Condividi

Totocrisi: accordo di governo 5 Stelle-Pd o elezioni anticipate

Cadono le prime teste nella crisi di Governo, cioè quelle dei due vicepremier – Il Pd, per dare il suo appoggio a un Governo con M5S, vorrebbe cambiare anche Conte ma se cade lui cade anche la legislatura?

Totocrisi: accordo di governo 5 Stelle-Pd o elezioni anticipate

Non si sbagliava chi pensava che le Comunicazioni al Senato del premier Giuseppe Conte sulla crisi di governo avrebbero fornito qualche lume per capire come finirà la crisi più pazza del mondo. Salvo nuove capriole, almeno un punto è chiaro: il durissimo attacco di Conte al vicepremier e leader leghista Matteo Salvini rappresenta la pietra tombale non solo del Governo uscente ma anche dell’alleanza Lega-Cinque Stelle.

Dunque, al netto delle indicazioni che potranno venire dal Quirinale, le opzioni sul tavolo della crisi restano solo due, sia pure con tutte le varianti del caso: o Cinque Stelle e Pd trovano una qualche intesa di governo o si va verso le elezioni anticipate.

Ovviamente la prima verifica che compirà il Presidente Sergio Mattarella, che avvia oggi le consultazioni, sarà quella per capire se esista o no una maggioranza alternativa a quella uscente che possa dar luogo a un Governo che eviti le elezioni anticipate e permetta di evitare l’innalzamento dell’Iva con gli inevitabili effetti recessivi che esso comporta. Ma la strada non è in discesa e forse qualche chiarimento in più potrebbe arrivare oggi dalla riunione della Direzione del Pd di oggi.

Se accordo ci sarà tra Pd e Cinque Stelle, la durata, la composizione e la guida del Governo che ne potrebbe nascere sono tutti da definire. Non è una questione lessicale ma le forme dell’eventuale nuovo governo possono essere varie: la più realistica è quella di un Governo di garanzia elettorale basato sull’asse Pd-Cinque Stelle che faccia la manovra di bilancio per evitare l’aumento dell’Iva e ridurre il numero dei parlamentari (il che comporterebbe il rinvio delle elezioni di almeno 6-8 mesi).

Ma un’intesa politica per una nuova maggioranza potrebbe dar luogo sia a un Governo a partecipazione diretta dei due maggiori contraenti (Pd e Cinque Stelle) oppure a un governo monocolore dei Cinque Stelle (perchè sono la forza parlamentare più forte) che si avvalga volta a volta dell’appoggio parlamentare – anche attraverso la formula della non sfiducia – di altre forze politiche che vogliono sbarrare la strada a Salvini ed evitare il ricorso immediato al voto.

Monocolore o bicolore non è solo questione cromatica ma di grande rilievo politico, ma non è l’unica opzione in campo perchè proprio ieri il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in vista della Direzione di oggi è stato tassativo e alzato il tiro sostenendo che le alternative in campo sono solo due senza nessuna articolazione tattica: o un Governo Pd-Cinque Stelle di lunga durata, cioè che duri tutta la legislatura, o elezioni. Quanto sia realistica la richiesta di un Governo di legislatura e non invece un semplice escamotage tattico per imbrigliare il dinamismo dell’ex premier Matteo Renzi sarà tutto da dimostrare.

Ma, al di là della durata del Governo e naturalmente dei suoi programmi – il Pd vorrebbe una specie di sconfessione di quanto il Governo uscente ha fatto – essenziale sarà la compoizione dei vertici del nuovo Esecutivo, a partire dal Presidente del Consiglio. Con il discorso di ieri al Senato, Conte ha riguadagnato credito a sinistra, ma basterà a sostenerne la conferma a Palazzo Chigi? Il Pd sarebbe disposto a votarlo o pretenderà discontinuità?

E’ tutto da vedere, senza dimenticare che, al di là delle indicazioni delle forze politiche, in realtà la designazione del nuovo Presidente del Consiglio spetta unicamente al Capo dello Stato. Chi invece sembra già out, oltre ovviamente a Salvini, è l’altro vicepremier e cioè il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, che ha sempre sostenuto tutte le mosse, anche le più ardite, dei leghisti, dalla sicurezza alla politica economica.

Insomma, la partita è alle prime battute ed è tutt’altro che semplice ma qualche certezza in più sembra affiorare. O almeno così pare.

Commenta