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Tod’s, utile per 17,7milioni e ricavi a livelli pre-covid, Chiara Ferragni non più consigliere

Tornano in positivo i conti di Tod’s, trainati dagli affari in Europa e nelle Americhe. Cina in affanno per via del Covid. Ferragni resta nel cda, possibili nuove collaborazioni

Tod’s, utile per 17,7milioni e ricavi a livelli pre-covid, Chiara Ferragni non più consigliere

Tra gennaio e giugno i ricavi del gruppo presieduto e guidato da Diego Della Valle sono saliti del 17,4%, a 467,5 milioni, spinti da Europa e Americhe, superando i livelli del 2019 e permettendo alla società di riportare i conti in nero: il risultato consolidato è positivo per 0,8 milioni, che si confrontano con una perdita di 20,7 milioni del primo semestre 2021.

L’utile operativo si è attestato a 17,7 milioni di euro, rispetto alla perdita di 2,7 milioni di euro dell’anno precedente, ha dichiarato la società.

Nel primo semestre del 2022, il valore dell’EBITDA ammonta a 90,6 milioni di Euro, con un margine sui ricavi del 19,4%, in aumento di oltre tre punti percentuali rispetto al 16,3% del primo semestre 2021. Il valore dell’EBIT è positivo per 17,7 milioni di euro nel primo semestre 2022, con un margine del 3,8% sui ricavi, e si confronta con una perdita di 2,7 milioni di euro nel primo semestre 2021. Decisamente positivo l’impatto delle valute, dice una nota, particolarmente visibile per i marchi Tod’s e Roger Vivier, che hanno la maggiore presenza all’estero: a cambi costanti, l’EBITDA e l’EBIT presenterebbero, rispettivamente, un valore di 85,3 milioni di euro e di 15,6 milioni di euro.

Gli analisti si aspettavano 464 milioni di euro di vendite e un EBIT di 9 milioni di euro, secondo il consensus di Refinitiv. Il titolo Tod’s a Piazza Affari quota stamane 40,28 euro in calo dello 0,099%.

Della Valle: prioritari la razionalizzazione e l’efficientamento della rete distributiva

“Grazie all’andamento dei ricavi, il semestre ha registrato un miglioramento anche nella redditività operativa” ha commentato Diego Della Valle. “Siamo soddisfatti di questi risultati, che confermano l’apprezzamento per l’eccellente reputazione dei nostri marchi e per l’alta qualità dei nostri prodotti: peraltro guardiamo con attenzione l’andamento dei mercati internazionali, attualmente difficili e ricchi di incognite, sia sotto il profilo economico che geo-politico”.

Con l’unica eccezione della Cina (-13% per le prolungate chiusure), tutti i mercati compresa l’Italia (+23% rispetto al 2021) e le Americhe (+38%) sono tornati a crescere a due cifre, così come a due cifre sono cresciuti le borse e la pelletteria (+44%) che maggiormente contribuiscono sul margine insieme all’abbigliamento (+22%).

Tuttavia l’obiettivo del gruppo, che controlla marchi come Hogan, Fay e Roger Vivier, resta quello di tenere alta la redditività, dice la nota. “Riteniamo prioritari la razionalizzazione e l’efficientamento della rete distributiva” ha concluso Della Valle.

Indebitamento finanziario netto è a 85 milioni

L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2022 è pari a 85 milioni, che si confronta con un saldo di 136,6 milioni di giugno 2021, evidenziando una forte generazione di cassa negli ultimi dodici mesi. L’indebitamento finanziario netto complessivo ammonta a 574,3 milioni, rispetto ai 562,3 milioni di giugno 2021. Il patrimonio netto del Gruppo al 30 giugno 2022 è pari a 1.007,2 milioni, che si confronta con i 984,6 milioni di giugno 2021.

Il risultato ante imposte del Gruppo, che risente anche degli oneri finanziari legati all’applicazione dell’IFRS16, dice la nota del gruppo, è pari a 8,1 milioni di euro, mentre presentava un saldo negativo di 13,9 milioni di euro nel primo semestre 2021.

Chiara Ferragni resta nel Cda ma non come indipendente. Possibili nuove collaborazioni

Il consiglio di amministrazione ha inoltre preso atto della dichiarazione resa dal consigliere Chiara Ferragni circa il venire meno dei requisiti per poter essere qualificata come consigliere super partes per via di una prestazione occasionale di servizi pubblicitari a favore della società, resa per altro con il parere del Comitato OPC (Comitato operazioni parti correlate). Tanto più che – dice ancora la nota – non si può a priori escludere che in futuro si presentino altre opportunità di collaborazione. L’ influencer, che era entrata nel Cda del gruppo marchigiano circa un anno fa e resta comunque nel board, non è membro di alcun comitato endoconsiliare.

Un mese fa il lancio dell’Opa a 40 euro

All’inizio di agosto DI.VI, la finanziaria di Diego Della Valle & C, controllata indirettamente dal presidente del gruppo, ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto sul 25,55% del capitale sociale al prezzo di 40 euro per azione con l’obbiettivo di ritirare il titolo da Piazza Affari.

La famiglia Della Valle detiene attraverso diverse società il 63,6% del gruppo, mentre il secondo socio per rilevanza è Delphine Sas (fa capo al gruppo Lvmh) con il 10% delle quote che resterà nella compagine azionaria anche dopo il delisting, come hanno chiarito i Della Valle in una nota.

Il capitale sociale di DI.VI. è detenuto da Diego Della Valle per il 56,40% attraverso Do.Mar. Finanziaria Srl e da Andrea Della Valle per il 43,60% attraverso ADV Family Holding Srl.  In questa operazione, DI.VI., Diego Della Valle, Andrea Della Valle e Delphine Sas con il suo 10% sono persone che agiscono di concerto.

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