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Transizione ecologica: il Pnrr italiano è uno dei meno verdi d’Europa anche se rispetta gli standard Ue

Nell’Ue, solo la Lettonia ha destinato una quota inferiore del proprio Pnrr alla transizione ecologica – Il piano italiano prevede 108 misure divise in 4 categorie

Transizione ecologica: il Pnrr italiano è uno dei meno verdi d’Europa anche se rispetta gli standard Ue

Il Pnrr italiano stanzia per la transizione ecologica 71,7 miliardi di euro, ovvero il 37,5% dei 191,5 miliardi complessivi. Una cifra di per sé alta, ma – a ben vedere – poco superiore al minimo richiesto da Bruxelles, che impone di destinare ai progetti green almeno il 37% del piano.

In tutta l’Unione europea – come sottolinea un recente articolo dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani diretto da Carlo Cottarellisolo la Lettonia ha destinato una quota inferiore del proprio Pnrr alla transizione ecologica. La Germania supera il 40% e la Francia va oltre il 45%. In prima posizione c’è l’Austria, che sfiora il 60%.

Nel dettaglio, gli investimenti programmati dal nostro Paese in questo settore si articolano in 108 interventi – prosegue l’Osservatorio Cpi – di cui 55 considerati verdi al 100% e 53 solo al 40%.

Le misure verdi del piano possono essere raggruppate in quattro categorie di interventi.

Trasporti e infrastrutture verdi

La quota più consistente riguarda le infrastrutture per la mobilità sostenibile (in gran parte rotaie e mezzi di trasporto), per le quali è stato stanziato il 40% delle risorse totali, circa 29 miliardi. Al trasporto su ferro vanno 20,5 miliardi, di cui 13,2 per l’estensione dell’alta velocità. Circa 7,1 miliardi sono invece destinati al trasporto urbano sostenibile, includendo le ciclovie che ricevono finanziamenti per 600 milioni). Nel confronto Europeo dei PNRR, l’Italia è il paese che investe più di tutti in mobilità sostenibile (circa la metà del totale).

Efficientamento

Seguono, con il 31%, le misure di efficientamento, vale a dire quelle che implicano un minor consumo di energia e di acqua e che consistono principalmente in spese per migliorare gli immobili (il Superbonus 110% è la principale) e le reti elettriche e idriche. A favore dell’efficientamento energetico degli edifici pubblici sono destinati 2,1 miliardi.

Inoltre, 3,6 miliardi vanno al rafforzamento delle smart grid, che mirano a rendere più efficiente il sistema di distribuzione dell’energia elettrica.

Rinnovabili

A sorpresa, invece, gli investimenti in energie rinnovabili contano appena per il 13,8% del totale. Gli impianti a energia solare sono i maggiori beneficiari (4,6 miliardi). Seguono gli investimenti in biomasse (1,9 miliardi), in energia eolica (755 milioni) e in infrastrutture di ricarica elettrica (740 milioni).

Opere di prevenzione

Il restante 15% è costituito da opere di prevenzione ambientale. L’investimento più corposo (quasi 6 miliardi) prevede vari interventi volti all’adattamento, alla prevenzione e alla gestione del rischio di inondazioni.

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