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Trading online, Consob all’attacco dei siti pirata: 183 colpiti

La Commissione spinta dall’ormai dimissionario Mario Nava è intervenuta per arginare l’esplosione di siti fuori controllo, pericolosi per i risparmiatori. Ne sono stati chiusi un’ottantina, altri hanno ricevuto pesanti sanzioni. I dati avrebbero dovuto essere presentati in audizione al Senato, ecco numeri e come difendersi

Trading online, Consob all’attacco dei siti pirata: 183 colpiti

La bolla del trading online è sotto osservazione da parte della Consob che ha deciso di attaccare senza esclusione di colpi i siti pirata. Secondo quanto riportato dal Il Sole 24 ore, i numeri emersi sono indicativi di una situazione allarmante: solo nei primi sei mesi del 2018 i casi al centro dell’indagine sono risultati superiori al totale registrato nell’intero 2017, quando gli interventi totali dell’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari sono stati 167. Fino a giugno 2018, invece, i casi segnalati sono stati 183: di cui 71 ordini di cessazione, 89 segnalazioni all’autorità giudiziaria, 7 sospensioni cautelari e 8 emanazioni di divieti a operare.

Questi sono i dati ufficiali che l’ex presidente della Consob Mario Nava avrebbe dovuto presentare oggi in audizione al Senato, chiaramente cancellata a seguito delle sue dimissioni. La partita è stata posticipata, in attesa del rimpasto dei vertici, ma le informazioni emerse fotografano un preoccupante scenario: risultano, infatti, sempre di più i casi di operatori fraudolenti che sfruttano siti online tentando di convincere gli utenti a investire il proprio denaro su opzioni binarie (al momento vietate dall’Unione europea), Cfd (contracts for differences), trading su valute e metalli preziosi.

Una delle particolarità di questi operatori è che durano meno della vita di una farfalla e possono essere facilmente smantellate. In precedenza le loro sedi erano dislocate a Cipro e a Malta, ma viste le più stringenti normative europee in materia hanno allargato i loro orizzonti e adesso si trovano tra le Isole Marshall, la repubblica delle Vanuatu (in Oceania) e Saint Vincent des Grenadines (alle Bermuda). La Consob, tuttavia, sul territorio nazionale operando in forza dell’articolo 7 opties del Testo unico della finanza – inserito a gennaio 2018 – ha il potere di ordinare la cessazione immediata degli abusi sia su internet sia attraverso le telefonate di operatori che contattano i potenziali investitori da luoghi come la Romania o l’Albania.

Uno dei primi casi di trading online sanzionato in Italia ha riguardato il caso di Ibs Forex di Como, che operava online e tramite adescatori, a rischio le società di trading WorldFxm e Sucaba Enterprise Ltd e Becfd Limited, mentre l’ultimo caso è stato quello di Venice Forex Investment, per cui il rsponsabile delle attività Fabio Gaiatto è stato arrestato nei giorni scorsi.

Uno dei modi per arginare il rischio di incorrere negli operatori fraudolenti di trading online è quello di controllare sul sito della Consob quali operatori e quali no hanno l’autorizzazione a operare in Italia, prima di decidere di investire.

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