all’inizio d’agosto la viabilità è rimasta interrotta una volta per altre quattro ore. E adesso il tunnel autostradale resterà chiuso per oltre tre mesi, dal 4 settembre al 18 dicembre 2023. Questo avrà un forte impatto sul traffico, contando che il traforo è attraversato in media da 5.250 veicoli al giorno, 3.600 tra auto e moto e 1.650 camion.

La galleria Facchini 1 del Terzo Valico

I riflettori sono puntati tutti sul Terzo Valico. Solo un giorno fa, la Rete Ferroviaria Italiana ha attivato la nuova galleria Facchini 1, posta sulla tratta tra il bivio e quello Polcevera, nell’ambito del Comune di Genova. L’infrastruttura nasce dalla completa demolizione di quella storica: la nuova galleria è lunga 137 metri e servirà per collegare il porto di Genova al nuovo Terzo Valico dei Giovi che dovrà essere conclusa entro dicembre 2025. Si tratta di uno dei progetti ferroviari più importanti d’Italia, 53 chilometri di linea, di cui 37 in galleria attraverso l’Appennino tra Liguria e Piemonte. E tra pochi anni proprio questo snodo diventerà strategico nel trasporto di persone e merci tra Liguria, Piemonte, Lombardia e resto d’Europa.

Questo tra qualche anno. Adesso però il trasporto delle merci da e verso l’Italia sta affrontando diverse criticità con gravi ricadute per l’economia nazionale. Le soluzioni proposte puntano più che altro a superare i problemi dei singoli valichi, e sembra che nel breve periodo non ci siano alternative in grado di sostituire almeno in parte il passaggio delle merci dai soliti valichi. Ma se i collegamenti mancano, allora il futuro è alle spalle.

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