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Transizione ecologica: più di 10 miliardi da Ue e BEI per migliorare le condizioni climatiche

Per la transizione ecologica i soldi tra prestiti e finanziamenti andranno agli enti pubblici dei 27 Stati Ue. Il raccordo con i piani territoriali nazionali

Transizione ecologica: più di 10 miliardi da Ue e BEI per migliorare le condizioni climatiche

Per crescere nella transizione ecologica il settore publico ha bisogno di iniezioni di denaro fresco.La Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti (BEI) a questo scopo hanno sottoscritto un accordo da 10 miliardi di euro con la formula del prestito per il settore pubblico. L’intesa apre le porte agli enti dell’UE per godere di anche altri 1,5 miliardi di sovvenzioni in capo alla Commissione. Le agevolazioni sono rivolte alle aree o Regioni degli Stati membri che hanno più bisogno di soldi per approcciare la transizione ecologica ed energetica. I cambiamenti climatici da fronteggiare, ha valutato la Ue , richiedono progetti e risorse economiche da spendere rapidamente. Per un verso il sistema dei prestiti attenua le critiche dell’Onu sui bassi investimenti pubblici contro il clima. “Bisogna triplicare gli investimenti nelle rinnovabili” aveva detto il Segretario generale dell’Onu António Guterres al Sixth Austrian World Summit. Un appello forte che non escludeva le banche multilaterali di sviluppo , le istituzioni finanziarie per lo sviluppo o le banche commerciali. Tutti devono intensificare e aumentare drasticamente gli investimenti nelle rinnovabili.

La transizione ecologica richiede investimenti nel medio periodo

Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme che ha spinto per l’intesa con BEI è convinta della bontà della scelta :”il Green Deal europeo -dice- è la nostra strategia per realizzare un’economia climaticamente neutra e la politica di coesione aiuterà a conseguire gli obiettivi verdi in modo equo”. L’accordo con la Banca prevede condizioni di prestito preferenziali per i progetti che non generano entrate sufficienti per essere finanziariamente sostenibili. La posta in gioco, se gli enti pubblici (soprattutto italiani) saranno nelle condizioni di sottoscrivere i prestiti dovrebbe mobilitare tra i 18 e i 20 miliardi di investimenti nell’arco di sette anni. Il Ministro della transizione italiano Roberto Cingolani prima della guerra in Ucraina aveva contemplato investimenti diretti e indiretti. A monte, per Presidenti di Regione, sindaci e responsabili di enti di ogbi Paese membro dell’Ue c’erano stati gli avvisi per presentare proposte alla Commissione ,come si diceva, per 1,5 miliardi . Lo strumento del prestito – spiegano a Bruxelles – è uno dei tre pilastri del meccanismo per una transizione giusta, allo scopo di conseguire la neutralità climatica dell’UE entro il 2050. Il deficit strutturale di partenza degli enti pubblici è comunque pregiudiziale in quanto i progetti per ottenere i soldi devono raccordarsi con i piani territoriali dei singoli Stati. Gli obiettivi a largo raggio sono la qualificazione delle aree sui cui insistono gli edifici con tutti gli annessi per i trasporti , la mobilità sostenibile, i bassi consumi di energia. Collaterali dovranno essere anche progetti per abbandonare i combustibili fossili in uso nelle strutture e convertire le industrie ad alta intensità di carbonio.  

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