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Superbonus 110%, Draghi lo boccia: “Ha cancellato le trattative facendo triplicare i prezzi”. M5S insorge

A Strasburgo, Draghi prende le distanze: “Sul Superbonus 110% non siamo d’accordo” – Intanto, continua il braccio di ferro sulla quarta cessione del credito

Superbonus 110%, Draghi lo boccia: “Ha cancellato le trattative facendo triplicare i prezzi”. M5S insorge

Mario Draghi boccia il Superbonus 110%. Martedì, intervenendo a una riunione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, il Presidente del Consiglio è stato chiaro: “Il nostro governo è nato come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti – ha detto – Ma non siamo d’accordo su tutto: sul Superbonus del 110% non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo”.

E ancora: “Il ministro dell’ambiente è stato straordinario, ha fatto provvedimenti straordinari – ha continuato il Premier – Ma possiamo non essere d’accordo sul superbonus 110% e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Poi, le cose vanno avanti in Parlamento, il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro è molto bravo”.

La reazione del Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle teme ora che le parole di Draghi annuncino nuove restrizioni, anche se Palazzo Chigi nega. Il deputato grillino Riccardo Fraccaro chiede di “non boicottare” il Superbonus 110%, mentre un gruppo di senatori pentastellati accusa Draghi di “attaccare il bonus per prendere di mira il M5S”.

Il braccio di ferro sulla quarta cessione del credito

Lunedì è passata in Consiglio dei ministri, su pressione della maggioranza, una proroga di tre mesi per il Superbonus 110% sulle villette. Ma ora è in corso un braccio di ferro sulla cessione del credito: al Tesoro valutano una norma nel decreto Aiuti per rendere più facile la quarta cessione, con la responsabilità in solido fra gli istituti coinvolti. Una misura che, però, il M5S giudica insufficiente: “Se il governo non agisce emenderemo in Parlamento”, dice il senatore Emanuele Fenu.

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