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Trasporti, la sfida di FlixBus: “Ora bus elettrici e poi i treni”

Sono i nuovi obiettivi, entro due anni, della compagnia di bus low cost tedesca. Positivo il bilancio dei primi tre anni in Italia: “Abbiamo raggiunto i 10 milioni di passeggeri e creato 1.500 posti di lavoro, tramite le partnership con le aziende locali”, spiega il managing director Andrea Incondi – In Germania è già partito il servizio treno e in Francia i bus elettrici: “Arriveranno anche qui, e copriremo anche Sicilia e Sardegna”.

Trasporti, la sfida di FlixBus: “Ora bus elettrici e poi i treni”

Bus elettrici, copertura di tutto il territorio nazionale (ad oggi mancano all’appello Calabria, Sicilia e Sardegna) e persino treni, nell’ottica di quei collegamenti intermodali che, annusata la crescente concorrenza, hanno già iniziato a fare i big del trasporto ferroviario come Trenitalia e Italo. FlixBus, startup tedesca del trasporto in bus nel 2011 e presente in Italia dal 2015, dove ha raggiunto nel primo triennio i 10 milioni di passeggeri diventando il primo mercato estero come dimensioni e il migliore come trend di crescita, non si accontenta e rilancia. “Vogliamo cambiare il concetto di mobilità – ha spiegato a Milano Andrea Incondi, il giovane Managing Director di FlixBus Italia, che scoprì in prima persona il nuovo servizio viaggiando in Germania nel 2014 -: non si tratta di trasportare il cliente in bus, ma di trasportarlo dal punto A al punto B”.

Con tutti i mezzi possibili, soprattutto se green: tant’è vero che per i collegamenti con la Sicilia sono già attive convenzioni per i traghetti, ma soprattutto che in Germania ci sono già due treni verdi e arancio (i colori distintivi di FlixBus) e che in Francia sotto il logo della compagnia che ha rivoluzionato i costi del trasporto in bus (in Italia anche su tratte come Milano-Roma il prezzo minimo è di 9 euro) viaggiano già veicoli elettrici. “Uno dei nostri principali obiettivi è la sostenibilità – ha ancora detto Incondi -: in Italia speriamo di avere le prime linee con bus elettrici entro il 2019, ma dipende anche dalle infrastrutture e cioè dalle stazioni di ricarica. Dovremmo partire con una tratta breve, come Milano-Torino o Milano-Lugano. L’idea è quella di un futuro 100% green”.

Per i treni l’orizzonte non è invece ancora definito per quanto riguarda l’Italia, ma aprirebbe a una vera e propria rivoluzione: considerando che già oggi vettori ferroviari come Fs e Italo hanno un servizio bus per i collegamenti intermodali, FlixBus andrebbe a diventare (col percorso inverso, partendo dai bus e aggiungendo i treni) a tutti gli effetti un competitor sull’intero servizio offerto. Un’opzione in più per i tanti viaggiatori italiani e i turisti, che potrebbe rendere la mobilità più vantaggiosa e più capillare. “Per quanto riguarda la copertura del territorio ci stiamo lavorando – ha detto Incondi -. Al momento sono fuori Sicilia e Sardegna, per motivi anche regolamentari: noi non siamo autorizzati a fare trasporto regionale, quindi o va rivista la normativa o dobbiamo pensare a soluzioni alternative come imbarcare i bus sui traghetti”.

Si punta anche a rafforzare la rete esistente, che già copre 300 città. Roma, Milano e Firenze restano le più ambite, ma c’è anche la sfida di Matera, che nel 2019 sarà capitale europea della Cultura e non è raggiunta dalla linea ferroviaria. “Abbiamo iniziato nel 2015 con la prima linea Milano-Venezia: ancora oggi è la più gettonata, più della Milano-Roma, e viene operata almeno 20 volte al giorno, 22 il sabato. A volte faccio dei viaggi in prima persona per rendermi conto di come vanno le cose e la MI-VE è quasi sempre piena, quindi viene quasi da pensare di dover persino aumentare le corse”.

La sostenibilità e la copertura non sono però le uniche sfide che FlixBus ha lanciato nella conferenza stampa di Milano, proprio in quegli uffici – in corso Como – da dove tre anni fa è partito tutto e dove oggi lavorano 70 persone. “Un’altra sfida è quella dell’accessibilità, sia dei prezzi, che tutti sanno essere molto vantaggiosi, sia della possibilità materiale di fare il biglietto. L’offline in Italia è ancora molto diffuso rispetto all’estero, così come il pagamento in contante, quindi abbiamo molte agenzie affiliate e biglietterie, e diamo anche la possibilità di fare i biglietti a bordo”, dice il boss italiano della compagnia che si avvale dei mezzi di 60 aziende di trasporto dislocate su tutto il territorio, contribuendo in questi tre anni alla creazione di 1.500 posti di lavoro tra autisti e manutentori.

Per prenotare ci sono anche, ovviamente, sito e app, soprattutto per i più giovani, perché la tecnologia è un altro cardine del progetto. “Già oggi offriamo il WiFi gratuito a bordo dei mezzi: presto ci saranno anche altri servizi media. Il nostro pubblico di riferimento è giovane, è vero, ma non solo. Vogliamo arrivare a tutti: ai pendolari, sia giornalieri che del fine settimana, alle famiglie, ai turisti, alle persone più anziane”. La tecnologia anche al servizio dell’azienda stessa per calibrare e migliorare l’offerta: “Tramite l’algoritmo si possono capire le esigenze dei clienti, i luoghi dove c’è più domanda. Eravamo partiti con l’idea della tariffa fissa, ma ora siamo in grado personalizzarla”.

Tema non meno importante di questi primi tre anni di vita, e dei prossimi a venire, è quello della sicurezza. “Viene prima di tutto – sostiene il Managing Director di FlixBus Italia – e in questo senso c’è un dato che già ci conforta: la maggior parte della nostra clientela è giovane ma soprattutto è femminile. Si tratta di ragazze, anche molto giovani, che spesso viaggiano da sole e che, soprattutto di notte, preferiscono un bus FlixBus ad altri mezzi, perché si sentono più sicure”.

Non mancano infine le note negative, a incominciare dalle infrastrutture: “In Italia – sottolinea Incondi – il 90% delle città non ha autostazioni, e la tendenza delle grandi città, come Milano ma anche Firenze, è di non consentirne la creazione nei centri cittadini preferendo zone più periferiche, per non congestionare il traffico. Da un lato è vero, ma dall’altro avere autostazioni centrali sarebbe un vantaggio logistico non indifferente per il consumatore. In questo senso vogliamo lanciare, a nome nostro ma di tutti gli operatori della new economy, un appello al nuovo Governo e al ministro Di Maio”.

Un appello articolato in cinque punti: meno burocrazia: cambio di mentalità, più aperta verso l’innovazione; più spazio a realtà giovani; tutela dei lavoratori e correttezza fiscale. “Quest’ultimo punto è fondamentale, perché va bene parlare di economia digitale, ma va mantenuto un rapporto corretto e leale col Fisco”. Al momento però FlixBus non comunica ancora il proprio fatturato: “Da Monaco di Baviera ci hanno chiesto di non dare queste informazioni. Posso però dire che il fatturato in Italia è in costante crescita e va oltre le previsioni. Siamo già a break even e nel 2018 ci aspettiamo un 30% in più di passeggeri”, chiude Incondi, che proprio viaggiando con FlixBus in Germania ha conosciuto la moglie, tedesca.

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